RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Punti di vista

Scandalizzati dai gitanti ma col bilocale della zia affittato a peso d’oro: l’overtourism a Como siamo noi

Il potentissimo discorso del vescovo Oscar Cantoni sugli eccessi e i danni prodotti dal turismo di massa a Como e su tutto il territorio è destinato a rimanere una pietra miliare nel dibattito locale (e forse non solo locale) sul tema. Erano decenni che la Chiesa comasca, timidissima e molto rintanata nelle sacrestie dalla morte di Maggiolini a oggi, non interveniva con tanta forza e con tanta nettezza di idee su una questione di così piena attualità. Comunque la si pensi, in questa città drammaticamente piatta in termini di pensiero e azione civica nei suoi livelli teoricamente più rappresentativi (pensiamo alle categorie economiche, per fare un esempio, senza citare il mondo muto delle professioni), un minimo di polifonia in più certo non guasta.

Nello specifico della questione poi, ci sono almeno due punti veramente importanti toccati dal vescovo. Il primo è un richiamo diretto alla politica quando dice che l’overtourism che sfalda la comunità e mangia la città “non può essere solo subìto, occorre invece ben gestirlo e governarlo. E anche e soprattutto umanizzarlo. È il compito di una buona politica e di una buona comunità”. Insomma, chi amministra il fenomeno – dagli enti locali alle associazioni di categoria fino agli operatori di settore – non può più soltanto trincerarsi dietro le pupille col simbolo del dollaro luccicante: ora – o meglio, non da ora, ma adesso con un richiamo fortissimo in più nella testa – deve materialmente darsi da fare per recuperare le briglie perdute o volontariamente abbandonate da troppo tempo.

E questo perché – citando sempre il discorso alla città del vescovo – se “l’afflusso di questa ondata turistica comporta un forte aumento dei prezzi delle merci e delle case, fino a rendere il centro un luogo a tratti inospitale per i cittadini” con “sempre più famiglie [che] abbandonano il centro, dove i prezzi delle case sono inaccessibili e molte abitazioni ormai trasformate in B&B”, ecco, allora politici, presidenti vari e imprenditori non possono soltanto scrollare le spalle benedicendo il dio denaro o prendendo le distanze da fanta-comunismi inesistenti se si chiede loro di regolare i fenomeno. Non basta più invocare il turista-totem che riempie (alcuni) cassetti e conti in banca a profusione. No, così come il traffico o l’urbanistica, anche l’ondata di viaggiatori che arriva in città e sul lago va studiata, compresa, gestita. Con i suoi indubbi benefici, ma anche con le sue ricadute nefaste. Certo, questo sforzo non può essere né richiesto né portato avanti soltanto a Como: Roma e Milano devono dare gli strumenti, poi sul territorio bisogna usarli con criterio. Ma comunque, da qualsiasi parte si guardi la catena delle decisioni possibili, nessuno può più chiamarsi fuori buttando la palla nel campo di qualcun altro.

C’è però un punto in più da sottolineare. Sulla scia del grande successo (almeno mediatico, sul gradimento si potrebbe discutere) dello spot Enel ‘musicato’ con “La storia siamo noi” di Francesco De Gregori, ebbene anche sull’overtourism che scaccia i residenti dal centro (“la Città, però, così facendo, si svuota e, in qualche modo, si sfalda anche la Comunità”) ognuno di noi deve farsi  un piccolo, anzi forse nemmeno troppo piccolo, esame di coscienza. Perché quando di botto moltissimi comaschi – improvvisamente ipnotizzati dal miraggio del guadagno facile spennando i turisti del mondo – hanno messo in affitto il bilocale ereditato dalla zia così come il loft in città murata, lo sgabuzzino riattato alla meglio o l’anonimo trilocale dal cui cesso si sbircia un centimetro di lago, l’intera palazzina storica a due passi dal Duomo (magari prima venduta a peso d’oro a operatori specializzati in case vacanza, poi chissà come mai diventa tutto casa vacanza, eh?) esattamente come i 28 metri quadri con affaccio sul depuratore, beh, allora non prendiamocela solo con oscuri poteri forti che vogliono svendere Como ad americani e sauditi, distruggendo storia, legami e identità.

