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Punti di vista

Meno polemiche, tanta concretezza: sono gli assessori per ora la vera carta vincente della Giunta Rapinese

C’è un grande paradosso in questi cinque mesi pressoché esatti dalla data del ballottaggio che ha incoronato Alessandro Rapinese sindaco di Como (era il 26 giugno): il dibattito pubblico è pressoché inchiodato alle esternazioni del primo cittadino, quasi unico “marchio visibile” di qualsiasi azione promani da giunta e consiglio, ma il vero treno vincente, per ora, è quello formato dai convogli dei singoli assessori. Molto meno invece – almeno se stiamo ai fatti pur in questo ristretto periodo di osservazione – in relazione alle deleghe effettivamente detenute dal primo cittadino (che pure non sono poche: Patrimonio, Sport, Sicurezza, Polizia Locale, Affari generali e istituzionali, Relazioni internazionali, Innovazione tecnologica).

Se usciamo per un attimo dai toni tonitruanti del sindaco pressoché su qualsiasi ambito dell’amministrazione – non di rado con invasioni dialettiche anche nel campo dei legittimi gestori delle singole materie, come sovente si nota in aula – si coglie immediatamente che, dopo qualche comprensibile benché un po’ fuori fuoco, eccesso iniziale (i famosi video fiume e di gruppo su cose del tutto trascurabili), la gran parte degli assessori ha scelto una via comunicativa decisamente opposta a quella del loro “capo”. Ma la mossa, in concreto, si sta rivelando decisamente più produttiva, più tangibile.

In questo senso, spicca oggettivamente il titolare della delega al Verde, Ivan Matteo Lombardi, il quale è stato forse il primo a disincagliarsi dalla rutilante ribalta mediatica, puntando molto sul fare in concreto e a toni moderati. Niente di epocale, forse, ma tante cose con alto gradimento popolare: dalle minuzie (che poi, però, per i cittadini minuzie non sono) che vanno dalle fioriere in città finalmente degne di questo nome, passando per gli addobbi di stagione a Palazzo Cernezzi, finendo con un’oggettiva opera incessante di lotta al degrado spicciolo tra vie, piazze e aiuole, per concludere con qualche colpo ereditato dai predecessori ma ben condotto (il rifacimento dei giardini di via Vittorio Emanuele) oppure la sistemazione del percorso nel verde Viale Geno-Blevio (apprezzatissimo da centinaia di persone, sulla nostra pagina facebook).

Un altro assessore che è rimasto decisamente lontano dal clima di polemica quotidiana che si porta appresso il sindaco è certamente Colombo (Cultura, Urbanistica, Mobilità, Turismo): la sua oculata e meno ideologica gestione – d’intesa anche con Cernobbio, come ogni logica vorrebbe – del piano del traffico per gli eventi natalizi, mentre il sindaco sparava a zero sulla città vicina, ne è un simbolo tangibile (gli effetti, poi, si vedranno sul campo a giorni). Il tempestivo intervento, alzando anche la voce, perché venisse concluso il cantiere su via Giussani un altro esempio: poche chiacchiere, azione. E poi, finora, la gestione della cultura (dal buon tentativo di rilancio della Pinacoteca all’app per il Tempio Voltiano) sembra calata su buone idee e sincera passione.

Che dire poi della vicesindaco Nicoletta Roperto, costretta a rammendare silenziosamente e con buona dose di buonsenso gli strappi del primo cittadino sul fronte della gestione dei senzatetto e in particolare per l’Emergenza Freddo? Ai cannoneggiamenti del sindaco di poche settimane fa, Roperto ha opposto robuste dosi di praticità anche se la realtà (fortunatamente, vien da dire) si è poi realizzata in senso opposto (saranno ovviamente accolti regolari e irregolari in via Borgovico) rispetto a tanti slogan rimasti tali. E, che si ricordi, una parola fuori posto su un tema così delicato da parte della vicesindaco non si è udita, mentre su temi sociali (dagli educatori di plesso ad altre iniziative per i più fragili) l’attività si percepisce. Certo, rimane la questione della possibile chiusura di varie scuole in città, ma quella – improntata soprattutto su temi di costi e bollette – appare più una decisione frutto del mix tra gestione di Patrimonio, Bilancio e Politiche energetiche che non del solo assessore ai Servizi Sociali.

