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Molteni candidato, siamo sicuri che il centrodestra sia così compatto? Silenzio, imbarazzo, telefonate carbonare

Bisogna mettere in sequenza i fatti per avere un orizzonte chiaro. Sabato ComoZero anticipa il nome dell’ex sindaco di Lipomo, Giordano Molteni, quale candidato sindaco del centrodestra a Como (qui). Passano due giorni senza nessuna posizione ufficiale dei coordinatori provinciali di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e civica Insieme poi lunedì, sempre da queste pagine, è Molteni a confermare: Como, Molteni dice sì: Candidato sindaco, un onore. Ho chiamato Landriscina, ora centrodestra compatto”.

Qualcuno che reagisce c’è e non senza ragioni. E’ il sindaco Landriscina che, comunque la si pensi, è stato vittima di un oggettivo sgarbo. Nessuno lo ha contattato prima per discutere la candidatura-avvicendamento o anche solo per comunicare la decisione. L’unico a chiamarlo è stato Molteni ma solo a giochi, apparentemente (!), conclusi. Così il sindaco ha affondato i denti: Molteni candidato del centrodestra, Landriscina a muso durissimo: “Non lo sosterrò, ecco perché”. Certo il primo cittadino ha evidenziato “parlo per me, la civica che mi sostiene prenderà le proprie decisioni” ma è difficile pensare che la lista guidata dall’assessore Elena Negretti possa avallare un candidato deciso senza che prima si trovasse quantomeno un onore delle armi per il sindaco uscente.

Altro elemento: oggi è mercoledì. Tre giorni fa l’ex primario di Otorinolaringoiatria al Sant’Anna ha parlato da candidato quantomeno in pectore e, ancora ripetiamo, nessuna voce ufficiale o gentilmente informale si è  levata dalla coalizione. Bizzarro, non c’è che dire. Ma lasciando il palco e facendo un giro dietro le quinte si ottiene se non un’altra storia quantomeno una lettura diversa.

I malumori ci sono, sono trasversali e diffusi in tutta l’alleanza questo punto non è smentibile a oggi. Assessori, consiglieri, militanti, simpatizzanti non hanno affatto gradito un nome calato dall’alto (tavoli romani) non discusso e non condiviso a livello locale. Non dimenticando peraltro che come evidenziavamo qualche giorno fa “nel 2020, proprio Fratelli d’Italia e Lega si schierarono contro Giordano Molteni alle elezioni comunali di Lipomo, determinandone la sconfitta a vantaggio dell’esponente di centrosinistra Alessio Cantaluppi. Ebbene, oggi, quello stesso candidato affondato e osteggiato diventa l’aspirante alla fascia tricolore di Palazzo Cernezzi proposto proprio dai meloniani e sostenuto o almeno accettato dai leghisti. Miracoli della politica nell’anno 2022”.

Ecco, i leghisti. Si dice che ai piani alti e intermedi del partito Molteni sia un boccone ancora da digerire. I salviniani sono i più silenziosi di tutti, è nota la disciplina interna, ma qualcuno tra una telefonata carbonara e l’altra con questa redazione parla apertamente di “imbarazzo, vero imbarazzo nella gestione di questa vicenda”. Poi c’è Forza Italia dove si dice vi sia, riportiamo testualmente, “parecchia gente incazzata nera”.

E i Fratelli? Reduci dalla magra figura (con il protagonista, bisogna sottolinearlo, del tutto incolpevole) della candidatura messa in campo e poi ritirata del coordinatore provinciale Stefano Molinari, starebbero vivendo momenti di grave nervosismo. D’altronde la scelta di Molteni è ascrivibile in tutto e per tutto al deputato meloniano Alessio Butti.

Stessa aria nella civica Insieme. E comunque a nessuno in coalizione è piaciuto il metodo. Nei giorni in cui peraltro sembrava prendere quota e consenso la possibile candidatura  dell’ex comandante della Polizia locale di Como, Vincenzo Graziani.

Intanto si narra di telefonate incrociate, di pentimenti dell’ultimo centimetro e lacrime di coccodrillo: “Avremmo dovuto sostenere Molinari” viene ripetuto molto spesso. Addirittura tra gli alleati dei Fratelli c’è chi spera in un ritorno in campo. Possibile? Ormai tutto lo è.

Ma tornando a bomba ribadiamo: ciò che più rispecchia la situazione di enorme difficoltà nella coalizione è il silenzio ufficiale che ancora avvolge il presunto candidato. Perché i segretari e i big dei partiti non parlano? Come è possibile che il lunedì Molteni parli di centrodestra unito e che tre giorni dopo nessuno dia un, anche timido, segnale di quell’invocata unità?

Obbeh, poi sappiamo come vanno le cose, le elezioni si avvicinano: tra un po’, anche oggi stesso, tutti uniti e problema risolto (altra cosa è vincere però). Non sarebbe la prima volta, il sindaco Landriscina in una recente intervista ci ha raccontato di come nacque e fu formalizzata la sua candidatura, svelando un retroscena non secondario: “Fui contattato da Alessandro Fermi (all’epoca Forza Italia, oggi Lega, Ndr) e da Nicola Molteni (Lega), mi chiesero se fossi disponibile a mettermi a servizio della città, la mia era una storia di servizio al pubblico (medico rianimatore, capo del 118, Ndr). Ho capito solo dopo che questa cosa non era stata condivisa con tutti, mi dispiace”. Riferimento a Fratelli d’Italia che poi appunto lo sostenne.

Tutto è possibile, si diceva, ma in queste ore la civica Insieme lavora a un progetto che nessuno ufficialmente bollerà mai come pericoloso ma che molti in queste ore a microfoni spenti individuano come una possibile e pesante minaccia in termini di erosione del consenso interno al centrodestra. Ne parlavamo stamani: Foto sfocata, incontro pepato: Elena Negretti-Mario Molteni-Franco Brenna. Nasce la lista spacca centrodestra?

Intanto i candidati Alessandro Rapinese (Lista Rapinese Sindaco, 22% nel 2017) e Barbara Minghetti (candidata per larga parte del Centrosinistra) sono ampiamente in campagna elettorale e non possono che gongolare.

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