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Cassandra o condottiero? L’atomica-Fanetti sul (suo) Pd: “Senza leader, voce e idee. Guidati da gente che non ci arriva”

Dice no e dice basta.

Un affondo di durezza rara. Ma d’altronde Stefano Fanetti, capogruppo dem in Comune a Como, è sì uomo-partito ma prima di tutto uomo di libero pensiero.

E lo ha dimostrato in parecchie occasioni. Scomodissimo e pur lungimirante già in passato, per esempio qui (ed era fine aprile 2018, non ieri mattina):

Fanetti storico: “Renzi? Un’ubriacatura, eravamo in cielo. Un mondo di emozioni snob”

Così in un caldo e soleggiato venerdì di fine febbraio eccolo, in un momento di rara delicatezza e forse per questo politicamente giusto, aprire il vaso che libera un cumulonembo ben fornito di tuono e saetta.

“Il Pd non ne ha azzeccata una”, ci dice. Parla del partito globale, nazionale e locale, del neonato governo Draghi. Lo fa, interrogato da ComoZero, dopo il post Fb pubblicato in tarda mattinata. Questo:

Fanetti, che mi fa, sgancia l’atomica dem in una fase così delicata?
Il mio partito è sempre in balìa degli eventi, sta sempre a inseguire e non determina le situazioni.

Urca.
Eh già.

Ovviamente sta parlando della fine del Conte2 e del nuovo governo.
Draghi è una sconfitta, non discuto la qualità della persona. Ma, diciamo la verità, il Presidente della Repubblica Mattarella ha commissariato la politica. Dopo aver preso atto che la vecchia maggioranza non trovava la quadra ha detto ai partiti: “Fate i bravi”. Che capacità hanno i partiti di orientare le scelte di un governo?

Eh, glielo chiedo.
La risposta è: boh. Prenda il caso Molteni (deputato comasco Lega già sottosegretario all’Interno con Salvini ministro e nuovamente nominato due giorni fa allo stesso incarico, nonostante il veto Pd, Ndr), noi avevamo detto no. Poi è stato nominato, questo la dice lunga sulla capacità di influenza del Pd sulle scelte di Governo.

Qual è la verità sulla caduta di Conte?
Sicuramente la crisi non l’ha aperta il mio partito ma poteva provare a governarla e poi scegliere responsabilmente altre strade.

Le elezioni.
Anche. A me andava bene Conte ma capisco si sia andati su Draghi, dico però che avremmo dovuto farlo con un accordo all’interno della ex maggioranza. Non così. Così, come dicevo, è arrivato Mattarella e ha deciso.

Lei è in crisi con il Pd.
Come tanti altri. Si prenda Alessandro Alfieri (di cui Fanetti riprende un post, foto sotto, Ndr). Un partito riformista che fa del cambiamento l’elemento chiave non può mettersi a inseguire i 5Stelle e Conte. Arriviamo sempre dopo, in ritardo e ci adeguiamo. Sembra che l’importante sia governare per governare. Cosa vuole fare il Pd? Cosa ha in testa?

Le rigiro anche queste domande.
Come militante non ho ruoli, sono un amministratore in Comune a Como ma non ho incarichi nel partito quindi posso dirlo: sono, siamo frastornati. Non sappiamo con che voce stia parlando il partito, quali idee abbia. Lo vedo solo in ritardo.

Sta chiaramente attaccando il segretario Zingaretti.
La carenza di leadership di Zingaretti non aiuta. Insomma, guardate come è andata la composizione del governo. Prima non si incide e poi si piange perché non ci sono abbastanza donne. Il Pd è balcanizzato e vive di finto unanimismo. Non abbiamo una linea e quando viene data è sistematicamente smentita ogni tre giorni.

Serve un congresso?
Non solo. Siamo il Pd e lo sappiamo, ci saranno sempre litigi e discussioni. Il leaderismo puro non è di questo partito ed è anche un bene. Però siamo sfarinati anche nei territori. Lo vedo a Como, non ci si ritrova più, non ci si capisce. Sembra passato un secolo da quando mettevamo la camicia e ci trovavamo con entusiasmo.

Quindi?
Diamoci delle priorità, facciamoci capire. Faccio fatica io a capirlo questo partito, figuriamoci i cittadini. Per ora siamo l’unico partito di una certa dimensione con una prospettiva europeista ma se anche la Lega sta cambiando in questo senso tra poco nasceranno riformisti europeisti anche di la. Dobbiamo dire chiaramente cosa vogliamo fare.

La chiamata finisce. Il tempo di dare ordine agli appunti e arriva il Whatsapp che vedete sotto. Perché Fanetti è un dem vero – duro et puro – e può amare la famiglia solo se la prende a morsi. Un classico dai tempi delle crisi Pci nei summit alle Frattocchie.

Ergo, precisa il Fanetti a chiosa di tutto:

Chiosiamo pure noi: le parole del capogruppo anche solo in terra lariana daranno il via a un bel casino. Ma, in effetti, i dem hanno bisogno di una sveglia, la letargia è una brutta bestia. Vedremo, augurando a Fanetti di non esser preso per Cassandra.

 

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5 Commenti

  1. Gentile Redazione e Gentile Stefano Fanetti il problema che si denuncia non è solo nel PD «Lo vedo a Como, non ci si ritrova più, non ci si capisce.» Il confronto e il sano dibattito sono spenti in tutti i partiti Monocratici e a quanto si evince dall’articolo anche nei partiti che per storia si sono basati sulla dialettica. Forse si dovrebbe dare una nuova svolta sia per la “piccola Como” che per il Paese e non sottostare a strani ricatti e retaggi.

  2. E bravo il renziano pentito che ora diventa zingarettiano critico.
    Ancora un piccolo passo per capire che il Pd potrà salvarsi quando smetterà di essere il partito delle ZTL e tornerà tra le persone. Tutte.

  3. Non credo di aver saltato nessuna primaria del PD ma devo essere onesto dopo la prima l’entusiasmo è andato sempre più scemando. Finita la spinta dei partiti che hanno creato il PD, finita la guida dei padri nobili, finite le code ai gazebo, finito il “berlusconismo” da osteggiare, finite le speranze riposte su Renzi si sono trovati un fan di Barbara D’Urso con poche idee e molto confuse. Fanetti è uno che ci crede ancora e per questo si arrabbia. Nel PD a Como chi comanda veramente non ci crede da un pezzo e per questo passa le giornate a candidare a qualsiasi sgabello i pochi che non l’hanno ancora salutato. Nulla di personale ovviamente ma quando non si ha più nulla da proporre, bisognerebbe aver l’umiltà di ascoltare gli altri. Almeno quelli che ci credono ancora.

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