RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Punti di vista

La ciclista esaperata: “Como-Argegno per godermi il lago. Nervi a pezzi, le auto non ci rispettano”

Qualche giorno fa, in questo lungo articolo, Mario Guidotti aveva lanciato l’allarme – anzi, aveva esplicitamente parlato di “tragedia annunciata” – per il traffico selvaggio sulla Statale Regina nell’ormai imminente stagione turistica. E nel ricapitolare le tante insidie della strada che da Como costeggia tutta la sponda occidentale del Lago di Como, oltre a “camion, corriere, bus turistici, van, camioncini, camper, motocicli grandi e piccoli, sidecar e perché no anche allegri monopattini di ultima generazione”, aveva dedicato un caustico paragrafo anche ai “grappoli di ciclisti abbracciati e abbarbicati, che cinguettano allegramente tra loro, o se proprio sono soli al cellulare. Si rincorrono, caracollano scansando buche (voragini) o tombini pericolanti e pericolosi (forse siamo in Europa la nazione che ne conta il maggior numero per metro quadro). Qualcuno è stato visto pedalare senza le mani sul manubrio per foto e imperdibile condivisione sui social in diretta”.

Ebbene, oggi, su questo punto specifico ospitiamo la risposta tramite la lettera di una ciclista che rifiuta la generalizzazione rispetto a chi si muove a pedali ma soprattutto evidenzia i tanti pericoli che derivano in primo luogo dalla guida scorretta di molti automobilisti. Di seguito, la lettera integrale (per opinioni, segnalazioni, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com o al whatsapp di redazione 335.8366795).

Scrivo in risposta al articolo di Mario Guidotti che dà l’impressione di essere scritto quasi esclusivamente attraverso lo sguardo del automobilista (del posto) e, visto la descrizione molto negativa dei ciclisti sia nel articolo sia nei commenti potrebbe contribuire in questi tempi dei Social alla normalizzazione e la diffusione della rabbia e dell’intolleranza nei confronti di una certa categoria degli utenti della strada (guarda caso, nella minoranza), che a sua volta crea una situazione ancora più pericolosa per questa categoria quando si trova in strada. Da ciclista e automobilista faccio un appello sentito a tutti di avere un po’ di riguardo e senso di responsabilità verso una categoria vulnerabile.

Il messaggio implicito in questo articolo è che tutti i ciclisti sono dei rompiscatole che infrangono la legge, messi sulle strade per mettere alla prova la pazienza dei poveri automobilisti. E naturalmente i ciclisti se ne vanno in giro in gruppo, scattandosi selfie narcisistici senza mani sul manubrio, perché sono troppo impegnati a chiamare qualcuno al cellulare mentre saltiamo i semafori rossi e sfidiamo ridendo la morte mentre attraversiamo tunnel per sole auto. Gli automobilisti, invece, non infrangono mai la legge, non saltano mai il semaforo rosso, non sono mai al telefono mentre guidano, lasciano sempre ampio spazio ai ciclisti durante i sorpassi e….. onestamente, in quanto unici proprietari della strada, hanno il diritto divino di considerare gli utenti della strada più lenti e vulnerabili come degli impostori che si arrogano il diritto di guidare con la velocità e l’impazienza che vogliono.

Stamattina sono andata a fare un giro veloce da Como ad Argegno per il puro divertimento e la pura bellezza del luogo. Invece, mi sono trovata con i nervi a pezzi mentre gli automobilisti impazienti mi sfrecciavano accanto a pochi centimetri da me e dalla mia bici (e dalla mia vita) perché, come mi ha urlato un uomo con un furgone bianco, “figurati se devo aspettare dietro di te!” anche se tutte le auto avevano già rallentato a causa dei lavori stradali. Quando vado in bici in Italia faccio del mio meglio per occupare il minor spazio possibile, rimanendo più vicino al marciapiede o sulla destra della strada, in modo da non infastidire gli automobilisti più di quanto la mia presenza sulla strada li infastidisca già. Non passo mai con il semaforo rosso, tengo troppo alla mia vita per passare in un tunnel per sole auto e indosso sempre abiti visibili.

