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Ospedale di Menaggio, da Regione un silenzio che offende e tradisce tutta Como. Fontana, il dovere della chiarezza

I malati comaschi trattati come bambini più sciocchi che capricciosi. E poi il silenzio che quasi offende ancora più della vicenda in sé. Ogni ora che passa, assume tratti sempre più inaccettabili la vicenda dell’ospedale di Menaggio, che un assessore regionale senza partito né sensibilità politica alcuna ha deciso di chiudere di botto, con un paio di frasi gettate là senza un modo o una cornice.

“Chiuderemo il Pronto Soccorso e la struttura accoglierà solo malati cronici”, la sintesi di ciò che ha detto venerdì scorso l’esponente della giunta di Attilio Fontana, con il sorriso sprezzante di chi si sente così potente e intoccabile da togliere un pezzo di sanità a migliaia di cittadini in un’intervista estemporanea di inizio estate.

Perché se la notizia in sé ha ovviamente suscitato un’insurrezione bipartisan immediata e travolgente, è ancora una volta (anche) sulle modalità che questo territorio non deve transigere. E, anzi, su cui deve continuare ogni giorno, ogni minuto, a chiedere a chi ‘sta sopra’ a Bertolaso chiarezza, spiegazioni, interpretazioni autentiche, legittimazioni o smentite. Per farla breve, il numero uno di Palazzo Lombardia, Attilio Fontana, non può fuggire dalle responsabilità politiche e amministrative, di fronte a una decisione così grave buttata tra i piedi di un’intera popolazione – quella più fragile, per di più – come fosse un mozzicone da spegnere col tacco di una scarpa. Noi cerchiamo da 48 ore il presidente; non abbiamo avuto risposta finora. Fa niente, vogliamo essere certi che miglior fortuna avrà qualcun altro a brevissimo. Quello che non cambia è il concetto di fondo: deve farlo, punto.

La sanità in Lombardia secondo Fontana: “Con l’autonomia decidiamo noi. Nelle valli più specializzazioni”

La guida di una Regione così importante come la Lombardia comporta onori enormi ma nel contempo pretende che si faccia fronte agli oneri – o magari ai pasticci dei suoi uomini, se così fosse per Menaggio – con tempesitività, chiarezza e rispetto per la gente che, tra l’altro, Fontana l’ha votato in massa anche alle ultime elezioni regionali. Si deve attenzione ai comaschi, ai menaggini, a tutto il centro lago. Non si può ignorare l’esigenza di verità di malati, pazienti, familiari e comunque ai residenti di una intera fascia della provincia lariana improvvisamente presi per i capelli e buttati nell’incertezza sul futuro del proprio ospedale. E non si può stare in due scarpe contemporaneamente: o l’assessore ha detto una cosa che non esiste, e allora va smentito e forse oltre; oppure ha svelato – pur con toni e modi irricevibili – una pesantissima verità, e allora bisogna affrontare le critiche, le polemiche e semmai motivare nella maniera più convincente possibile le ragioni.

Su un tema così delicato, che tocca corde, paure e sensibilità ben più profonde della polemichetta politica di giornata, il cittadino, il contribuente e il paziente di Regione Lombardia hanno diritto a chiarezza e trasparenza. Pretendono – ed è loro dovuto – di sapere se le parole di Guido Bertolaso, non un signore qualunque, diventeranno legge oppure no; se il metodo scelto dall’assessore, cioè amputare un Pronto Soccorso con la stessa leggerezza con cui si prenota il parrucchiere, è quello che al vertice di Regione Lombardia si ritiene giusto, adeguato e leale nei confronti di migliaia di persone. Ne va non soltanto del futuro dell’ospedale. Ne va dell’onore di chi ha raccolto voti e fiducia sincera sul lago di Como e ora sembra dimenticarsene, persino con noncuranza. Ma un territorio come questo – già politicamente fedele forse persino oltre i meriti reali – può sopportare molto, non tutto e non per sempre.

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17 Commenti

  1. Certo che Fontana ha il dovere di intervenire per motivare e chiarire questa decisione. Dovrebbe offrire anche una soluzione ai problemi che questa chiusura comporta. Purtroppo risposte e soluzioni non era stato in grado di fornirle nell’occasione del covid, gestendo in modo pessimo quella situazione. Nonostante questo gli elettori hanno scelto ancora lui. Pertanto mi chiedo perché poi ci lamentiamo. Abbiamo quello che ci meritiamo, evidentemente!

  2. L’ospedale di Menaggio (pubblico) da tempo è stato sacrificato sull’altare dello sviluppo di quello di Gravedona (privato), siamo solo arrivati alla fine del percorso. Per dare una dimensione all’indignazione per la decisione sarebbe interessante sapere quale sia l’attuale livello prestazionale del residuo “Pronto Soccorso” nella gestione dell’urgenza-emergenza e forse si arriverebbe alla considerazione che di fatto è come se l’Ospedale fosse già stato chiuso , ma non ancora dichiarato tale dalle pavida dirigenza sanitaria leghista. Poi certo Assessori, Presidente, Direttori di ASST potrebbero motivare la decisione, fingendo almeno un minimo di considerazione per la propria greppia elettorale, una popolazione locale supinamente assuefatta ad una fedeltà politica senza riscontri, se non evidentemente la difesa di interessi personali che nulla hanno a che vedere con quelli di una comunità.
    Rimanendo in argomento suggerirei di monitorare la situazione dell’ Ospedale di Cantù, da tempo in declino e oggetto delle stesse “attenzioni”

    1. Lei ha colto esattamente il punto. Un pronto soccorso che 24h su 24 non può fornire una diagnostica avanzata (ecografia, tac con mezzo di contrasto), privo di specialisti (cardiologo, chirurgo d’urgenza), rischia di essere un pericolo per gli utenti che vi accedono e per il personale che ci lavora (esposto a denunce di ogni tipo). Quindi?

  3. La sanità deve tornare PROVINCIALE!!!!
    La sanità regionale ha concentrato un infinito potere di spesa nelle mani di 4 gatti!!!
    Una sanità provinciale per come è fatto il territorio italiano è l’ideale e inoltre permette di capire chi spreca e chi no!!!
    Una sanità provinciale non crea buchi di miliardi ma di milioni perché si può controllare bene e presto chi fa schifezze o è incapace.

  4. Sono contrario alla chiusura del P.S. di Menaggio ma noto che alla richiesta di chiarimenti di codesta redazione non risponde non solo il sindaco del capoluogo ma neppure il presidente di Regione… il Grillo Parlante resta inascoltato

  5. Allora, adesso vi dico come andrà a finire. Bertolaso l’ha sparata grossa affinché la regione riesca ad ottenere quello che si è prefissata. Dopo l’indignazione e costernazione dei sindaci (?) la regione autorizzerà un punto di primo intervento (PPI) probabilmente diurno che sostituirà il pronto soccorso. Nulla di scandaloso, praticamente le prestazioni sono le stesse delle attuali ed è la stessa cosa che c’è all’ospedale di Morbegno che ha un bacino di utenza, fra Morbegno e valli attigue, probabilmente superiore a Menaggio.In questo modo la regione si toglierà dalle scatole i medici a gettone notturni (molto dispendiosi) e il rianimatore disoccupato (rimarrà il rianimatore del 118). Le urgenze vere saranno convogliate o trasferite a Gravedona o S.Anna. I sindaci e il sig. Fermi si attribuiranno il merito e tutti vissero felici e contenti.

    1. Suggestiva, la sua ipotesi. Andrebbe pubblicata dappertutto, così, giusto per non farci prendere per il naso.

    2. Ha ragione. È il solito trucco del compromesso al ribasso. La prima fase è ridimensionare l’ospedale e chiudere il pronto soccorso. Seconda fase, proteste e insulti all’Assessore non politico. Terza fase, compromesso con un punto di primo intervento che ovviamente sarà inaugurato da Fermi, Dotti e Gaddi in versione “salvatori della patria”. Il problema è all’origine. Fino a quando in queste zone voteranno in blocco la Lega, si otterranno solo compromessi al ribasso. Il ribasso è la strategia della Lega per Como e provincia.

  6. Territorio che voterebbe anche una scimmia, se il centrodestra la candidasse alle elezioni. E potrebbe fare meno danni…

  7. Ma che volete? Fontana ha altro a cui pensare.
    Alle grandi strategie : acquisire l’1% in più di Trenord per averne la maggioranza (da 50 e 50% FNMM e FS a 51 e 49%) , progettare la mega fusione fra FNM e ATM e così creare un mostro incontrollabile e monopolista…

  8. Dove sono i Sindaci delle Valli più disagiate? Muti o al massimo balbettanti come in tutti questi anni.. Non .. e Fermi sindacalista del centro lago? Si muove solo il Sindaco Guerra (UNICO SINDACO presente a fianco del Comitato durante le manifestazioni per salvare l’ospedale). Non meravigliamoci che un signore senza partito, arrivato da Roma, faccia scelte sulla testa di tutti. Fontana arriva solo a chiedere i voti e poi….. chissenefrega?

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