Guardiamo alla nostra piccola (piccola?) ingordigia, al nostro tentativo di fare due spiccioli in più sfrattando la famigliola da via Vittorio Emanuele o da Lora per accogliere 8 tedeschi in tinello, al miraggio di spacciare alloggi giusto dignitosi per viverci come “dimore da sogno nel cuore di Lariowood”. Insomma, diciamocelo con franchezza: l’overtourism, a Como, siamo davvero anche noi. Forse soprattutto noi. E se tornassimo a osservare quel mezzo scantinato buttato su Booking con gli occhi onesti della realtà – perché non credo ce l’abbiamo messo i fantasmi a 1000 euro a settimana – e non con le lenti deformanti di Zio Paperone, forse tutto inizierebbe ad assumere contorni più umani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG ARTICOLO:

62 Commenti

  1. Io sono una delle fortunate che ha una casa in più a Milano e una in più a Colico. Vivendo di questo ho fatto la scelta anni fa di dichiarare tutto. Anche la persona che pulisce è in regola, ma la cosa che mi fa stare più tranquilla è che verso parecchie tasse di soggiorno: 1500 euro l’anno a Colico, e circa 11.000 euro a Milano, ora che è 4,50 a ospite a notte (piú tari, imu e cedolare secca). Quando vedo le migliorie continue che vengono fatte nei due comuni, ho la presunzione di aver partecipato, non di avere fatto danno. Quanto è la tassa di soggiorno a Como? Fatela alzare almeno a 4,5 euro e verificate come la spendono.

    1. È questo il problema. La maggior parte a Milano non dichiarano l’affitto non pagano tari e altre tasse. Come pure al mare, in Calabria e nelle altre Regione d’Italia. C’è gente che vive in Svizzera in ville di proprietà e poi la seconda casa al mare non paga niente.

  2. Il primo tarlo che fa marcire un immobile residenziale è l’attività di ristorazione al piano terra. Odori, confusione, spazzatura decoro che va a ramengo. A quel punto un residente si trova suo malgrado in una situazione “sbagliata” e, se può permetterselo, cambia aria e fa affitto turistico così risolve tutti i problemi un colpo solo. Eventuali controlli Asl si fermano alla parte formale, documenti in regola???…vai tranquillo, l’ importante è che il comune incassi.

  3. Sono stato qualche volta tempo fa a Como, niente di che, non capisco tutto questo interesse per un
    Posto che ritengo disordinato e trascurato, è disperazione dei turisti che non trovano di meglio. Tranquilli è una situazione provvisoria, Quando tutto il Mondo avrà assorbito la fregatura, tutto finira’, Chi ci è stato una volta difficilmente tornerà. Giusto una curiosità, senza meriti particolari.

    1. Inizialmente la pensavo come lei. Poi mi sono convinto che una buona fetta di turisti che arrivano a Como vengano da posti che ad andar bene ti mandano in depression nel giro di 48 ore. Visto che è un turismo di alto livello da social la cosa non durerà in eterno ma non sarà neanche breve. E alla fine ci rimarranno solo le macerie. Visto che le amministrazioni locali stanno cementificando l’impossibile

  4. Invece del nuovo albergo che sta costruendo nessi e maiocchi, peraltro sottraendo posti ai pendolari vicino alla stazione san Giovanni non si dice nulla? Il vescovo non si lamenta? Non alloggerà turisti? Mah proprio non capisco.

  5. Come spesso accade la popolazione può esser in due divisa: chi possiede case vacanza o attività ristorative sarà lieto del (sovra?) turismo, chi non campa di turismo (e anzi ne patisce gli effetti) concorderà appieno con l’articolo e le parole del vescovo.

    Un fare di convenienza? Può darsi, ma non me ne meraviglio.
    È così compito della politica regolamentare le cose al fine di perseguire il bene pubblico, oltre appunto le scelte di convenienza dei singoli.

    P.S. la “musica” comunque inizia a cambiare con l’arrivo del “codice unico europeo” per gli affitti brevi a destinazione turistica e l’incrocio con i dati fiscali.

    1. Scusi ma nn è solo un fatto di convenienza…è in ballo il futuro della città..questo modello è suicida porta alla espulsione dei residenti , porta ad un impoverimento dello sviluppo a favore di una economia di pura rendita che nn
      produce opportunità di lavoro qualificato e che beneficia solo una % minima di cittadini. Il vescovo ha fatto benissimo a lanciare l’ allarme. Più che le piscine questo è il problema principale di chi deve governare la città.

  6. Chissà cosa ne farebbero il Sig. Caso e la maggioranza di quelli che se la prendono con i proprietari di case vacanza se avessero anche loro un secondo appartamento di proprietà in città.. Inoltre il Sig. Caso in fondo all’articolo mi pare suggerisca di abbassare i prezzi delle case vacanza su booking.. ma questo non arriverebbe ancora più turisti?

    1. Buongiorno, un secondo appartamento non ce l’ho quindi non saprei dirle. Sul secondo punto, non ho scritto da nessuna parte di abbassare i prezzi su Booking, segnalavo esattamente il contrario: cioè che sul portale (quello e gli altri dello stesso tipo) ci finisce qualsiasi cosa spesso a prezzi persino eccessivi.

      1. Purtroppo i siti come Booking, non sono le guide Michelen o Touring, ma solo intermediari, quindi la verifica della qualità dell’offerta non esiste.
        Il Vescovo ha posto un problema reale, ma bisogna ricordare che lo svuotamento del centro storico è iniziato negli anni ’80.

  7. Consideriamo inoltre che se l’economia italiana si affida al turismo e’ umiliante. Diventeremo i camerieri del mondo? Mentre altre nazioni puntano sui brevetti tecnologici o farmaceutici, le start up e così via. Una volta arricchiti verranno in Italia, l’albergo del mondo.

  8. Sarebbe curioso andare a vedere cosa ne fanno Rapinese e il suo fido Cappelletti degli appartamenti che posseggono in città.
    Il sindaco, da situazione patrimoniale consultabile sul sito del comune, risulta possedere ben 6 appartamenti in città mentre l’assessore “solo” tre.
    Chissà…

      1. io affitterei a residenti, peraltro ci son numerose agevolazioni. Guadagnerei giustamente comunque ma non contribuirei a uccidere una città: la città in cui peraltro vivo.
        Preferisco una città viva che una città turistificata, scusami

  9. Situazione uguale a altri comuni del lago di Como, non è possibile vedere affitti ovunque, teoricamente devono arrivare 2 vacanzieri o la classica famiglia, poi questi ne hanno arrivare altri, non è possibile passare un mese a rubarsi il parcheggio a vicenda, senza contare che poi nel centro paese paghi ogni parcheggio a peso d’oro, ho paura che tra case non finite, servizio accessori inesistenti, cappanonifici, senza contare miriadi di costruzioni anche belle e datate che un po’ alla volta implodono, perché invece di cementificazione alla carlona non fanno rivivere certe entità? Spero di sbagliare, ma la strada alla distruzione del Lario e Valtellina è aperta, ripeto sono contento di sbagliare.

  10. Discorso del Cardinale Cantoni (non solo vescovo) coraggioso che colpisce nel segno , chi ha il potere politico deve intervenire sugli affitti brevi a discapito dei lavoratori e famiglie che cercano appartamenti in affitto, Como lentamente perde residenti e tessuto sociale rischia di diventare Larioland.

    1. La scoperta dell’acqua calda, solo quello che dicono migliaia di cittadini negli ultimi cinque anni. Ma siccome l’ha detto il Sua Eccellenza il Vescovo. Avesse aspettato ancora un pó a dire la sua, quando ormai gli parcheggiano l’auto in Duomo per scaricare i bagagli o i ristoranti gli mettono tavolini e sedie nella navata.

  11. Bell’articolo, complimenti, è bello leggere editoriali e non solo notizie di attualità, spero andiate sempre più verso questa direzione di approntamenti e punti di vista

  12. Il risultato di una popolazione fortemente ignorante e in parte arricchita: classe politica imbarazzante, assenza di spirito civico e di civiltà, arretratezza mentale e tecnologica. Un giorno, com’è successo con la seta, finirà di essere il porcilaio per i proprietari di case e alberghi, e la città tornerà ad essere una Lecco qualsiasi.

    1. Immagino che stia parlando della stessa Lecco con il politecnico (soffiato a Como, perché noi siamo i più svegli in Lombardia) e con un tessuto industriale in grado di garantire il benessere della popolazione e di offrire lavori degni di questo nome. Ah, dimenticavo. Ogni tanto se voglio farmi una passeggiata lungo il lago vado da quelle parti. Mi ricorda un po’ quello che sono riusciti a mandare in malora. E ne vanno pure fieri

    2. Finirà come è già successo una cinquantina di anni fa… E chi ha i capelli brizzolati lo ricorderà…poi cominceranno a frignare come quando c’era la pandemia, se non ricordo male i democratici di nome ma non di fatto, ci avevano chiusi tutti in casa…ma si sa…la gente dimentica presto…brutta da dire ma per qualcuno ci starebbe bene un’altra pandemia….

  13. Discorso da elogiare…
    Politica assente..silenzo su tutto , incapacita’ assoluta di governare con regole corrette.Turismo da limitare e cittadini da tutelare.Ma l amministazione si preoccupa di leggittimare autovelox assurdi per fare case e ignora la realta del turismo dannoso….Conviene no?