Ma non è mai abbastanza. Alcuni automobilisti non ci vedono mai. E quando ci vedono, sembrano irritati dalla nostra presenza sulla strada. La strada che appartiene a tutti gli utenti della strada, non solo ai veicoli a motore. Alle minoranze viene costantemente detto di rimanere nella loro corsia (quel metaforico “Stay in your lane! Vola basso!” gridato), di occupare il minor spazio possibile per non irritare la maggioranza. Ma è così restrittivo questo piccolo spazio che ci è stato assegnato. Non dovremmo chiedere il permesso di esistere, di essere visti, di esserci. In un Paese che ha uno dei tassi di mortalità più alti d’Europa (in Italia muoiono 217 persone all’anno per incidenti in bicicletta (ISTAT – 2018-2021), quando comincerete a vederci come utenti della strada con lo stesso diritto di stare in strada di tutti gli altri?

Quando capirete che non veniamo sulla strada con un’armatura metallica? Siamo semplicemente pelle e ossa e siamo vulnerabili alla vostra rabbia e alla vostra impazienza, che un giorno saranno la nostra morte? Che ne dite se gli utenti della strada che possono causare il maggior numero di danni iniziassero a prestare attenzione e a rispettare la vita degli utenti più vulnerabili? Perché personalmente sono stanca di dover implorare di essere lasciata in vita per vedere e vivere un altro giorno.

Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro una buona giornata e buon lavoro,

una ciclista.

PS: l’informazione nel grafico qui è molto eloquente:

© RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG ARTICOLO:

33 Commenti

  1. Consiglio a tutti i ciclisti come me di caricare la bici in auto e andare a Colico dove parte la splendida ciclabile Sentiero Valtellina che volendo ti porta fino a Bormio. Intaseremo la statale Regina con ancora un po’ di auto ma tant’è. Così sono contenti tutti.

    1. Grazie Bruno per l’ottimo consiglio. Un giorno farò la splendida ciclabile che ha consigliato. Nel frattempo evito di andare in bici sulla Regina Nuova per un po’. Ed è un peccato, perchè la strada appartiene a tutti, non soltanto ai più forti. E dovremmo rispettare il viaggio di tutti ma chi può causare più danno dovrebbe prestare più cura ed attenzione agli utenti più vulnerabili della strada.
      Buone pedalate, fellow cyclist

      da una ciclista.

  2. Solo per il fatto di viaggiare su una strada pubblica, un ciclista dovrebbe avere tutti gli obblighi degli altri veicoli: targa, assicurazione, luci, specchietti etc. E soprattutto rispettare il CdS. Vigliacco se, in caso di lavori, con senso alternato, rispettano un semaforo. Andare in bicicletta sulle statali trafficate è da irresponsabili ed incoscienti. Ma il menefreghismo e la supponenza ti fa credere di essere invulnerabile.

    1. A questo punto deve valere anche per i pedoni che viaggiano su strada pubblica, targa (o documento d’identità apposto sul deretano),assicurazione,luci, casco,eventuali specchietti ecc. Perché no?

  3. Beato chi incontra il ciclista corretto forse quelli che pedalano da soli ma se sono in gruppo si scatenano. Provate a dare sabato e domenica la strada Lecco Bellagio sembra il giro di Lombardia!!!!! E non azzardati a suonare per avvisarli quando finalmente trovi in punto per sorpassare perché ti mandano a fan…….

  4. paghiamo l’immobilismo dei politici del territorio che pur di non scontentare nessuno non hanno mai fatto nulla . Como è una città isolata , in ogni direzione si voglia andare ha solo strade al limite , non merita di essere un capoluogo

  5. Alla ciclista esasperata risponde un ciclista/automobilista esasperato. Le ricordo che quella è una strada statale ad alta percorrenza e non una pista ciclabile.Ad essere esasperati siamo noi automobilisti dal comportamento incoscente e supponente di certi ciclisti. Personalmente l’ho fatta in bici solo una volta circa 30anni fa e mai mi è frullato nella mente di ripercorrerla.
    pierluigi

    1. Quindi mi faccia capire, per es. i bus a due piani sì e le bici no?
      Le BMW XM grosse come pulmini sì, ma le bici no?
      Alta percorrenza? Strade strette e traffico perenne, ii direi.
      Forse lei dimentica che le biciclette hanno il diritto di stare in strada tanto quanto le auto, e non secondo il sentimento bensì secondo il Codice della Strada, il quale ovviamente regolamenta la circolazione delle due fattispecie di mezzi.

