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Punti di vista

“Io, elettore di centrosinistra ho votato Rapinese e lo rifarei. Lui decide, nel programma Minghetti fumo negli occhi”

Lo diciamo sempre e questa è soltanto una delle tante occasioni per ribadirlo: la comunità dei lettori di ComoZero è una delle maggiori ricchezze di questa testata perché molto spesso – anzi, sempre di più – dove non arrivano le risorse della redazione o le analisi stesse, l’aiuto arriva proprio da chi commenta, suggerisce, segnala o ovviamente (e del tutto legittimamente) critica. Oggi, in quel mini filone su come e perché Alessandro Rapinese nel 2022 riuscì a battere i due storici schieramenti di centrodestra e centrosinistra, pubblichiamo un altro illuminante contributo di un lettore, Giovanni. Con il quale, dopo un primo commento proprio al primo articolo sul tema, è nato un dialogo diretto proprio per capire di più. Ecco, dunque, il suo scritto integrale [per lettere, segnalazioni, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com o al numero whatsapp di redazione 335.8366795].

Sono un elettore di centro-sinistra, al ballottaggio ho scelto Rapinese e oggi lo voterei di nuovo.

Si è soliti supporre che la vittoria di Rapinese sia “merito” di elettori del centro destra in libera uscita, spesso e volentieri per invidie e regolamenti di conti interni a quella parte politica. Questo perché Rapinese incarna il clichè del politico di destra: decisionista, dalla dialettica aggressiva, vagamente populista e un po’ ruspante.

Risulta quindi strano credere che il raffinato elettore del centro sinistra (perchè ormai nell’immaginario collettivo il fatto di non andare in televisione a spararle grosse ti qualifica come radical chic, oppure per dirla con le parole dell’indiscusso re del populismo e trasformismo nazionale, come “gauche caviar”) possa aver votato un Rapinese qualsiasi.

Cominciamo col dire che da anni voto il centro-sinistra perché lo ritengo più vicino ai miei ideali liberal democratici, a parole sostenuti con veemenza dai partiti di centro destra, ma traditi negli ultimi trent’anni, senza soluzione di continuità, per lasciar posto a rigurgiti corporativisti e clericali quando non dichiaratamente fascisti. Mi sembra che le uniche vere liberalizzazioni economiche in Italia le abbia fatte Pierluigi Bersani, ministro del Governo Prodi, e che il Jobs Act o le Unioni Civili siano diventati legge durante il Governo Renzi. Dai tempi di Antonio Martino non si sente più una voce libera e liberale provenire dal lato destro del Parlamento e, alla fine dei conti, la tanto decantata Rivoluzione Liberale di Berlusconi si è tradotta nella patente a punti e nel divieto di fumo nei locali pubblici. Un po’ poco, direi, per passare alla Storia.

Mi accingo quindi a dare il mio voto al candidato di centro sinistra (al ballottaggio, al primo turno non ho potuto votare), ma decido, col senso civico che “il raffinato elettore di centro sinistra” è tenuto sempre ad esercitare, di dare una sbirciata ai programmi. Quello di Rapinese non riserva grosse sorprese, è come me lo immaginavo. Toni perentori, diverse cose concrete, un programma “pane e salame”, certamente non destinato a farlo passare alla Storia. In due parole, parcheggi e gestione attenta delle risorse. Qua e là strappa pure un sorriso per quanto è basico, nei toni e negli obiettivi.

Leggo quindi il programma del candidato Minghetti, nella segreta speranza che non ci sia nulla che mi impedisca di darle il mio voto. La prima impressione è di trovarsi di fronte a un dispensario di buon senso. Nulla che non possa essere condiviso da chiunque, a qualunque latitudine e di qualsiasi orientamento politico. Poi però alcune espressioni cominciano a darmi un senso di fastidio. Provo la netta sensazione che mi si stia buttando del fumo negli occhi. Non per nascondere cose turpi, ma per tenersi le mani sostanzialmente libere, in modo da dedicare, poi, il 90% del tempo a mediare fra i mille gruppuscoli dello schieramento ed il 10% a governare.