  14. Solo parole. Se aumentano tasse e controlli aumentano i prezzi, tanto americani,giapponesi,cinesi con il portafoglio gonfio li trovi sempre.bisogna regolamentare le strutture.destimazione d’uso, posizione immobile, certificati residenza,controlli e sanzioni amministrative importanti e certe.cosi potrebbero fiorire il nero: condanne penali vere ecco cosa serve

  15. Concordo in tutto quello detto dal vescovo. Comincia a diventare problematico lo smaltimento dei rifiuti e nei condomini la divisione delle spese pensiamo per esempio all’acqua. Inoltre noi comaschi ormai non abbiamo nemmeno più il diritto di usarla la nostra città our dovendo pagare le tasse che non vengono più usate per il nostro benessere. Le cosiddette istituzioni ci mettano in condizione di poter dire “si abito in una bella città pulita e ordinata” così non è.

      1. Perché chi lascia le chiavi non identifica davvero il suo cliente, come previsto dalle norme, “fidandosi” del fatto che chi ritirerà le chiavi dal keybox corrisponda a chi ha effettuato la prenotazione anticipando via email o in altro modo i documenti per la denuncia in Questura.

  16. Condivido parola per parola quanto detto dal Vescovo, anche se vado poco o niente in Chiesa.
    L’affitto ai B&B deve essere trattato come una qualsiasi attività economica e di conseguenza tassata di conseguenza, aggiungendo che chi fa questa attività dovrebbe pagare oneri di urbanizzazione commerciali previa verifica che l’area, nel PGT, sia conforme alla destinazione commerciale e non alla residenziale ed in più che anche la TARI sia maggiore che non quella residenziale.
    Forse così, tutti questi improvvisati “imprenditori” che affittano ai B&B il sottoscala della zia, troverebbero un freno.

  17. La Città siamo noi! Noi residenti che non vogliamo più restare alla finestra!
    Potrà non interessare ma, personalmente, pur avendo abbandonato la politica attiva da vent’anni, ho scelto di far sentire nuovamente la mia voce su questo e altri temi. Oggi trovo conforto e conferma dalle parole del Vescovo Cantoni. Curioso per chi nel 1998 ebbe un vivace scambio di accuse con l’allora Vescovo Maggiolini sul tema delle Unioni Civili, vero? Per questo penso sempre che le cose possano cambiare e che la Città possa farcela grazie anche al nostro contributo.

  18. Senza farla tanto lunga, basterebbe tassare come un qualsiasi altro reddito queste locazioni e a porgli tutti gli obblighi di qualsiasi attività alberghiera. Ovviamente con tutti i controlli e le sanzioni previste per i soliti menefreghisti inadempienti

    1. In effetti la giurisprudenza definisce queste attività come economiche e alberghiere anziché semplici locazioni. I Comuni hanno quindi gli strumenti di regolamentazione non solo urbanistica di questo fenomeno. Su questo, soprattutto, si misura la qualità dei Sindaci, nel nostro caso attualmente passivo e rinunciatario sul tema.

      1. il problema è che purtroppo tanti immobili sono di proprietà di chi vive la vita di palazzo cernezzi(diversi) e sono i primi a non voler regole!questo e il forte richiamo del nostro Vescovo verso la necessità di considerare la città dei cittadini e non solo di turisti che negli anni indietro abbiamo sempre accolto ma in maniera degna. oggi noi ci sentiamo estranei nella nostra città

        1. Hai perfettamente ragione, a palazzo fanno affari d’oro con i b&b …..
          Non hanno nessun interesse a dare un giro di chiave finisce la pacchia
          Sarebbe sufficiente che un proprietario ne abbia un numero adeguato non più di due……
          C’è uno strumento che si chiama CIR di risale al controllo che sis tutto regolare

    2. Guarda, non c’è bisogno di cambiare le leggi, basta usare quelle che ci sono. Fra cedolare secca e IMU si arriva intorno al 25/30% di tassazione sul primo appartamento affittato con locazioni turistiche che salgono al 30/35% dal secondo. Con la tassa di soggiorno e l’imposta sui rifiuti si può fare il resto. Senza mettere altre norme che servono solo ad arricchire commercialisti e CAF. Certo, l’amministrazione comunale deve prendere atto della situazione e stabilire tariffe specifiche e nettamente superiori a quelle previste per i residenti per le locazioni brevi. Giustificate, peraltro, dal fatto che i turisti producono più rifiuti e non fanno la raccolta differenziata, intasando i cestini del centro storico. D’altro canto sarebbe opportuno azzerare l’IMU per chi affitta con canone concordato e ridurla sensibilmente per chi affitta con canone libero 4+4.

      1. Tutto giusto. Volevo aggiungere: un turista paga prima di soggiornare e finito il soggiorno se ne va, un inquilino 4+4 se non paga l’affitto te lo tieni in eterno!

Lascia un commento

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo