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Punti di vista

“Scelta sbagliata”. “No, progetto di qualità”. Arianna e Michele, architetti diversi sui giardini a lago

E’ stato letto da tantissime persone, ha diviso, ha fatto discutere. L’articolo con cui ieri abbiamo dato conto del via libera della giunta comunale al progetto di rifacimento dei giardini a lago ha coinvolto esperti e profani, cittadini e lettori spassionati (lo trovate qui, con i dettagli dell’operazione).

Oggi, dunque, abbiamo dato la parola a due architetti comaschi, ovviamente con pareri e visioni decisamente diversi. Si tratta di Michele Bollini (assolutamente favorevole all’intervento, che peraltro è nato interamente ai tempi della giunta Lucini, assessore Daniela Gerosa) e di Arianna Sinigaglia, di opinione diametralmente opposta (come un altro nome notissimo dell’Ordine, Attilio Terragni, che ieri ha sprezzantemente liquidato così il progetto: “Se c’è una cosa che a Como non serve è questo progetto”).

Partiamo proprio da Arianna, che gentilmente ci ha offerto il suo punto di vista molto critico – ancor più che sugli aspetti puntuali – sul quadro generale in cui andrà a inserirsi il rifacimento dei giardini a lago (con spesa di 1,5 milioni, lavori chiusi a giugno 2019).
“Al di là della bontà o meno del progetto – dice l’architetto – io ritengo che le criticità di questa scelta siano diverse. Prima di tutto, il fatto che la città versa in condizioni pietose e proprio per questo i cittadini, alle ultime elezioni, hanno scelto l’attuale amministrazione: perché stanchi di cantieri inutili (il più inutile della giunta Lucini: la trasformazione di piazza Volta in cui si sono buttati soldi per creare uno spazio architettonico con qualità decisamente inferiori di ciò che c’era prima e creando barriere architettoniche mascherando le pendenze con le “bare”)”. Secondo Arianna Sinigaglia “sarebbe stata di gran lunga migliore una manutenzione straordinaria. Prendiamo il Parco Ciani di Lugano: niente fontane (che a como notoriamente non funzionano), solo cura e manutenzione. Certo, la manutenzione costa, ma si doveva investire lì. Oggi nella zona a lago abbiamo sicuramente un parco con criticità – prosegue l’architetto – ma che non necessitava uno stravolgimento”.

Infine, Arianna Sinigaglia torna anche indietro nel tempo, rintracciando le origini di un’operazione non condivisa nella precedente amministrazione: “La giunta di prima non aveva la minima idea di una progettualità totale della città, ma avanzava con interventi separati e scollegati. Finché non si capirà che si deve pensare prima la città come organismo unico e ogni intervento deve essere collegato all’altro da un filo logico, non potremo fare passi avanti. I casi di piazza Volta, quello altrettanto sbagliato di piazza Grimoldi, per non parlare di piazza Roma, lo dimostrano. E ora si procede su un via strada simile: “Finché si faranno scelte perché altrimenti si perdono i fondi vuol dire che non abbiamo capito niente, meglio perdere i fondi (in questo caso regionali, ndr) e farlo andare a un’altra amministrazione che fare le cose in questo modo”.

Come si diceva, assolutamente favorevole al progetto si dichiara invece un altro architetto di Como, Michele Bollini. Il quale, ieri, alla notizia dell’ok della giunta al progetto si è trovato sulla stessa linea proprio dei big della passata amministrazione: il sindaco Mario Lucini e l’assessore Daniela Gerosa, a cui si deve la pubblicazione del bando che ha portato alla scelta del progetto attuale. Gerosa, su Facebook, nel commentare la novità si è concessa anche una piccola soddisfazione personale (“Bene! Contenta di vedere che l’idea di città delineata cinque anni fa continua a prendere forma”), mentre Lucini è stato più “asciutto” ma non per questo meno appuntito “Contento (non per me, per la città) – ha scritto sempre sul social l’ex sindaco – Peccato per i nove mesi buttati via. E non c’erano ne problemi burocratici ne problemi di soldi. Bastava dare il via”.

Tornando all’architetto Bollini, ecco il suo plauso all’intervento in arrivo ai giardini: “E’ un progetto “giovane”, di qualità, finalmente contemporaneo e molto interessante. Ristabilisce le gerarchie di percorsi e funzioni, valorizza i monumenti trasformando l’area in un luogo fruibile a tutte le età. Aggiunge bellezza e funzionalità, non toglie niente. E’ un progetto che ha tutte le carte in regola per riqualificare davvero”.
Molte sono state le critiche preventive, in particolare rispetto al “corso d’acqua” che solcherà l’area verde, a detta di alcuni destinata ad “appassire” per la notoria difficoltà di manutenzione. “A chi esprime un punto di vista così pessimista – dice Bollini – rispondo che oggi sì che c’è degrado, mentre domani avremo solo riqualificazione e rigenerazione grazie alle nuove funzioni. È quello che penso e mi auguro per questo progetto che ci avvicina a ciò che fanno le città che vogliono crescere e guardare al futuro. Città che vogliono essere attrattive, inclusive, dinamiche. È quello che si deve fare”.

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