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Nini Binda il super comasco: “Ho visto il mondo e cambiato una città che si lamenta e poi va a Saint Moritz”

Si dice che la paura faccia novanta, detto che deriva dalla smorfia napoletana. A Como c’è una persona ormai prossimo ai novanta, li compirà il 6 aprile, ma che la paura non sa davvero cosa sia. Con lucidità e acume è da tempo l’anima critica della città. Pungola, suggerisce, sottolinea, ricorda, molto raramente attacca. Anche perché dalla pubblica amministrazione ci è passato in prima persona, assessore con deleghe pesanti della giunta Botta.

Il quasi novantenne è Palmiro Binda, per tutti Nini, erede di una famiglia che ha contribuito a creale la città di oggi, il papà, Gianni Binda fondatore del gruppo tessile, fu anche presidente del Calcio Como. Nini campione di motonautica, imprenditore, mecenate, amministratore pubblico. Anche questa sua chiacchierata non lascerà indifferenti i lettori.“Inizi allora pure a scrivere che la Santarella per me è come la Corazzata Potemkin per Fantozzi, ovvero una cagata pazzesca”.

Iniziamo piano l’intervista…Per tutti è un bel monumento, il sindaco Rapinese ci voleva portare il Museo della Seta, piace all’Università dell’Insubria, mentre per lei…
Il peccato originale sulla Ticosa è stato abbattere il Corpo a C e gli shed, che peraltro durante il mandato Botta il sottoscritto aveva appena rifatto, grazie alla Fondazione Ratti. Hanno tenuto su solo la Santarella e non so cosa abbia visto quel giorno il sovrintendente quando l’ha vincolata. Ma scusi, quella era una centrale termica, che valore può avere una vecchia centrale? Io la abbatterei subito, in modo che si possa creare anche un cannocchiale che valorizzi la chiesa di Sant’Abbondio, che invece è lì tutta nascosta. Si potrebbe scorgerla già da San Rocco senza la Santarella, quello è un simbolo di Como. Ma per piacere buttiamola giù, con l’altezza che ha, per farci dentro qualcosa si dovrebbero spendere milioni di euro, non ci sono le distanze corrette per le scale, servirebbero costosi ascensori. Un’assurdità.

Quindi sulla Ticosa si doveva risparmiare il Corpo a C, quello dei fuochi d’artificio e buttare già la Santarella?
Lei è mai stato a Bilbao? Se non c’è stato ci vada, guardi il Guggenheim Museum. La struttura somiglia molto a quel Corpo a C abbattuto senza pensarci troppo.

Restiamo in Ticosa, cosa ne pensa del progetto di fare un parcheggio?
Penso che c’era già il parcheggio, lo avevamo fatto noi, giunta Botta, io e Paolo De Santis, da 600 posti. Si sapeva che nel sottosuolo si sarebbe trovato qualcosa con una tintoria attiva per cento anni, dai. Lo avevamo fatto in superficie. Si doveva riqualificare l’esistente. Vada a Bilbao, e guardi anche i lavori fatti da Norman Foster, la metropolitana leggera, che per noi sarebbe una manna. Da un’area industriale caduta in rovina hanno creato un polo attrattore d’arte e cultura. Ma invece Como dorme e si lamenta, i comaschi stanno in città dal lunedì al venerdì a portare a casa soldi, poi il weekend vanno a Saint Moritz.

Ci si lamenta ultimamente di un altro parcheggio, quello della Valmulini, realizzato quando si sapeva che il Sant’Anna sarebbe stato trasferito. Erano i suoi anni da amministratore.
Nei miei anni si fece l’autosilo è vero, un gioiello, ma il trasferimento del Sant’Anna arrivò dopo. Anzi, ricordo ancora quando l’architetto Emilio Terragni venne in giunta a presentare la riqualificazione completa dell’ospedale, con annesso l’ex sanatorio G.B. Grassi lasciando tutto a Camerlata. Qualcuno disse che non interessava. C’era l’idea di fare un nuovo quartiere residenziale a Camerlata, ma sappiamo come è andata. E quando dico Camerlata penso alla fontana, che per due volte ho riqualificato.

Vogliamo parlare dei giardini a lago, altro suo cavallo di battaglia, soprattutto la questione della recinzione.
Li guardavo adesso, con quella cancellata di cantiere, o nei giorni con i new jersey per evitare che si incrocino le tifoserie del calcio più violente. Io avevo il progetto per una recinzione già approvato dalla Soprintendenza. Avevamo i soldi, non se ne fece nulla. L’architetto Aritioli, sovrintendente di allora passò al Comune di Milano e dopo qualche anno fece la recinzione all’Arco della Pace, funzionale, sicura, nessuno disse nulla. Ecco un mio grande rammarico è di non vedere in vita la recinzione ai giardini a lago, ma ormai sono novanta… lo spirito è ancora di un trentenne, ma il fisico li sente tutti.

