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La lettera: “Pochi i bagni pubblici a Como, non lamentiamoci se turisti e comaschi la fanno nei cespugli”

Segnalazione dai lettori riguardante i bagni pubblici in città. Di seguito la lettera inviata a redazionecomozero@gmail.com (per interventi, opinioni, segnalazioni foto e video anche il whatsapp di redazione 335.8366795).

Buongiorno,
solo per sottolineare una esigenza della città.
Siamo ormai prossimi alla chiusura per lavori dell’area giardini a lago: verrà anche impedito l’accesso ai bagni pubblici (poco cambierà: sono già quasi sempre chiusi).
A Villa Olmo i bagni sono ancora aperti, ma per poco: anche lì per i lavori in corso dovranno chiudere.
A Villa Geno sono chiusi.

Tutto il primo bacino del lago resterà senza bagni, con eccezione della stazione Trenord (in foto, ndr).

Credo che bisognerebbe predisporre l’installazione di bagni “volanti” tipo ToiToi almeno ai giardini e a Villa Olmo, in attesa della auspicabile predisposizione di nuove postazioni pubbliche fisse, autopulenti, come quelle dei giardinetti di Piazza del Popolo.

Non potremo altrimenti lamentarci se comaschi o turisti ricorreranno al primo cespuglio disponibile.

Nelle altre cittadine lacustri (Cernobbio, Lugano, Varenna, ecc.) si è già raggiunto un livello di servizi degno di una comunità civile, non possiamo che auspicarlo anche per Como.

Saluti.

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7 Commenti

  1. Vista la situazione in città, c’è da sperare che con i fondi del PNRR venga acquistata una congrua quantità di pappagalli da fornire gratuitamente a turisti e cittadini in crisi di liquidità. Al peggio, visto il precedente suggerimento di un nostro columnist di rango, si potrebbe richiedere a gran voce la soppressione dei parapetti a lago sì da avere un accesso diretto al riversamento in acqua dell’acqua incontenibile. Si dirà: e la puzza e l’igiene… Embè? Vuoi mettere l’alto potere dissuasorio alla letale balneazione al Templio ed a Villa Geno. con le troppe tragiche conclusioni? Che sarà mai un po’ di olezzo e qualche chiazza in giro se si tratta di salvare qualche vita umana?
    Ma a parte questo, sarebbe interessante se la Redazione, cui questo tema pare stare tanto a cuore, realizzasse un pezzo sulle vicende di un soggetto in stato di urgenza e privo di moneta che cercasse ospitalità in bar e locali della città per redimersi dal peccare in piazza: ci riuscirà mai?
    In conclusione ricordate sempre che, come al cuore, alla vescica non si comanda!

    1. però l’altra sera in giro per Villa Olmo sembrava estate, dalla gente che c’era. E nisba bar, non ce ne sono. Gli esercizi commerciali hanno orari di chiusura, i wc no: questo hanno capito paesi più civili di noi.

  2. La mancanza di bagni pubblici a Como è una questione mai risolta che solleva preoccupazioni non solo per il disagio immediato che causa a residenti e turisti, ma anche per ciò che implica in termini di accoglienza e pianificazione urbana. Una città di tale bellezza e importanza turistica dovrebbe prioritizzare l’accesso a servizi igienici pubblici, considerandoli non un lusso ma una necessità fondamentale. Questa carenza va a discapito dell’immagine di Como e della qualità dell’esperienza offerta ai visitatori. Inoltre, impone un onere ingiusto su attività commerciali locali e sottolinea una mancanza di attenzione verso inclusività e accessibilità. Risolvere questa lacuna non solo migliorerebbe il benessere collettivo, ma segnalerebbe anche un impegno verso un’accoglienza più attenta e rispettosa delle esigenze di tutti.

  3. Verissimo, la maggioranza dei turisti che arrivano coi pullmann non sono certo giovanissimi e persino i grandi magazzini sono carenti dal punto di vista delle toilette.
    Ho visitato città piccolissime, una per tutte Orta, con bagni pubblici vicino al parcheggio, gratuiti e PULITI.
    Ovviamente non dispiace pagare per trovare un bagno in ordine.

  4. Ma non capite?? È tutto voluto…. perché chi ha i soldi si siede ai bar e spende minimo 5 euro per poter andare in bagno….. gli altri si attaccano….
    SI VOGLIONO SOLO TURISTI RICCHI.
    Si farà di tutto per eliminare i turisti poveri.
    Un esempio??
    I posteggi a pagamento che costano più che a Lugano.

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