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“Il nuovo Pronto Soccorso nel centro di Como è un’ottima notizia. Ma quei parcheggi sono necessari?”

Il via libera ai lavori per la costruzione del nuovo Pronto Soccorso dell’ospedale Valduce è un’ottima notizia. Sembra si parta già a fine anno, o inizio 2025. Eravamo un po’ in ansia per la verità, perché non se ne parlava più da tempo. C’è da essere contenti per più motivi, diretti e indiretti. I più evidenti sono strettamente legati all’ubicazione della nuova sede, prevista tra via Dante e via Ferrari. Viene così superato l’attuale arrivo su via Santo Garovaglio, malagevole e macchinoso (in senso letterario: le ambulanze devono entrare in retro!).

A proposito, era indispensabile per le casse comunali quella manciata di stalli blu sulla stessa via, dove basta uno che parcheggi per bloccare chi arriva con urgenza in PS? In un mondo normale, non dico perfetto, soprattutto dopo l’edificazione dell’autosilo in viale Lecco-via Dante, sarebbero stati tolti i posti auto in via Santo Garovaglio, oltre che allargati gli stessi marciapiedi per consentire l’accesso a piedi, magari con carrozzine per bimbi e disabili. Ma non andiamo fuori tema.

Accanto a un ingresso facilitato ci immaginiamo poi una struttura molto moderna e quindi efficiente, non solo per l’accoglienza e l’attesa di chi soffre ed è malato, ma anche per la gestione dei pazienti. Che significa: sale visita affiancate a quelle diagnostiche e terapeutiche. Quindi guadagno di tempo, che non dimentichiamo essere uno dei fattori fondamentali in un PS per ottenere risultati di minore mortalità, disabilità, sofferenza.

Questi gli aspetti più evidenti, ma non sono meno importanti quelli che si intravedono. Sembra infatti ci sia stato un finanziamento pubblico (forse dai fondi per l’edilizia ospedaliera) e che la Congregazione proprietaria dell’ospedale non debba sopportare l’onere economico totale dell’opera. Questo vuol dire che le Istituzioni ascoltano il grido di dolore che si alza da una popolazione sempre più vecchia, fragile e malata. Ma non solo, significa che finalmente non si ragiona più in termini competitivi tra pubblico e privato in sanità, bensì finalmente d’ integrazione. Che poi vuol dire: chi fa cosa.

Ci auspichiamo che siano finiti i tempi in cui tutti fanno tutto, ma finalmente ciascuno gestisce ottimamente (concetto di “eccellenza”) quello che sa fare (meglio dell’altro, aggiungo io, ma è concetto scontato, parliamo infatti di professionisti, ciascuno con la propria storia). Di conseguenza, i servizi di Urgenza-Emergenza lavoreranno in rete per portare il malato affetto dalla tal patologia (sempre che in ambulanza sia possibile fare diagnosi al 100%) nel posto più giusto, non per forza più vicino.

Ci saranno ovviamente anche aspetti di “grigio” intermedio, perché nonostante la specificità di una struttura ospedaliera un PS deve saper gestire tutto almeno in modalità basica, per i fenomeni di “autopresentazione”. Faccio un esempio: da sempre la traumatologia è gestita al Sant’Anna, ma la popolazione del centro di Como invecchia a vista d’occhio e al Valduce ci si deve giustamente sempre meglio attrezzare per le fratture di bacino, di vertebre, di femore e altre ossa lunghe, almeno per stabilizzarle.

Lo stesso vale per l’urologia, non a caso recentemente implementata nello stesso nosocomio, con giusta visione anticipatoria. Un PS più grande, più accessibile, sarà inoltre motivo di arrivi di diversi volumi di patologie, sia in senso qualitativo che qualitativo, e non abbiamo dubbio che la struttura sanitaria (fondata da una Beata, non dimentichiamolo) saprà affrontare e superare le sfide sanitarie che questo comporterà, potenziando le unità operative destinate poi ad accogliere i malati dal Pronto Soccorso.

Tutto bene quindi? Beh, non mancheranno le rogne, soprattutto viabilistiche. Primo: dove mettiamo le auto dei dipendenti e frequentatori attualmente posizionate nell’area? Secondo, immaginare un cantierone su via Dante ci fa venire i brividi, a cominciare dagli scavi e a continuare con la fila di mezzi di lavoro su un’arteria delicatissima e già trafficatissima. Ci solleva il ricordo di quanto già accaduto per l’autosilo quasi di fronte, edificato senza grandi impatti. Un’ultima considerazione poi, che non vuole essere polemica ma che è sotto gli occhi di tutti: sapere che i lavori saranno in carico a un ente privato ci fa ben sperare, soprattutto guardando a quello che succede, anche in territorio cittadino e lariano, per quanto riguarda le opere pubbliche.

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