Però la sua mano sui giardini è restata.
Parla del cannocchiale verso il Tempio Voltiano? Sì certo, ci tengo moltissimo e ho visto dai rendering che è rimasto, per fortuna.

Vogliamo parlare ancora dell’ospedale? Il trasloco a San Fermo ha fatto la fortuna di Pierluigi Mascetti, un uomo che conosce bene, diciamo che lo ha creato lei…
E’ stato il mio amministratore in azienda è vero, persona molto preparata e oculata, un ottimo sindaco, che con lungimiranza ha trasformato San Fermo, ora con Cavallasca in un paese eccezionale, rivalutando anche i suoi gioielli. Perché attaccarlo per i soldi che gli arrivano dal parcheggio? Chi ha voluto lì l’ospedale? Non certo Mascetti. Vediamo di andare a fondo nelle cose, ma io ne ho viste tante… sa che a Como ho vissuto l’era del podestà, mio zio, Attilio Terragni e di 11 sindaci, ho fatto il conto. Mio nonno era il Bernasconi, quello dei parapetti storici del lungolago, che non ho capito che fine abbiano fatto. Ma non solo dei parapetti, fece l’hangar dell’Aero Club, così anni fa sponsorizzai la sua riqualificazione, c’è ancora una targa che lo ricorda, in Provincia era presidente Tiziana Sala.

Ha sempre guardato avanti e avuto una visione della città come pochi, da cosa deriva secondo lei questa attitudine?
Dai suoi viaggi?
Dopo il ginnasio i miei mi spedirono in Germania in un Setificio, fu una scuola di vita, capii che dovevo imparare subito le lingue. Ho sempre girato il mondo, aperto il primo ufficio a New York, mi sono confrontato con i più grandi stilisti, architetti. A Kiev vidi realizzare la metropolitana, un gioiello, erano gli anni Cinquanta, si era capito che il traffico andava spostato sotto terra, a Milano ci sono arrivati dopo cinquant’anni. A Como siamo riusciti a portare sotto la montagna solo la centrale di potabilizzazione. Opera meravigliosa, fatta dalla nostra giunta Botta. Adesso si critica l’autosilo della Valmulini; ma per favore, si poteva anche collegarlo alla ferrovia che passa a pochi metri. Certo, per chi arriva da Milano va indicato meglio, ma intanto c’è. Lo scriva, io ho sempre avuto un bel rapporto con i media e i giornalisti. Lei ricorderà quanto ho investito anche nel Corriere di Como.

Certo, ce lo ricordiamo tutti, grazie Nini e auguri di cuore.

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31 Commenti

  1. Vorrei raggiungere i 90anni con la medesima vis propositiva e amore per la propria città così come la espone e la sprona ancor oggi il signor Nini Binda, dopo le moltissime azioni attuate sia attraverso l’Amministrazione che il proprio impegno da privato.
    E per coloro che non conosco Nini Binda, non conoscono la città, la sua storia, per lo meno recente e il significato della parola: benefattore.

  2. Peccato solo che in tutti questi anni nessuno abbia realizzato dei sottopassaggio per i veicoli che ancora oggi come nel far west devono trascorrere i quarti d’ ora ad aspettare che si alzino le sbarre per il passaggio dei treni, mah

    1. Ma magari non si possono fare?
      Ricordi cosa c’è sotto l’autosilo del Valduce e che proprio li di fronte c’è un passaggio a livello? Per quanti anni abbiamo avuto una voragine li? Dobbiamo correre il rischio di avere per anni una voragine in mezzo alla strada?
      E in piazza del popolo dove c’è l’altro passaggio a livello qualcuno ricorda che c’era un castello e che scavando in quella zona potrebbero saltar fuori dei resti delle mura? Alcune parti delle stesse sono ancora oggi visibili prima e dopo lo stesso passaggio a livello!

  3. Ma quale Binda, in 80 anni non è cambiato niente in questa città. Demoliti due palazzi e montagne di soldi sprecati (V. Paratie, Ticosa e Autosilo) per il resto hanno fatto tutto i privati. ma per favore su smettiamola di dirle

    1. Ma 80 anni fa eravamo ancora in guerra e dire che da dopo la guerra dire che non sia stato fatto nulla a Como da parte delle Amministrazioni è falso ed ingiusto.

  4. Nini Binda a suo tempo ha fatto molto più di tanti che ci sono stati dopo… vorrei solo domandargli se è a conoscenza dello stato in cui si trova l’area della sua ex Ditta a Breccia

  5. Allora non sono il solo a pensare che con Ferrovienord e Trenord si sarebbe potuta attivare una fermata all’autosilo Valmulini. Sarebbe stato estremamente comodo avere, oltre al servizio ferroviario ordinario, anche una Navetta da Grandate a Lago e ritorno con fermata all’autosilo. Poi abbandonare una Struttura frutto di donazioni e sacrifici come lo storico Ospedale Sant’Anna è davvero incomprensibile.

  6. Che non si sappia chi sia Nini Binda è fuori luogo. Si possono criticare le sue idee ma è da ammirare la sua profonda conoscenza della città e delle sue problematiche.
    Per quanto riguarda l’autosilo anch’io propongo una soluzione molto semplice copiando da Lugano. Parcheggio con tariffa moderata e navette elettriche frequenti che portino in centro.

  7. CHI IGNORA, NON CONOSCE.
    SUGGERIREI A CHI NON CONOSCESSE IL SIG. NINI BINDA DI LEGGERE LE PUBBLICAZIONI DELLA FAMIGLIA COMASCA, POTREBBE TROVARE UTILI SPUNTI DI MEDITAZIONE, E COMPRENSIONE DI CIO’ CHE E’ STATO IN RELAZIONE ALLE PERSONE ED AI FATTI CHE HANNO FATTO GIUNGERE LA CITTA’ AD OGGI.
    NON NEGO CHE SI SAREBBE POTUTO FARE ASSAI MEGLIO, MA QUEL CHE E’ STATO E’ STATO, E, FIN QUI SIAMO ARRIVATI………..VEDREMO IL SEGUITO
    CON VIVA CORDIALITA’

  8. Non so quanti comaschi possono ancora andare a S.Moritz nel week end.. cmq d’accordo sulla Santarella: quattro mattoni vista tangenziale. mi domando da sempre quale sia il pregio di quel rudere.

  9. Binda è sempre stato un fautore della necessità di diminuire il traffico in convalle. E adesso si fa andare bene che la Ticosa diventi un parcheggio e che venga lasciato a un’azienda che di quel parcheggio incasserà gli utili per trent’anni. Geniale…

  10. Nel frattempo Alessandro Rapinese lavora e porta a casa i risultati, questa persona della quale nessuno ha mai sentito parlare se ne può tranquillamente andarsene in Svizzera, che come tutti i comaschi si lamenta, rimane dal lunedì al venerdì a Como e nel fine settimana lui se ne va a San Moritz.

    1. Specificare i risultati portati a casa da Rapinese, please (so che è inutile chiederlo perché i Rapifans non rispondono; ma a volte è divertente, quando rispondono 😁)

      1. – Pedonalizzazione di Piazza Perretta
        – Acquisto del Politeama per ristrutturarlo
        – Rimodulazione delle tariffe dei parchimetri
        – Illuminazione del Duomo
        – Illuminazione delle mura
        – La chiusura del campeggio illegale di Rebbio
        – Riasfaltature della Napoleona
        – Aggiornamento del piano anti incendio del comune di Como
        – Il parcheggio in Ticosa

        Se non sei concorde non significa che Rapinese non abbia fatto niente, e se per lo meno riconosci il lavoro svolto, non è che se non riguarda direttamente te allora è lavoro di minor importanza.

        1. Specifica bene:
          – IL PROGETTO DEL parcheggio in Ticosa
          – acquisto del Politeama SENZA IDEA DI COSA FARCI
          – illuminazione delle mura ANCORA DA COMPLETARE

          Se vuoi possiamo andare avanti così ci divertiamo tutti!

          1. Ti converrebbe tacere. La lista su cui fai tutta questa brillante ironia è già molto di più di quanto fatto delle 3 amministrazioni precedenti.

        1. Ma perché bisogna denigrare le persone, non serve a nulla. Cmq le mamme che portano i bambini al nido lavorano e la mattina col traffico che c’è, girare mezza città per raggiungere il nido non aiuta certo nessuno

    2. O hai 15 anni o non sei di Como ma sei solo un rapifan con le fette di salame sugli occhi!!
      Forse tu non conoscerai Nini Binda ma stai sicuro che a Como lo conoscono tutti!
      Sei davvero imbarazzante nei tuoi commenti!

    3. Te li elenco i risultati:
      Chiusura di Via del Dos con disabili sparsi in giro per la provincia.
      Chiusura della piscina sinigaglia e attenzione che quando riaprirà bisognerà incrociare le dita che tutto riparta
      Muggiò chiusa e devastata
      La bocciofila al capolinea con gli anziani a spasso
      Asilo Magnolia e a seguire gli altri due prossima chiusura
      Parcheggi eliminati a caxxum per la sua mitica rotazione
      La scala della Parini puntellata da due anni chiusa, inagibile sopra, ma sotto si passa senza alcun problema e con data di riapertura a data da destinarsi. A detta del tuo Sindaco il cantiere più complesso che si trova a dover gestire. Un lavoretto da 14.000 euro che farebbe anche un alunno al primo anno del Politecnico.
      E tu parli di risultati?
      Vergognatevi

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