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L’altolà dell’ex assessore Bonduri: “No, io non ho mai chiuso un asilo nido. La politica per me è servire”

Tirata in ballo su più fronti – ma in particolare dalla lettera a ComoZero dell’ex consigliera comunale Pierangela Torresani – l’ex assessore alle Politiche educative della giunta Landriscina, Alessandra Bonduri (Lega), replica a tono. La questione, come noto, è l’accostamento fatto da Torresani tra la decisione dell’attuale sindaco Alessandro Rapinese di chiudere due asili nido con l’indirizzo politico sulla materia dell’amministrazione precedente. Di seguito, la presa di posizione di Alessandra Bonduri [invitiamo come sempre amministratori e politici del territorio che volessero inviare opinioni, contributi, lettera a ComoZero a scrivere alla mail redazionecomozero@gmail.com].

Ormai è da qualche giorno che leggo notizie sulla riforma degli asili nido. Ne parlano tutti: chi per protestare, chi per dire inesattezze, chi per far valere a torto o a ragione il proprio pensiero o il proprio interesse, ma in tanti, con un denominatore comune, ovvero con un approccio ideologico alla questione. Al contrario, io credo di non averlo mai avuto. Politico si, ideologico no. Avrei potuto, forse, porre in essere un simile modus agendi – egoisticamente parlando – e sarebbe stato sicuramente più facile anche per la mia persona ma di certo non avrei seguito l’etica del buon amministrare, che si basa sull’efficacia e sull’efficenza della Pubblica amministrazione e perché no, e questo lo affermo io: “Del buon padre di famiglia” o, nel mio caso, “Della mamma casa e bottega”.

Andrò per step, poiché è necessario contestualizzare.

Sono stata l’Assessore alle Politiche Educative di Como, durante gli anni del covid. Quando il mondo si fermava, la scuola e tutto il settore dell’istruzione proseguiva nel suo incedere. A distanza di tempo mi sento ancora in dovere di fare un plauso a tutte le dirigenti scolastiche di quell’epoca, per l’immenso lavoro svolto, che i più, purtroppo, hanno già dimenticato. Perché tutti e mi ci metto anche io abbiamo una memoria assai corta.

La scuola, in quegli anni, ha cambiato pelle e la digitalizzazione si è fatta strada insieme ad altre buone prassi, con una accelerazione inusuale per il sistema Italia. I bambini negli istituti scolastici comaschi pranzavano quando in altre cittá, le mense avevano subito uno stop, poiché il personale del Comune e la ditta appaltatrice in accordo con le scuole, hanno sempre continuato ad erogare il servizio. Talvolta, durante quei giorni ho avuto paura, non ve lo nascondo, ma l’istinto mi diceva di procedere, perché: “Non poteva piovere per sempre”. E nel mondo dell’istruzione e dei giovani, ho trovato la mia seconda famiglia.

Punto 2. Ed ora veniamo agli asili, dopo aver letto soprattutto un post, a parer mio, inesatto e non confacente al mio pensiero. Partiamo da un dato sostanziale ed inequivocabile. La giunta Landriscina non ha chiuso alcun nido! E questo è già un pezzo – e assai pregnante- di questo puzzle amministrativo. Anzi, quando tutti mi dicevano che l’asilo di Lora non poteva più farcela – erano pochi i bambini e sotto gli 11 per legge regionale si pianta baracca e burattini – ci siamo “inventati” la gestione indiretta. Nulla di nuovo, per carità, tecnicamente, ma per Como dopo anni un cambio di passo.

Mentre la Giunta Lucini aveva abbandonato Camerlata, la consigliatura Landriscina inaugurava ciò che io ebbi a chiamare in uno stretto consesso: “Il doppio binario”. In buona sostanza un partneriato pubblico/privato. (E sono sicura che con perseveranza ed innovazione organica saremmo riusciti anche a riaprire il nido chiuso, sotto il controllo comunale).

Punto 3 Prima di andarcene in accordo con l’assessore Negretti venne poi bandito un nuovo concorso per educatori. Perchè farlo se come dice qualcuno volevamo smantellare? Perché evidentemente non era quella la nostra intenzione.
Last but not least.

Punto 4 Abbiamo restituito le rette, durante il covid! I bambini, a causa della pandemia, per alcuni giorni non ebbero ad usufruire del servizio. Decidemmo su mia proposta (in accordo con l’Assessore Caldara) di ridare i soldi alle famiglie.
Faccio una domanda retorica: quando mai lo Stato ha rimesso in tasca dei denari? Bene! La Giunta Landriscina l’ha fatto, benché i costi ci fossero ma gli Assessori e il Sindaco avevano un focus solo: le famiglie al centro.

Chiudo riportando le parole che dissi pubblicamente qualche anno fa ma che reputo ancora attuali. “Non accetto la dicotomia nido aperto e comunale o chiuso, non ci sono solo bianco e nero, c’è la rete: quella fatta dai nidi gestiti in house e quella della gestione indiretta fatta dai privati. Le ideologie sono crollate nel 1989 con il Muro di Berlino e per citare Kant dico: Non voglio vedere il mondo sempre con gli stessi occhiali. Un mondo manicheo, non mi appartiene: un mondo a scacchiera, diviso tra bianchi e neri, non mi appartiene”.

Ho sempre cercato la terza via e ora, con i capelli che si fanno sempre più bianchi, credo che vi sia non solo la terza ma anche la quarta strada. La cosa importante è servire con coraggio, passione e umiltà. Ringrazio ancora i miei colleghi Assessori ed il Sindaco Landriscina che mi diede fiducia, con i quali ci furono sempre aperti e proficui scambi di vedute, anche talvolta pepati, ma termino dicendo che ogni pensiero anche il più distante può essere da stimolo per migliorare la vita dell’altro… Perché, Signori, in buona sostanza questa è l’essenza di ciò che la Politica deve fare…SERVIRE!
Con perenne gratitudine.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 Commenti

  1. Belle parole senza dubbio, peccato manchino i numeri per poter verificare le affermazioni.

    @redazione, @emanuele_caso: è possibile avere una piccola tabella con i posti offerti negli asidi nido comunali negli ultimi 10 anni?

    Grazie

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