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L’ex consigliere: “Sui parcheggi a Como una politica vecchia che aumenta le tariffe e non offre alternative”

Sul caldissimo tema delle nuove tariffe dei parcheggi e del riordino generale della sosta voluti dal sindaco di Como Alessandro Rapinese, ospitiamo l’intervento dell’ex consigliere comunale Luigi Ciullo. Non chiamiamo rivoluzione il caro-parcheggi. Invitiamo come sempre agli amministratori e i politici di Como e provincia che volessero prendere posizione sui temi di attualità a inviare interventi, opinioni, riflessioni alla mail redazionecomozero@gmail.com o al numero whatsapp 335.8366795.

Non chiamiamo rivoluzione il caro-parcheggi.

L’aumento tariffario per la sosta urbana viene dai più definito “rivoluzione”.  A me sembra, viceversa, che anziché rivoluzione a vantaggio di tutti, le nuove tariffe del sindaco descrivano la restaurazione di una vecchia politica della sosta a vessazione di coloro che potranno o dovranno permettersi i costi annunciati.

Vecchia politica, anzi obsoleta, in considerazione delle carenze del servizio di trasporto pubblico e dell’assenza più assoluta di un Piano del traffico urbano con i cui effetti perduranti gli stessi aumenti non fanno proprio i conti. Vecchia e populista perché come altri rimedi parziali non porterà alcun beneficio sistemico alla città caotica, invasa da veicoli inquinanti, frotte di turisti, lavoratori, frontalieri e studenti. Per carità, nulla di male rispetto a queste pacifiche invasioni; tutto il male possibile riguardo all’incapacità di gestire le stesse con un metodo di analisi globale e ingegneristica pianificazione.

Siamo ben lungi, ahimè, da un piano generale che tocchi e renda coerenti tutti gli aspetti del vivere urbano, a partire da quelle esigenze sociali, economiche, ambientali e culturali di cui in molti si riempiono la bocca senza nulla proporre. Servirebbe, cioè, una visione generale e di prospettiva rispetto alla quale le scelte del Sig. Rapinese, più che una rivoluzione, ricordano il balbettìo saccente e antistorico di Maria Antonietta all’annuncio dei bisogni popolari.

Piuttosto, la rivoluzione potrebbe meglio definirsi quella di lavoratori e residenti che potrebbero rivoltarsi contro il depauperamento dei servizi associato a costante aumento delle tariffe. Temo, quindi, che chiamare rivoluzione l’ennesimo balzello fiscale denoti un ricordo molto vago di cosa siano state le rivoluzioni nella storia. Oppure, che l’impropria definizione rappresenti condizione di chi ha esaurito gli argomenti per fare inutile sensazionalismo nella città sempre più povera di idee e slanci creativi.

Luigi Ciullo, già Consigliere comunale e membro della Commissione Ambiente e Territorio.

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6 Commenti

    1. Grazie, anche se in risposta a questa scelta iniqua verrebbe voglia di mettere da parte ogni pacatezza e organizzare forme plateali di protesta, ben più dirompenti ed efficaci delle fiaccolate e delle petizioni organizzate per molto meno dal Sig. Rapinese solo pochi anni fa.

  1. Il centro città è un imbuto ed adesso che anche il turismo ha un afflusso senza precedenti Como è un caos. La soluzione “rivoluzionaria” è aumentare il costo della sosta e mettere in croce chi ci lavora, che se può permetterselo troverà a caro prezzo un’alternativa, se invece ha uno stipendio modesto entrerà in una morsa senza uscita. Ma non è un tema degno di tutela evidentemente per il nostro signor sindaco. Certo spremere i turisti a scapito dei lavoratori (ma NON DI TUTTI EH) è davvero “rivoluzionario”. Lo voglio ripetere ovunque: il signor sindaco si rende conto delle persone che lavorano e che in due mesi sono chiamate a stravolgere la loro vita? Il signor sindaco dovrebbe spiegare perché le sue belle regole per lacune categorie non valgono, un dipendente del tribunale vale più di un altro lavoratore qualunque? C’erano delle storture da correggere (adeguamento tariffe, tessere che passano di mano in mano senza passare dalle graduatorie) ma questo provvedimento è violento ed ottuso. Il signor sindaco farebbe cosa migliore a rivederlo, diversamente dovremo dare ragione a chi lo reputa inadeguato ed arrogante, mettendo in discussione le nostre scelte di vita e lavorative perché rese impossibili da un tale amministratore della cosa pubblica.

    1. Ma, secondo lei, non sarebbe stato meglio che, prima di aumentare le tariffe della sosta, il sindaco avesse messo in opera i nuovi autobus, ridefinito la loro percorrenza in sede protetta e trovato alternative serie all’attuale caos viabilistico urbano? Ma non era lui che in campagna elettorale sosteneva che prima di modificare alcunché nel sistema dei parcheggi occorreva trovare alternative per residenti e lavoratori? E non ditemi che spostare un parcheggio da una parte all’altra della convalle o promettere un’isolato ricovero per auto, stile sfasciacarrozze con alibi fotovoltaico nell’asse prospettico della Basilica di Sant’Abbondio, rappresenti la soluzione. Anche ammesso e non concesso che lo sia, quante altre promesse del Sig. Rapinese avete visto realizzate? Non riesco a trovare nessuna giustificazione morale e gestionale nel raddoppio delle tariffe dei parcheggi, se non quella economica senza alcuna garanzia di efficace contropartita per la Città.

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