Cito a caso (naturalmente ho dovuto andare a rileggere il programma): “piattaforma di valori condivisa” (ma non si governa solo coi valori condivisi, bisognerebbe avere le idee chiare su cosa si vuole fare); il “cantiere sempre aperto” del programma (l’Italia è piena di cantieri sempre aperti, a cominciare dal nostro lungolago…); la “casa del quartiere” (un oratorio laico?); la sopraffina distinzione fra la casa “di” comunità e la casa “della” comunità; il “gruppo d’azione antidegrado” (ma non c’è un ufficio tecnico comunale con persone pagate proprio per fare quelle attività?). Insomma, si è capito, potrei andare avanti per pagine e pagine. Conclusione? Ho imparato che quando assegni o ti vengono assegnati degli obiettivi, è essenziale che il loro raggiungimento sia “misurabile”. Ecco, la sensazione è che nella sua semplicità anche un po’ naive gli obiettivi proposti da Rapinese siano misurabili, mentre quelli contenuti nel programma del centrosinistra lo siano meno. E ciò non per caso, ma per una chiara scelta politica.

Sono passati circa due anni da quel voto, non sarei onesto se dicessi che di Rapinese mi è piaciuto tutto. Però ho apprezzato alcune sue decisioni (es. la sospensione dei servizi a chi, pur non versando in condizioni di indigenza, non è in regola coi pagamenti al Comune; oppure la piccola ma costante riduzione dell’addizionale IRPEF per i residenti, compensata con l’aumento della tassa di soggiorno, un modo per distribuire il beneficio del turismo di massa a tutti coloro che ne sopportano il disagio) e soprattutto ho apprezzato l’attitudine a decidere. So che questo per molti è un tasto dolente, la rappresentazione del sindaco arrogante che se ne frega delle opinioni diverse è ormai diffusa e lui tutto sommato non fa nulla per modificarla.

Eppure io credo che il decisionismo non sia nè di destra nè di sinistra, lo ritengo un valore aggiunto per un uomo politico e per chiunque abbia incarichi di responsabilità. Decisionismo non significa non ascoltare, non significa non cambiare mai idea. Significa prendere decisioni ed assumersi la responsabilità. Significa non temere né di perdere i voti delle lobby né il danno d’immagine arrecato dalle proteste organizzate, col consueto corollario di insulti e minacce personali.

Io credo che sia possibile essere decisi senza essere arroganti, mantenendo umiltà e facendo buon uso della diplomazia. Non dico che sia semplice, oppure che io ci riuscirei. Dico che se il Sindaco facesse questo salto di qualità, senza snaturarsi, sicuramente ne avrebbero giovamento sia lui che la città.

Giovanni

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30 Commenti

  1. Il Rapi, lasciamo lavorare…fino adesso ha commesso tanti errori e, tante ottime iniziative!!! certamente, non è “smentibile” che al Rapi manca: “classe, distinzione e cortesia…”

  2. I comaschi sono da sempre di destra, prima democristiani poi forzisti Prima di votare Lucini, avete eletto DUE volte Bruni. Avete votato Landriscina piuttosto che votare a sinistra . Ma la colpa è del Pd. Il torto della Minghetti era di voler una città migliore di quella che vogliono i comaschi. Rapinese , come la Meloni , ha vinto perché ha illuso i cittadini che ci fossero risposte semplici a problemi complessi.

  3. Certo che questa città ha memoria corta ma proprio corta. Ampliamento ZTL, piazze pedonali nuove, Trevitex, bilancio ereditato in disavanzo e portato in avanzo, impianti sportivi funzionanti, Libeskind, e dimentico molto. Questa l’eredità di uno che per portare a termine le paratie esattamente come farà Regione si è preso 2 anni in primo grado per essere assolto in cassazione. Almeno siate onesti.

  4. Ammesso che “Giovanni” esista, di fronte alla lettera di un soggetto che non firma per esteso in calce alle sue generiche tendenziosità, due sono le cose:
    1) o scrive a comando;
    2) oppure rappresenta uno dei tanti profili fake che fanno riferimento a colui che più di altri teme il crollo dei consensi. E forse proprio quest’ultima è la chiave di lettura di questa missiva di cui è lecito sospettare.
    Il pentito di sinistra che plaude al decisionismo di chi discrimina famiglie con prole e lavoratori senza risolvere alcunché dei problemi della cittàMa chi volete che ci creda? Manco lo spunto per una sit-com.

