Che poi il centrodestra comasco, se solo non fosse così orbo da non vedere ciò che ha già in casa, e se non fosse così azzoppato/paralizzato a ogni livello dall’assurda candidatura a Presidente della Repubblica di Silvio Berlusconi, la campagna elettorale per le comunali di Como della prossima primavera potrebbe comodamente iniziarla.
Se alzasse gli occhi da terra, avrebbe forse già il candidato sindaco quasi ideale: giovane ma non imberbe, civico ma non impolitico e con una zampina già dentro i meccanismi della macchina comunale, apparentemente sui generis ma con un’esperienza in fatto di comunicazione che nessun altro oggi possiede a Palazzo Cernezzi possiede (e si sa quanto questo sia stato il tallone d’Achille in questo mandato), comasco doc ma con un gradimento che non sembra inscatolato in latitudini e longitudini, decisamente conosciuto in città senza essere una di quelle personalità debordanti.
Certo, talvolta l’inesperienza (almeno nel ruolo) fa ancora capolino e alcune uscite tra salace ironia e genuina bizzarrìa lasciano di sasso uditori, colleghi, ex colleghi e compagnia assortita. Ma a occhio, dopo cinque anni paludatissimi e politicissimi, un tocco di freschezza stralunata (e un po’ di visibilità fuori dalle stanze municipali, nelle piazze, nei giardini, nei campi sportivi) non farebbe poi male a quel mausoleo chiamato Palazzo Cernezzi.
In più: l’estrazione quasi casuale della sua esperienza in giunta ne fa in parte un oggetto ancora un po’ misterioso, ma in parte dona al neofita l’enorme pregio di non essere ancora incrostato da burocraticismi, tatticismi, politicismi. E questo, senza che la sua naturale collocazione nel campo politico-culturale del centrodestra comasco possa essere messa in discussione, pur in assenza di tessere.
In ultimo, la sua appartenenza (sempre civica) alla lista “Insieme” permetterebbe al sindaco Mario Landriscina, in qualche modo, di passare il testimone a una sua “invenzione” a tutti gli effetti, e ai partiti classici – così tremendamente in affanno nel trovare un candidato sindaco condiviso che venga da una qualsiasi delle singole scuderie – di levarsi la patata bollente della scelta, di non sporcarsi le mani, e tutto sommato di azzerare i rischi per le segreterie politiche pur puntando su una figura che difficilmente sfigurerebbe in campagna elettorale.
Insomma, guardando dall’esterno la partita per il “trono di Como”, l’assessore allo Sport e Verde di Palazzo Cernezzi, nonché ex giornalista di lungo corso, volto anche televisivo e nome affermato nella galassia sportiva cittadina, alias Paolo Annoni, potrebbe essere un’idea, se solo a qualcuno venisse in mente. Se solo si volesse sparigliare, per una volta.
7 Commenti
Bella anche l’idea che non sia un catapultato dal nulla. Si, nella palude dei candidati destrorsi questa è una faccia pulita. Deve trovarne altre per fare una giunta seria.
Paolo Annoni sta a sindaco di Como come Silvio Berlusconi sta a Presidente della Repubblica.
Fate voi.
Oggi candidarsi ad una carica politica è come rischiare di fare una colonscopia quasi tutti i giorni. Auguri…
Il centrodestra per rispetto verso la città e pure per semplice decenza Non dovrebbe neanche presentarsi alle elezioni …che l’e’ meiii
No dai,così è davvero troppo !!! non scherziamo… ma siamo messi davvero male, giuro che se succede consegno la tessera elettorale e non voto più.
Effettivamente tra tutti gli attuali esponenti del centrodestra cittadino è quello la cui reputazione è ancora integra. Nessuno può avanzargli grandi critiche. Ha cercato di piantare qualche filo d’erba nel deserto, non solo metaforico, lasciatogli dal suo predecessore. Tuttavia, dopo queste considerazioni le critiche al suo operato fioccheranno dai banchi dei suoi alleati. Il fuoco amico è la caratteristica più squallida, ed è tutto dire, dell’attuale maggioranza in Comune. Oltre che squallida anche ridicola: scippo di assessori (….che Assessori, sich!) e di consiglieri, velenose critiche agli Assessori in quota agli alleati; ricattucci per nominare in qualche CdA qualche professionista amico loro; sistematico ostracismo a Landriscina, qualche dispettuccio nei feudi leghisti, tipo Cantù, ecc.ecc. E tutto per candidare un insipido Segretario politico? Avrebbero potuto rinunciare alla loro lealtà e alla loro correttezza per qualcosina di meglio, tipo Paolo Annoni, o no? Mah…..
Paolo Annoni, il genio che emerge dalla lampada magica del mondo giornalismo, ma andate a suonare la tromba!!!