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Martino Villani durante un’edizione dell’Isola che c’è
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“Sindaco, le nuove regole sui contributi escludono quasi tutte le associazioni di volontariato. Le modifichi”

Non ci sono soltanto le piccole società sportive di Como a protestare per quello che appare come un drastico taglio alla possibilità di accedere a contributi comunali a causa del nuovo regolamento voluto dalla giunta Rapinese e approvato dal consiglio comunale.

Oggi ospitiamo una lettera del direttore del Centro Servizi per il Volontariato (CSV Insubria), Martino Villani, che segnala il rischio di pesanti impatti anche sul mondo del volontariato e del terzo settore.

Di seguito, il testo inviato anche al sindaco Alessandro Rapinese alla vice Nicoletta Roperto.

Gentilissimi,

in qualità di Direttore del CSV Insubria, desidero sottoporre alla Vostra attenzione una riflessione in merito alla bozza del vostro nuovo REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI ECONOMICI E/O ALTRI VANTAGGI ECONOMICAMENTE VALUTABILI.

Il documento, per quanto ampiamente condivisibile nelle sue finalità di garantire trasparenza e corretto utilizzo delle risorse pubbliche, introduce un vincolo che rischia di produrre un effetto non previsto: la possibilità di presentare richiesta di contributo è, infatti, riservata esclusivamente alle associazioni riconosciute dotate di personalità giuridica (art. 4).

Come certamente sapete, nel territorio comunale — così come in generale a livello nazionale — la grande maggioranza delle associazioni di volontariato, culturali e sociali opera in forma non riconosciuta. Queste realtà, pur pienamente iscritte ai registri del Terzo settore o regolarmente costituite secondo le norme del Codice Civile, non hanno personalità giuridica poiché il riconoscimento comporta adempimenti burocratici e patrimoniali spesso insostenibili per enti di piccole dimensioni.

La conseguenza pratica di tale impostazione sarebbe quella di escludere la quasi totalità delle associazioni attive nel tessuto civico e solidale comasco dalla possibilità di accedere al contributo di cui all’articolo 4 e ciò andrebbe a penalizzare proprio quei soggetti che, quotidianamente, collaborano con l’Amministrazione nella promozione di iniziative culturali, sociali, educative e di inclusione.

Si comprende la ratio del criterio — sicuramente ispirata all’esigenza di maggiore garanzia formale, responsabilità patrimoniale e trasparenza — tuttavia esistono modalità alternative per raggiungere tali obiettivi senza restringere in modo così drastico la platea dei beneficiari. Ad esempio, molti Comuni italiani ammettono alla concessione di contributi anche associazioni non riconosciute, purché:

1. siano regolarmente costituite con atto registrato;

2. dispongano di un codice fiscale e di un proprio conto corrente dedicato;

3. abbiano presentato il bilancio o rendiconto approvato dall’assemblea;

4. risultino iscritte, ove previsto, al RUNTS.

Questi requisiti garantiscono serietà e tracciabilità nella gestione dei fondi comunali, pur mantenendo un approccio inclusivo verso il tessuto associativo reale del territorio.

Alla luce di quanto sopra, si propone di valutare un adeguamento del regolamento che consenta anche alle associazioni non riconosciute, ma regolarmente costituite e trasparenti nella gestione amministrativa, di accedere ai contributi comunali (eventualmente con livelli di controllo o rendicontazione differenziati).

Anche la richiesta di avere sede legale nel comune di Como, da almeno tre anni, rischia di escludere realtà significative che, operando a livello nazionale, possono avere sedi distaccate a livello locale che collaborano da tempo sul territorio comunale, sia in occasione di manifestazioni che di servizi specialistici o di rilevanza socio-sanitaria, e che le presenti disposizioni escludono dalla possibilità di richiedere contributi.

Confidando nella sensibilità dell’Amministrazione verso il mondo del volontariato e del Terzo settore, resto a disposizione per eventuali approfondimenti tecnici o proposte di revisione operativa del testo regolamentare.

Con viva cordialità

Martino Villani

 

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