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Lega dei Ticinesi attacco choc ai frontalieri: “Lombardia rossa, entrano cani e porci: dal bauscia ai rapinatori”

Niente, non ce la fa.

Deve insultare ogni singola domenica.

Fa fagotto di oltre 70mila lavoratori frontalieri e li trasforma in una massa informe, accozzaglia dei peggio stereotipi, un pretesto politico, un fenomeno da baraccone utile solo a rinfocolare bolsi leitmotiv di stampo para-razzista, robe che già in origine avevano poco appeal e ora paiono solo il tentativo di mettere in scena il solito sciapo spettacolino raggranella consensi.

Prima del covid l’italiano rubava il lavoro. Oggi continua a rubarlo (furbettoni col mandolino che siamo, non perdiamo il vizio) ma nel doppio ruolo di mariuolo dei mestieri e povero untorello di manzoniana favella.

Così almeno secondo la domenicale, e puntuale come le tasse, denuncia di Lorenzo Quadri, leader della Lega dei Ticinesi.

Nel consueto sfottò del settimo giorno sulle pagine del giornale di partito il biondissimo capo oggi assume toni più sgradevoli del solito.

Parlando di covid, tra l’altro scrive: “E qui siamo al colmo della presa per i fondelli. Perché ad esporci al rischio di una terza ondata non sarebbe di sicuro la riapertura in sicurezza di ristoranti e palestre. Il rischio reale arriva invece dalle frontiere sempre spalancate sulla Lombardia, che da domani torna in zona rossa”.

Rincara: “Forse qualcuno si è già dimenticato che un anno fa il Ticino si è impestato perché il CF non ha chiuso per tempo i valichi con la Lombardia, allora principale focolaio epidemico dell’Occidente. Adesso siamo daccapo. La Lombardia torna zona rossa, la popolazione locale viene rinchiusa in casa dal proprio governo, però può entrare tranquillamente in Svizzera!” 

E poi in un climax inarrestabile arriva all’apice: “La Germania (Stato membro UE) ha imposto ai frontalieri in arrivo dalla Francia (altro Stato membro UE) il tampone ogni 48 ore. Da noi niente. Intanto dal Belpaese non entrano in Ticino “solo” gli oltre 70mila frontalieri e le svariate migliaia di padroncini. Entrano cani e porci. Per qualsiasi motivo. Anche per delinquere. Vedi il sedicente “influencer”-baüscia milanese del festino illegale alle scuole medie di Locarno. Vedi i rapinatori della stazione di servizio di Pedrinate”.

Eppure Quadri sa benissimo cosa accadrebbe se, in un istante, l’intera forza lavoro italiana lasciasse il Ticino. Lo sa ma tant’è.

C’è un Nord per tutti, la Svizzera è il nostro. Ottima lezione.

 

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