      1. Ermete,
        grazie per I suoi commenti molto sensati e logici. Condivido con lei una citazione che sicuramente apprezzerà:

        C’è qualcosa nel ciclista scorretto che sembra far arrabbiare le persone più di quanto non faccia l’automobilista scorretto. Quando le persone salgono in auto, il loro involucro metallico le trasforma in robot nella nostra mente e siamo grati a loro per qualsiasi atto di cortesia. Siamo grati che non uccidano deliberatamente i bambini e poi ridano di una risata metallica e rauca. I ciclisti hanno più senso civico di chiunque altro viaggi in qualsiasi altro modo, tranne che a piedi. Se scontrano con qualcuno, almeno (come l’ape) fanno alla loro vittima il favore di ferirsi nel frattempo, ed è per questo che, se aveste un po’ di buon senso, risparmiereste il vostro odio per l’automobilista, che (come la vespa) ferisce senza cura.”
        Zoe Williams

  6. Classico esempio del comportamento di certi Superman su due ruote: il tratto Cernobbio Como. Lì c’é una pista pedonale e ciclabile ben segnalata, creata se non sbaglio dalla giunta Botta restringendo la carreggiata destinata alle auto. Ebbene, i “normali” ciclisti ( tipo Graziella) correttamente la percorrono, ma i supereroi su bici da corsa no, loro non sono “normali” ciclisti, eh no. Loro sono investiti della missione di percorrere tot kilometri in tot tempo, altro che confondersi e scansare i pedoni. E così i nostri eroi si sentono autorizzati a percorrere la carreggiata destinata alle auto, tanto vanno 50 all’ora o anche più. Peccato che ogni tanto rallentino, e una bici, un auto in un senso e un camion nell’altro proprio non ci stanno…e intanto la pista ciclabile resta lì a guardare….

    1. Buongiorno, il problema non si pone, essendoci il limite a 30 km/h da villa olmo a Tavernola. Quando vado a lavorare di mattina, essendoci poca gente, resto sulla ciclopedonale, però al ritorno devo stare in strada per non abbattere tutti i pedoni (rigorosamente con cuffie, rendendo vano il mio scampanellio), anche se ci sono tutti gli automobilisti che mi intralciano perché sono fermi. Sono estremamente fastidiosi.

      1. Lei è uno di quelli che rompe le balle, suonando il campanello, alle persone che passeggiano da Villa Olmo a Cernobbio? Io l’ho fatta mille volte, a piedi e in bici, e non ho mai suonato il campanello, se ho fretta vado in strada. Come sempre, vale la legge del più forte, i ciclisti, che si lamentano delle prevaricazioni da parte degli automobilisti sono i primi a comportarsi allo stesso modo nei confronti dei pedoni.

    2. E in strada ci sono i 30 all’ora. E un ciclista che è lì per fare sport i 30 all’ora li tiene senza il minimo problema. Quindi zitto, guidi piano e rispetti gli altri.

  7. La signora è realmente ridicola perché per andare da Como ad Argegno si passa da Cernobbio centro e poi dalla vecchia strada Regina fino a Laglio…. poi a Brienno si segue la vecchia Regina…. Quindi i 20 km sono quasi tutti su una strada con pochissimo traffico…. e solo forse 3 km sulla statale che ovviamente il Sabato con il sole e il caldo è super trafficata.
    Ritengo questo racconto solo e soltanto strumentale e ridicolo. Ci sono ciclisti che viaggiano affiancati dentro le gallerie senza nessuna luce posteriore ne catarinfrangenti. Sono seminvisibili e rappresentano un pericolo tremendo. Certamente ci sono automobilisti e motociclisti che viaggiano a velocità folli e rappresentano un pericolo tremendo. Ma più di tutto è la DISTRAZIONE che è mortale secondo le statistiche ISTAT. A questa ciclista consiglio di scegliere percorsi e orari adeguati alle sue esigenze. Se vuole può proporre di raccogliere firme per fare come sul lago di Garda una pista ciclopedonale a sbalzo lungo tutto il lago.

