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La voce storica dei commercianti: “Meno figo investire in via Anzani e via Milano, che dolore l’abbandono”

Continua a far discutere ciò che è accaduto in via Anzani pochi giorni fa, con l’ennesima e violentissima rissa e i residenti ormai davvero esasperati. Oggi – partendo da quella situazione ma poi allargando la riflessione anche oltre – ospitiamo l’intervento di Stefano Vicari, storico commerciante di via Milano e riferimento da anni nella zona.

Di seguito, il suo testo integrale (per contributi, segnalazioni, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com o al whatsapp di redazione 335.8366795).

Il caso via Anzani

Sto leggendo in questi giorni il grido di dolore dei residenti di via Anzani e mi fa davvero male. Li capisco e comprendo il loro disagio, un disagio che ho provato e provo ogni volta che incontro per strada qualche residente del quartiere e mi racconta di questi problemi quotidiani di cui si parla tanto in queste ore. Ascolto e cerco di capire anche se purtroppo ovviamente non posso fare nulla per risolvere questo tipo di problemi, però capisco che il solo ascolto faccia bene a queste persone che si sentono abbandonate, si sentono impotenti e guardando le proprie case, il proprio quartiere  perdono la speranza e spesso devo guardare altrove per non incrociare quegli occhi pieni di lacrime. Ciò che manca è l’ascolto, capire il disagio e far sentire la presenza e la comprensione da parte di chi oggi ha le responsabilità di gestire questa città.

Si sente spesso gridare alla soluzione facile o sbandierare una facile soluzione, ma non è così e lo sa bene chi vive il quartiere e sopratutto lo sa benissimo chi grida e sbandiera.

Sono più di 20 anni anni che giro in lungo e in largo il quartiere compreso tra via Milano e le vie limitrofe dove ho tutt’oggi tre attività commerciali ed ho vissuto i cambiamenti e le evoluzioni di questo quartiere.  Sono sempre stato dell’idea che per contrastare questo incalzante degrado si debba parlare di rigenerazione, di cucitura e di riqualificazione e non di lotta.  Credo che oggi ciò che manca è una visione sul quartiere, capire cosa effettivamente è, cosa può dare alla città.

Ho sempre pensato che la bellezza, l’ordine e la cura facciano molto e generino più sicurezza che tante altre iniziative a spot.  Si dovrebbe partire da ciò che c’è e capirne l’importanza, come ad esempio l’asilo Sant’Elia da riportare in vita, i lavatoi da riqualificare creando un percorso per i turisti. Un quartiere più vivo è più sicuro. Riqualificare tutto il quartiere partendo da via Milano che è l’ingresso al centro storico di Como, marciapiedi, asfalti, illuminazione, verde pubblico e rivedere tutte quelle piazzette che da abbandonate come sono oggi possono tornare ad essere punti di interesse non solo per il residente.  Bisogna avere il coraggio di investire non solo in quella parte di città dove il ritorno è immediato ma anche in quelle parti dove il ritorno arriva un po’ dopo ma può permettere nel tempo di ricongiungersi al resto della città.

Lo so che fa meno figo mettere qualche milione di euro per un quartiere fuori dalle mura cittadine e lo so che fa ancora meno figo avere un progetto di rigenerazione urbana partendo dalle esigenze di chi ci vive però è l’unico modo per non doversi poi inventare l’idea che ci sono i cattivi da combattere e i buoni da non poter difendere.

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7 Commenti

  1. É così lontano dal vero pensare che la quasi totalità di veicoli (non commerciali e non dei residenti) transitino da via Milano bassa, e viale Lecco, soltanto per trovare un parcheggio, in zona o più avanti che sia?
    Se ciò non dovesse discostarsi molto dal vero allora bisognerebbe porsi qualche seria domanda…

  2. Questo è un bell’esempio di “globalismo”! Lo chiamerei anche nuovo “colonialismo inverso”. Tutta questa gente di ogni parte del (3⁰/4⁰) mondo che arriva senza REGOLE E FILTRI, dove volete che finisca? Si appropria delle vecchie case, dalle quali scappano tutti e il cui valore è ormai inesistente: è nella
    logica del mercato. È così che interi quartieri che hanno fatto la storia della città, si trasformano e diventano dei ghetti. La Politica (quella con la “P” maiuscola, è solo quella che sa interpretare il futuro per trarne le conseguenze. Punto.

  3. La colpa oltre che dei nostri politici è anche di chi ha venduto la Via Milano a tutti gli extracomunitari che oramai ci hanno invaso e ridotto tutta l’Italia a questo schifo, io abitando nei limitrofi da sempre provo solo SCHIFO e pensare che tempi indietro la Via Milano era una delle vie più belle di Como

  4. Buongiorno, purtroppo questi personaggi di TUTTI i partiti hanno fatto talmente tanti danni che tra poco a dargli il voto non andrà più nessuno (hanno raggiunto x ora un bel 51% di astensionismo, GRANDI!!!!!). Che futuro!!!!

  5. La proposta di riqualificare per integrare e ricucire quel borgo al resto della città è del tutto condivisibile, così come il metodo dell’ascolto e dell’immedesimazione rappresenta la via maestra per risolvere. Diversamente, attribuire colpe e responsabilità generiche descrive l’ipocrisia di chi vuole mantenere le cose come stanno forse perché favorevole al confinamento del problema, ovvero alla ghettizzazione.
    Da sempre sostengo che quella riqualificazione corrisponda alla limitazione del traffico e che la ricucitura equivalga al collegamento con i quartieri circostanti attraverso i percorsi pedonali trasversali in gran parte già esistenti. Vi sono molte attività utili a tutti in via Milano alta, altre potrebbero aggiungersene potenziando la pedonalità per consentire l’unica osmosi che abbia un senso: quella tra diverse culture, diverse necessità e varie vivacità imprenditoriali.

  6. e come si fa a riqualificare via Milano alta? ormai é un califfato. Non sono facciano a resistere quei 4 negozi gestiti da italiani.

    1. Forse bisognerebbe informare il responsabile di tutto questo…. Un certo Bersani del PD… Quando fu ministro dell’economia ebbe la bella pensata di togliere le licenze di commercio ed il rec registro esercenti commercio fino ai 300 mq. Ma i più queste cose non le sanno, e le conseguenze si vedono… Il sig rovina professioni Bersani… Ha pure il coraggio di presentarsi in tv… Anche perché nessuno glielo fa presente!

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