    1. Caro Ciullo, non sono pentito proprio di nulla, né di avere votato centro sinistra per molti anni, né di aver votato Rapinese a questo giro. Fra l’altro, ci tengo a ripeterlo, ho votato e continuerò a votare per il centro sinistra riformista e liberale, non voterei mai per una “sinistra” massimalista e inutile come le mosche, che in Italia ha fatto solo danni da quando è nata in poi, osteggiando il riformismo e consegnando di fatto il Paese alla peggiore destra, da Mussolini in avanti. Quanto al fatto che è stato pubblicato solo il nome (ma ovviamente la redazione ha le mie generalità complete), semplicemente non ho intenzione di scendere in politica e desidero mantenere la mia privacy, ma non ho nulla da nascondere. Non vedo perché accusarmi di scrivere a comando o di essere un profilo fake. Credo che nessuno si scomodi a creare profili fake per quello che in fondo è solo un Sindaco di Provincia, non certo il prossimo candidato alla Presidenza del Consiglio.

  5. Invece di rosicare contro il “Rapi” perché non commentate quello che hanno fatto in 40 anni i sindaci di csx e cdx :fuochi artificiali in Ticosa, 16 anni di paratie non ancora terminate e per concludere una rotonda a Villa Olmo mentre la città marcia.

  6. Io penso che Rapinese abbia vinto proprio perchè, per decenni, destra e sinistra hanno tradito le aspettative degli elettori, solo promesse mai mantenute. solo occupazione di poltrone e “interessi privati”. Quanto alla citata Minghetti è un “Ectoplasma politico”, brillano solo le sue assenze. Rapinese ha presentato un programma a cui si attiene, può piacere o non piacere e magari sbagliare ma almeno è presente.

    1. Ma a Como sono 30 anni chr governa la destra (salvo 5 anni di centro sinistra, sindaco Mario Lucini).
      E ora governa ANCORA la destra sotto altre vesti.

  7. Quindi, siccome era scontato che il programma di Rapinese sarebbe stato misero, sarebbe migliore di un programma articolato che, ovviamente, contiene anche qualche debolezza? Il presunto decisionismo di Rapinese non esiste: è mera incapacità di gestire la complessità. Le “lobby” di cui parla chi ha scritto la lettera sarebbero, dunque, gli anziani della bocciofila sfrattata? Oppure i giostrai del Luna Park? Oppure le famiglie dei quartieri che vedono chiudere asili e scuole?
    A me sembrano molto più vicini alla lobby i commercianti che, in barba alle promesse, hanno avuto l’ennesima proroga per invadere le piazze con i tavolini (misura Covid), oppure le Multiutility che hanno persino ottenuto che Rapinese votasse contro se stesso sul tema della terza linea dell’inceneritore e che stanno per ricevere un regalo senza precedenti con il parcheggio in gestione per 30 anni alla Ticosa. Questo è il decisionismo di Rapinese: forte con i deboli e debole con i forti.

  8. Lettera ben scritta, piena di argomentazioni e gradevole anche nella forma, complimenti all’autore.
    Personalmente partivo dallo stesso punto, ossia dall’essere un elettore del centro sinistra, ma ho fatto la scelta opposta: al posto di dare il mio voto ad un programma che “Qua e là strappa pure un sorriso per quanto è basico, nei toni e negli obiettivi”, ho preferito puntare su una candidata, Minghetti, che avrebbe di sicuro coinvolto più parti della società alla ricerca di obiettivi più sfidanti e che potessero far fare dei passi avanti importanti alla nostra cittadinanza.
    Ora ci tocca tenerci quello che ha indicato il lettore: “parcheggi e gestione attenta delle risorse”, dove per gestione attenta significa meno asili nido, meno spazi pubblici per la comunità, meno attrazioni per il Natale, zero piscine pubbliche anche per disabili, ecc …. e più parcheggi significa più asfalto, più auto, più traffico. Così ha scelto la maggioranza, spero in un cambio di prospettive importanti al prossimo giro.

  9. Sicuramente un po’ di decisionismo non guasta, poi però bisogna vedere come viene indirizzato.

    “la sospensione dei servizi a chi, pur non versando in condizioni di indigenza, non è in regola coi pagamenti al Comune”
    Era solo un annuncio o si è poi effettivamente verififcato in qualche caso?

    “la piccola ma costante riduzione dell’addizionale IRPEF per i residenti, compensata con l’aumento della tassa di soggiorno”
    A parità di ammontare totale, si poteva ridurre di addizionale IRPEF in modo più progressivo (esistono appunto gli scaglioni), ma la proposta veniva dalla minoranza, quindi no, non si poteva accettare…

    E se queste erano le cose più apprezzate, forse il giudizio sarebbe da ricalibrare.

    1. Visto che sei mio amico, ti rispondo nel merito. Quelli che ho fatto erano degli esempi, per ovvie ragioni di spazio. Sul primo punto, non lavoro in Comune e quindi non posso risponderti, però dalle notizie apparse sugli organi di informazioni pare che sia stato fatto. A me piacerebbe tanto che questo principio venisse applicato anche a livello statale, chi viene condannato per evasione fiscale, per esempio, dovrebbe perdere il diritto a curarsi a spese della collettività.
      Sul secondo punto, a mio parere il sistema fiscale italiano è molto progressivo, non credo che gli Enti Locali e le Regioni debbano ulteriormente calcare la mano. L’idea che se guadagni più di 50.000 euro lordi all’anno (siamo intorno ai 2.800 netti al mese) sei un miliardario e quindi è giusto prelevarti il 43% più addizionale regionale più addizionale comunale, io non la condivido. Si tratta pur sempre di redditi da lavoro, non da spaccio di droga. E alla fine, concentrando i benefici fiscali su improbabili redditi medio bassi che non di rado nascondono evasione fiscale, rischi di fare l’ennesimo favore ai furbi.

      1. Ti ringrazio per la risposta e i modi.

        – la politica spesso viene fatta di annunci a cui seguono poche azioni concrete. Rapinese è sicuramente bravo a fare annunci tipo spostare il suo ufficio vicino all’ufficio tributi per ‘controllare’ meglio (cosa esattamente non si sa); poi i parcometri che incrociano i dati per darti uno sconto sul posteggio, etc..
        Tutto bello e giusto sulla carta, ma per valutare e dirmi più o meno soddifatto aspetterei risultati concreti.

        – nessuna idea sull’essere miliardario con 50.000 lordi annui, ma di risparmio sull’addizionale IRPEF parliamo di cifre irrisorie (5-10-15€ annui in media).
        Dal momento che non cambiano la vita a nessuno, forse meglio farne risparmiare 30-40€ ai meno abbienti e 0€ a chi appunto non ne sentirebbe nemmeno la differenza (vedi proposte fatte al link sotto).
        Poi ognuno la pensa a modo suo, va benissimo, ma visti gli importi vederci una “redistribuzione a tutti dei benefici del turismo” mi sembra un’esagerazione.

        Detto ciò lo trovo poco per reputare positivi i 2 anni di amministrazione Rapinese, let’s agree to disagree 🙂

        https://comozero.it/politica/como-il-consiglio-comunale-abbassa-lirpef-legnani-pd-sempre-bene-ridurre-ma-con-un-reddito-di-20mila-euro-se-ne-risparmiano-6/

  10. Riflessione interessante. D’altra parte se Rapinese ha vinto significa che la sua proposta è risultata più convincente di quella di chi ancora oggi stenta a riconoscere i propri gravissimi errori. Il peggiore: un programma di fatto inesistente e spesso contraddittorio. Molti ricordano i comizi della candidata del csx che davvero sul 90% dei temi, non sapendo cosa dire, prometteva “tavoli di lavoro” sostanzialmente ammettendo di non sapere cosa i capi partito le avrebbero permesso di fare. Infine: posto che i commenti dei giornali online (tutti) stanno diventando un po’ lo sfogo per cittadini frustrati – che passano il tempo ad attaccare questo o quel politico colpevole della loro infelicità – inviterei a non scambiare l’opinione dei soliti 4/5 su queste pagine per l’idea della maggioranza dei comaschi; la quale, detto per inciso, comincia a rendersi conto di tante piccole inciviltà (pass in autosilo ai soliti concessi a vita a prezzo risibile, associazioni che non pagano nulla e altre che pagano tantissimo, evasori, sprechi di risorse nel settore educativo, occupazione senza titolo di immobili comunali, ecc) che finalmente trovano il contrasto del sindaco. E cosa fa il centrosinistra? Naturale! Si mette a difendere proprio i portatori di quelle istanze di inciviltà. Bravissima quindi la Redazione a dare impulso a questo dibattito.

  11. Votare Rapinese al ballottaggio ci sta; è il non essersi pentito di averlo fatto che lascia perplessi. Con che coraggio, poi, parla di “dialettica”? Superman si esprime con monologhi sprezzanti di tutto e di tutti, fa e disfa, tutto da solo, perché come noto la Giunta e i Consiglieri di Maggioranza sono supini e servono solo perché fanno parte di organi collegiali che, per legge, devono votare (con zero autonomia) le discussioni poste all’ordine del giorno.

    1. Pentirsi di cosa? Dopo nemmeno due anni di governo come si fa a giudicare una proposta dopo che si è concesso credito a chi, in cinque anni, al massimo ha pedonalizzato due vie (e chiuso il nido di Camerlata)?

      1. Se le pedonalizzazioni non sono piaciute, si possono sempre riportare le macchine in quelle vie e piazze.

        Strana questa cosa che tutti a contestarle e nessuno che, una volta salito al governo (sia cdx, sia Rapinese), abbia deciso di tornare indietro.

    2. Sono completamente d’accordo con te: se uno si dichiara “di centro-sinistra” e dopo due anni non si è pentito di aver votato Rapinese, credo che soffra di uno sdoppiamento di personalità…

  12. Ecco anche io sono di sinistra e sentire che la coalizione che in Italia dovrebbe rappresentare i valori della sinistra incarna valori liberali spiega il mio non voto degli ultimi anni.
    Sentire un elettore che si dice di centrosinistra rivendicare la paternità del Job’s Act mi fa venire molti dubbi sul fatto che l’attuale centrosinistra incarni i valori della Costituzione, visto che la Corte Costituzionale con le sue pronunce ha affermato l’illegittimità di ben 7 parti di questa norma.
    Quindi o io sono fuori dal mondo o questo signore è un elettore di destra che si è perso.

      1. Carissimo quando si parla di Job’s Act si parla del d.lgs. n. 23/2015 che è composto di 12 articoli.
        Le pronunce della Corte Costituzionale riguardano le disposizioni che hanno riscritto (male) l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.
        Nell’ordine:
        con la sentenza n. 22/2024 la corte ha sancito l’illegittimità costituzionale dell’art. 2 comma 1 nella parte in cui limitava la nullità del licenziamento ai soli casi espressamente previsti dalla legge;
        la sentenza n. 45/2018 ha affermato l’illegittimità dell’art. 3 comma 1 nella parte in cui limitava il risarcimento in caso di tutela obbligatoria a sole 2 mensilità per ogni anno di anzianità aziendale;
        la sentenza n. 150/2020 ha affermato l’illegittimità dell’art. 4 laddove limita il risarcimento a una mensilità per ogni anno di anzianità.
        la sent. n. 183/2022 ha affermato non congrua la misura massima del risarcimento in 6 mensilità prevista dall’art. 9;
        la sent. n. 194/2018 ha affermato l’illegittimità costituzionale dell’art. 3 comma 1 dove ancora la misura del risarcimento alla sola anzianità aziendale.
        Poi ci sarebbero le due sentenze sulla legge Fornero. La prima censura la norma laddove sanziona diversamente l’insussistenza del fatto a seconda se il licenziamento è di natura economica o disciplinare. La seconda dove subordina la reintegrazione alla manifesta insussistenza del fatto e non alla semplice insussistenza.
        Insomma la Corte Costituzionale ha ravvisato come l’apparato sanzionatorio approntato da Monti prima e Renzi poi non assolve né alla funzione riparatoria in favore del lavoratore, né a quella dissuasiva nei confronti del datore.
        Ora puoi tornare a guardare le foto della Boschi.