  8. a leggere il codice della strada, i ciclisti sulla SS Lariana non dovrebbero proprio andarci… visto che intralciano le auto

    Art. 140.
Principio informatore della circolazione.

    1. Gli utenti della strada devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione ed in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale.

    Art. 141.
    Velocità

    6. Il conducente non deve circolare a velocità talmente ridotta da costituire intralcio o pericolo per il normale flusso della circolazione.

    1. Quale la sia definizione di “intralcio”?
      Perché per molti automobilisti sarebbe di intralcio anche un solo ciclista da superarsi poche centinaia di metri dopo l’incontro, al primo tratto utile.

      Sulle velocità ricorderei che sulla Regina, per es., molti ciclisti risultano più veloci di molti bus turistici e anche di tanti turisti in auto, ma intenti a rifarsi gli occhi sul panorama guidando a 35 chilometri orari.

  9. In realtà anche quando ci sono le piste ciclabili, non è il caso della signora, i ciclisti si piazzano sulla strada. Bisogna pretendere le piste ciclabili ma bisogna multare quei ciclisti, e sono ancora tanti, che disdegnano le ciclabili costringendo le automobili a manovre a volte anche pericolose. In Olanda e in Germania, facendo riferimento al grafico, non è possibile per i tanti ciclisti utilizzare i percorsi automobilistici quando sono presenti le ciclabili.

    1. Lei ha perfettamente ragione; ho visto tanti di ciclisti (non in Lombardia) che, pur in presenza di piste ciclabili, percorrono la statale. Io auspico l’aumento esponenziale delle piste ciclabili, per la sicurezza di tutti; ma, laddove presente, la pista ciclabile deve essere obbligatoria per il ciclista.

    2. Caro Gioele,
      ne riparleremo quando in Italia – sopratutto nella bellissima ma pericolosa assai per I ciclisti provincia di Como – esistono le piste ciclabili seri che salvaguardano la vita di una delle categorie piŭ vulnerabili (insieme ai pedoni) sulla strada. Il grafico non menta – poco infrastructure per I ciclisti = piů morti dei ciclisti (intorno a 200 ciclisti al giorno in Italia con il risultato che l’Italia è uno dei Paesi in Europa piů pericolosi per I ciclisti).
      Con affetto per tutto quello che lei scrive. Ę sempre un fonte d’informazione prezioso per qualsiasi non-comasco che vuole capire questo bellissimo posto e la sua gente.
      Amanda

  10. Sui ciclisti a Como ma non solo a Como è meglio stendere un velo pietoso. Per loro il CS. non esiste, vanno e vengono dove gli pare, su marciapiedi, contromano e in gruppo e spesso con biciclette non a norma ma siccome sono “ciclisti” nessuno li controlla più da decenni.

    1. Buondì, parli per i ciclisti di sua conoscenza, grazie. Io sono anche un ciclista e non mi comporto nella maniera da lei descritta.

      Inoltre le scorrettezze degli automobilisti verso i ciclisti non cesserebbero certo anche nell’ideale caso in cui tutti i ciclisti divenissero estremamente ligi al codice della strada.

      La verità è che molti automobilisti sono infastiditi dalle biciclette anche quando le stesse non sono di “intralcio” alcuno.
      Ciò accade per diversi motivi: a volte invidia (“Lui è in bici mentre io sono incolonnato”), a volte per immotivata fretta da abitudini lavorative, a volte perché le macchine in strada sono così tante da generare un nervosismo che esplode al primo rallentamento percepito come inutile.

      Nulla di cui meravigliarsi da persone nate, cullate e cresciute in una cultura auto centrica.

  11. Per tutti coloro che si lamentano, consiglio di seguire le pagine delle associazioni ciclistiche, di pretendere piste ciclabili, di essere gentili quando guidano e di CHIEDERE MINORI PARCHEGGIO PER LE AUTOMOBILI!

Lascia un commento

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo