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“Sul Lago di Como grappoli di ciclisti abbracciati, pullman, superbike. Il traffico sulla Regina tragedia annunciata”

Spiace passare per gufi. Ma è una tragedia annunciata quella che andiamo anticipatamente a narrare per la prossima primavera-estate sulla strada Statale Regina. Si chiamano anche arterie, le grandi strade intendiamo, perché, come dice la parola, portano (dovrebbero portare) aria, ossigeno, alimentazione. In questo caso su e giù per il lago, ma ci sa tanto che porteranno a presto brutte notizie, oltre a inquinamento e, nella migliore delle ipotesi, arrabbiature e fegato amaro per ore di coda sotto il sole. Alludiamo infatti a una nuova stagione di camion, corriere, bus turistici, van, camioncini, camper, motocicli grandi e piccoli, sidecar, biciclette e perché no anche allegri monopattini di ultima generazione, su e giù per il lago appassionatamente, almeno fino alla prossima, scontatissima e annunciatissima disgrazia. Sì, perché tutti insieme su un’unica carreggiata non ci stanno. Sono la geometria, la fisica, l’aritmetica, con le loro leggi che lo impediscono.

Ancora ancora durante la settimana (e siamo ottimisti), ma certi sabati, domeniche e festivi assistiamo a scene che non si possono neanche vedere. Grappoli di ciclisti abbracciati e abbarbicati, che cinguettano allegramente tra loro, o se proprio sono soli al cellulare. Si rincorrono, caracollano scansando buche (voragini) o tombini pericolanti e pericolosi (forse siamo in Europa la nazione che ne conta il maggior numero per metro quadro). Qualcuno è stato visto pedalare senza le mani sul manubrio per foto e imperdibile condivisione sui social in diretta.

E poi pullman formato gigante, fuoristrada grandi come camion (vuoi mettere, siamo sulla U.S. route 66 o a Colonno?), auto con roulotte formato condominio, superbike con passeggero abbarbicato sulla ruota posteriore larga come la strettoia di Cernobbio, tutti sull’unica carreggiata vista lago di Como. Ce la possiamo fare? No, e lo sappiamo. Lo dicono i dati storici: prima o poi ci scappa il guaio grosso.

L’overturism tanto auspicato ha fatto la sua parte, i telefonini e i vari aggeggi detti anche dispositivi elettronici usati, nella migliore delle ipotesi, come navigatori, fanno la loro. Sì, perché non c’è più nessuno che per andare da Sala Comacina a Lenno vuol rischiare di guidare senza sapere quanti chilometri, se troverà nebbia o temporale, quanto ci metterà (bella scoperta, siamo bloccati nel traffico), interrogando un inutile quanto distraente navigatore appoggiato alla bella e meglio davanti al finestrino con modalità tale da ridurre del 50% il campo visivo. Beh, bellezza, hai voluto il benessere sul lago? Te lo tieni. “What else” vero George?

Eh, no, non ci stiamo e non ci stanchiamo di chiedere una regolamentazione. Se nessuno se ne vuole assumere la responsabilità (etimologicamente: avere l’abilità di dare una risposta) perché non porta voti, facciamo quella che in Italia è un grande classico: una cabina di regia. Mettiamoci dentro prefetto, polizia stradale, ANAS, sindaci del lago, ma che ci dia un modo di usarla questa bellissima e maledettissima arteria Regina. E se possibile, qualcosa di più e di meglio del “gironcino” per camion e corriere partorito lo scorso anno (a proposito: si rifarà anche nel 2024?).

Idee? Dai, un po’ di fantasia: una fascia oraria per i ciclisti, una per le corriere, una per i camper, una per le auto. O che so: la vecchia regina per le due ruote, la nuova per le quattro. È scomodo? Sì, che lo è, ma bisogna. Non si può vedere il motociclista inclinato il cui ginocchio sfiora lo specchietto retrovisore del rimorchio che viaggia nell’altro senso. Altre idee? Un sistema identificativo per i ciclisti, che non possano più fare quello che vogliono, come percorrere la galleria di Cernobbio o invertire la marcia sulla Regina. E poi sistemi di telecamere stradali come se piovesse, con multoni che vengano pagati sul serio, meglio ancora se non scontatissime e annunciatissime (della serie: se so quando mi interroghi studio solo quella volta all’anno).

Insomma, fate qualcosa, perché la viabilità sul lago sta scoppiando. Non è solo questione di incidenti, che Dio ce ne scampi, ma anche di scorrimento, perché non ci passano unicamente allegri turisti che possono anche permettersi ore di coda in caso di sinistro. È pieno di gente che va a Como a curarsi, persone che hanno da rispettare orari per lavoro, esami, colloqui, emergenze a parenti e amici. Prima che i drammi inizino, dai, mettiamo lì un pensiero per la povera statale Regina e i dannati che devono percorrerla.

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15 Commenti

  1. Il Codice della Strada è già assai chiaro su molti fronti, basterebbe farlo rispettare.
    Così, invece di pensare a istituire fasce orarie per i ciclisti (quando poi, a mezzanotte?) basterebbe multare i gruppi che ostruiscono stando affiancati.
    E non possono essere nemmeno telecamere e “multoni” ad attenuare il traffico, il quale sappiamo tutti bene essere generalmente provocato da mezzi lenti e ingombranti i cui conducenti spesso nemmeno risultano avvezzi alla Regina.

    Le macchine spesso sono davvero tante e ciò basta a provocare le code, ma i veri blocchi sono sempre provocati da mezzi lenti e ingombranti.

    Così ritengo che grande sollievo potrebbe già giungere semplicemente dell’istituzione sì di fasce orarie, ma solo per bus turistici, mezzi da lavoro, camper, ecc.

    Ah dimenticavo, forse trovare una qualche soluzione, in quel di Argegno, per evitare code da attraversamenti pedonali e di auto sarebbe una cosa.
    Un attraversamento pedonale interrato già esiste (bisognerebbe obbligare a usare quello), e forse non sarebbe folle di eliminare i parcheggi fronte lago (pedonalizzando il posto) per evitare le svolte delle auto.

  2. Bisogna pensare a sfruttare il lago con un servizio di ferro boat da cadenabbia a Como e viceversa con frequenti corse. È un modo per alleggerire il traffico specie il sabato e la domenica, però ci vogliono più corse esempio una corsa ogni trenta minuti da e per como. L’avessero fatta in tempi non sospetti…..ma in italia è cosi

    1. Concordo, ma aggiungo anche che via lago con appositi battelli o chiatte per il trasporto mezzi pesanti e non solo il problema si risolverebbe in pochi mesi, le strutture ci sono gia’, da Tavernola a Cadenabbia, Tremezzo , Menaggio etc…, considerando che i cantieri nautici abbondano non si capisce perche’ no, una operazione che si finanzierebbe da sola con il pagamento dei biglietti alla societa’ che gestisce….

  3. Credo sia ora che qualcuno si metta in mente di pretendere rispetto del CS anche da parte dei ciclisti, provvedendo a sanzionarli come si deve. Essere un ciclista o condurre un monopattino non significa poter fare ciò che gli pare e circolare dappertutto senza riguardo al CS.

    1. Molti ciclisti sono più svelti di tanti forestieri che percorrono mezza Regina a 35-40 chilometri orari per godersi la vista del lago, con la freccia a destra perennemente accesa in cerca di un qualsiasi posto ove parcheggiare.

  4. Interessante articolo. Però ci si è scordati di nominare i veicoli più presenti e che commettono più infrazioni sulla Regina, ovvero le automobili. Sì dà per scontato che ogni via esistente sia fatta per essere percorsa solo da auto e tutti gli altri mezzi siano soli ospiti indesiderati.

  5. Giuste osservazioni!!! Mettiamoci anche ciclisti indisciplinati (semorofo di musso non rispettato quasi mai) che viaggiano in gruppo e la fanno da padroni!

  6. Tutto tragicamente giustissimo e aggiungerei che è praticamente impossibile stabilire quale categoria di mezzi sia la più NOCIVA. Certi camper sembrano treni, certi bus navi, certi gruppi di ciclisti mandrie, certi motociclisti bare volanti, certi automobilisti lumache moribonde o schegge impazzite, certi Camion colossi. La strada è quella che è ma sperare di mettere il numero chiuso è impossibile. Regolamentare con orari intelligenti sarebbe l’unica soluzione sensata specialmente per i mezzi ingombranti. Esiste già il divieto in certi orari ma è troppo poco e per troppi pochi mezzi.

  7. Articolo preciso e puntuale.
    GRAZIE… Soprattutto ad inizio stagione.
    Siamo stati risparmiati in queste ultime ore grazie al maltempo pasquale. Presto dovremo tornare a fare i conti.
    Primo pericolo: Emergenza Sanitaria in centro lago: impossibilità di muoversi agevolmente verso Como o Gravedona se non con Elisoccorso con indiscusse difficoltà operative da parte degli elicotteri. Si rischia di non permettere ad un ferito/malato grave di poter arrivare in tempo in un H attrezzato per acuti.
    Regole auspicabili fino al termine dei lavori della variante di Tremezzina (2028/30)
    A) limitare mezzi autorarticolati superiori agli 11mt e permettere solo un senso di marcia: da Como verso Menaggio con uscite da Valsolda o Ss 36
    B) limitare Bus turistici istituendo le medesime regole del punto A impedendo altresì di percorrere la sS Regina in senso Como Tremezzina…VUOTI!
    C) Turisti che vogliono visitare il Lario trasportati da Bus: convogliare gli stessi in tre centri: Como/Lecco/Colico. Da qui mezzi della Navigazione per solo trasporto turistico con fermate programmate nei luoghi più visitati.
    D) aumentare controlli Forze dell’Ordine
    E) Mantenere i Movieri tratto Colonno/ Tremezzina e Gravedona
    F) traffico ciclisti sportivi regolato e controllato ( Max dieci per gruppo )
    G) regolare, favorendoli, orari di transito in favore dei residenti, frontalieri, studenti.
    H) favorire e facilitare Trasporto pubblico locale
    I) sensibilizzare sempre di più e meglio il servizio pubblico lacuale.

  8. Percorro la tratta Como-Menaggio (a/e) quasi tutti i giorni e per quella che è la mia esperienza personale della Regina la vedo così:
    – qualche automobilista, ciclista e motociclista sprovveduto c’è sempre stato e purtroppo sui loro gesti azzardati non è facile intervenire.
    – sui mezzi pesanti invece qualcosa andrebbe fatto: la qualità della mobilità sul lago cambia drasticamente nelle giornate in cui non ci sono bus turistici, tir e camion in entrambe le direzioni.
    – in tutto questo, i movieri posti all’imbocco delle 4 strettoie del centro lago svolgono un buon lavoro e la mobilità è migliorata grazie al loro impiego (migliorata ovviamente non significa che abbiamo svoltato).
    In sostanza, non demonizzerei gli utenti abituali della Regina (auto e cicli) ma mi preoccuperei dei grandi mezzi, occasionali e non. In particolare va detto che i lavori alle gallerie di Colonno (fatti per liberare un domani dal traffico i paesi del centro lago fino a Menaggio) impattano tantissimo sul traffico quotidiano: penso di non avere mai visto così tanti mezzi per la rimozione di macerie (giganti) tutti assieme in quelle stradine. Qualche buona idea dai sindaci del centro lago è arrivata (misure dissuasive verso lo stallo di bus turistici nei paesi) ma penso che per il momento di soluzioni risolutive per la mobilità su gomma, in attesa che sia completa la variante Colonno-Menaggio, non ce ne siano. Per quanto riguarda il traffico da turismo la via lacuale sarebbe lo sbocco più logico (e darebbe respiro alle strade) ma non sembra ci sia la volontà nè i mezzi per potenziare il trasporto via battello e aliscafo.

  9. Perfettamente d’accordo!!! Io sono terrorizzata dalle bici e dai monopattini tutti senza luci che viaggiano senza rispetto per le regole della strada. Stessa situazione sulla Lariana dove è vero ci sono meno pulman turistici ma è comunque un incubo.

  10. “camion, corriere, bus turistici, van, camioncini, camper, motocicli grandi e piccoli, sidecar, biciclette e perché no anche allegri monopattini di ultima generazione”. Ma perché non leggo la parola “auto”?

    1. Perché si sa che solo le auto hanno diritto a percorrere le strade. Tutti gli altri utenti devono scansarsi.

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