        1. Premesso che il Jobs Act non riguarda solo i licenziamenti (uno degli 8 decreti attuativi), i vari interventi della Corte Costituzionale non hanno scalfito il principio della tutela obbligatoria invece di quella reale. Tutela esistente solo in Italia (eravamo i più furbi o i più scemi?) e in nessun altro Paese occidentale. Tutela prevista solo per le aziende con più di 15 dipendenti. Perché, se era un “diritto fondamentale dell’uomo”?
          Le sentenze sono intervenute sulle norme che stabilivano l’entità della tutela obbligatoria, che però è rimasta come forma di tutela principale.
          Ma la vera domanda è: ci sono stati licenziamenti di massa in Italia dopo il Jobs Act? Ovviamente no. Potrei dire che ci sono state assunzioni di massa, questo suggeriscono i dati statistici. Ma non voglio dare il merito al Jobs Act, visto che è impossibile stabilire un nesso di causalità certo, in presenza di tante variabili, a cominciare dal ciclo economico. Un dato statistico certo però ce l’abbiamo: si è dimezzato il contenzioso del lavoro. Quindi sì, qualcuno ci ha perso. Gli avvocati. Post scriptum: lo sai vero che il famigerato Jobs Act prevedeva l’istituzione del salario minimo? Mai fatta la legge attuativa, tutti quelli che sono venuti dopo Renzi si sono guardati bene. A cominciare dai buffoni che hanno abolito la povertà.

          1. Caro Giovanni,
            sei sicuro che sia diminuito il contenzioso? A me non risulta e ho dati diretti che possono dimostrarlo. Sei sicuro che la tutela reale ci fosse solo in Italia? Altra cavolata c’era e c’è in molti altri paesi UE. Sei sicuro che la tutela reale non esista più? Perché nei casi di nullità e di insussistenza del fatto c’è ancora.
            Poi credi alle turbocavolate di Ichino e della Serracchiani o fatti un giro in una sezione lavoro di un qualsiasi Tribunale.
            Poi se vuoi parliamo delle norme degli altri decreti attuativi.
            Tipo quella che ha tolto la conversione del contratto a tempo determinato in caso di superamento delle clausole di contingentamento per fare un regalo a Poste e Alitalia.
            Sulle nuove assunzioni quante a tempo indeterminato? Però non chiederlo a uno pseudosondacalista della CISL.

          2. Rispondo all’ultimo commento di HCAP perchè le opinioni sono sacre ma i dati non possono essere manipolati a piacimento. Sì, sono sicuro che è diminuito il contenzioso del lavoro. Vai su un motore di ricerca e metti “contenzioso lavoro statistiche”, troverai decine di studi e articoli che confermano questo dato, dalla Banca d’Italia in giù. Con tutto il rispetto, che ce ne facciamo dei tuoi dati diretti? Io ho dati diretti sul fatto che molte persone non capiscono l’italiano ma non posso dire che statisticamente l’analfabetismo è in aumento.
            Io avrei scritto che la tutela reale non esiste più? Dove l’avrei scritto? Ho parlato di principio della tutela obbligatoria, mi sembra molto diverso. E, aggiungo, nel caso di licenziamento discriminatorio tutti sono assolutamente d’accordo sulla necessità di tutela reale.
            Scrivi l’elenco dei Paesi occidentali dove la tutela reale era la regola, come avveniva in Italia in pendenza dell’art. 18 per le aziende con più di 15 dipendenti.
            Cmq non ho speranza di farti ragionare, si vede benissimo che hai le tue verità e non sei disposto a metterle in discussione nemmeno di fronte all’evidenza. Probabilmente pensi anche che l’URSS fosse democratica e in Corea del Nord le elezioni siano libere.

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