Andando oltre, è ovviamente impossibile ora addentrarsi in ogni singola pratica, ma a grandi linee si può ritenere comunque decisamente meritoria la serie di ispezioni sul campo dell’assessore Maurizio Ciabattoni tra scuole e cimiteri (queste ultime aperte ai cittadini), così come risulta ammirevole la gestione del Natale a Como senza troppe chiacchiere polemiche da parte del titolare del Commercio, Michele Cappelletti, costretto suo malgrado su un terreno reso minato dai toni bellici del primo cittadino, ed è stata oggettivamente apprezzabile la gestione per tempi e modi della delibere contabili da parte di Monica Doria (in particolare la massiccia variazione di bilancio di ottobre) così come al suo settore fa capo la gestione dei tributi, spostamenti di scrivanie a parte.

Sono solo alcuni esempi – su cui, politicamente, il giudizio può naturalmente prestarsi a idee diverse – ma come abbiamo visto, molto lavoro è stato svolto dagli assessori pensando più agli obiettivi piccoli o grandi da raggiungere nel concreto, piuttosto che a trasformando ogni decisioni in sfide al mondo, all’opposizione e ai media.

E il sindaco? L’abbiamo detto: resta l’emblema di questa amministrazione e fornisce gli indirizzi fondamentali ma travolge spesso (forse troppo spesso) la concretezza a fari spenti della squadra con il tono polemico su cui incardina ogni mossa. Certo, il suo merito – almeno finora – è stato l’aver scelto gli assessori, cosa non da poco. Ma sicuramente, per ora, l’immagine complessiva dell’esecutivo di Palazzo Cernezzi ha tratto più giovamento dall’opera del team che non dai risultati attribuibili nello specifico a Rapinese. Il quale è vero che si è caricato sulle spalle partite molto più grandi, difficili e di lungo periodo (piscina e palazzetto di Muggiò, Politeama, parcheggio in Ticosa che però è tema soprattutto urbanistico, sicurezza su cui sono arrivati gli unici due risultati tangibili nella forma dei vari regolamenti su artisti di strada e alcol) ma a oggi, se non vogliamo credere che in Comune faccia tutto e soltanto lui e gli assessori siano soltanto nomi e volti di comodo, molto ringraziamento per una luna di miele con la città che sembra continuare dovrebbe andare alla sua squadra piuttosto che all’uomo solo al comando.

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8 Commenti

  1. Rapinese Sindaco in questi cinque mesi non è salito alla ribalta solo per le esternalizzazioni ma soprattutto per le promesse clamorosamente disattese: la proroga di via del Doss, la riapertura in tre mesi della piscina di Muggiò, lo skate park in piazza Roma, la chiusura del dormitorio invernale di via Borgovico, ecc. ecc. Per il resto è agli inizi. Le decisioni politiche prese, la chiusura dei plessi scolastici e gli eventi natalizi, si potranno valutare solo quando saranno chiari a tutti i disagi alle famiglie e quelli alla mobilità dei cittadini nel periodo natalizio. E gli Assessori? Nessuno di loro ha promesso qualcosa, nessuno ha deciso nulla e nessuno sa chi sono e cosa fanno se non si mette il loro nome nella didascalia della foto di gruppo.

  2. Articolo mettizinzagne, tentativo becero per tentare di mettere contro gli assessori al Sindaco. Loro troppo intelligenti per cascarci, e sopratutto troppo uniti tra loro e col loro Capo. Trappola non riuscita secondo il mio modestissimo parere…..

  3. A quando un commento sugli improbabili redditi dichiarati da qualche assessore e da qualche consigliere comunale?

  4. Immagino che molti assessori avranno capito che fare la spalla del Sindaco nei vari video che sono man mano girati diventava imbarazzante anche per il loro futuro professionale (perchè prima o poi alla professione si deve tornare).

  5. Senza entrare nel merito delle singole questioni, però dai, questo è una articolo da paraculo totale. Ci vedo del sano “divide et impera”…

  6. Dalla nostra torre osserviamo stupiti come costoro si prestano a reggere il gioco del loro amato Sindaco, come se avessero scheletri negli immobili che è meglio lasciar impolverare.
    Ma quanto questo durerà?
    Quanto resisteranno?
    Abbiamo osservato bisbiglii e incontri fugaci alla nostra ombra, forse che la squadra inizia a perdere la fiducia nel suo leader maximo?

  7. Se I giornalisti non provocassero…d’altronde le testate devono pur riempire le pagine…Articoli di spessore ve ne sono ben pochi, più facile provocare e dettagliare le risposte.

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