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Punti di vista

“Sindaco Rapinese, le nuove regole sono un chiaro taglio ai contributi e colpiranno le piccole società sportive”

Il nuovo regolamento per la concessione di contributi anche alle società sportive di Como, voluto dal sindaco Alessandro Rapinese, suscita dubbi e obiezioni. Esempio ne è la lunga lettera inviata al primo cittadino firmata da Laura di Adamo, insegnante all’ASD LARIO Scuola di JUDO, che definisce iniquo e difficilmente sostenibile per molte articolate ragioni il provvedimento.

Di seguito il testo integrale della lettera.

Egr.sig. Sindaco,
ricevo invito per incontro di mercoledì 15 ottobre ore 17:00 in Sala Stemmi per discutere del “Regolamento per la concessione di contributi economici e/o altri vantaggi economicamente valutabili” già approvato con Deliberazione del CC n. 85 del 06/10/2025.

Non potendo presenziare dal momento che l’orario coincide con l’attività sportiva di cui mi occupo e visto che però non sono solita disinteressarmi di tematiche che incidono sulla realtà sportiva che rappresento e più in generale sulla proposta sportiva del territorio, sono a esprimere il mio pensiero con tale modalità.

Tempi or sono avrei portato le considerazioni che seguono alla ex Consulta dello Sport di cui ero membro in qualità di rappresentante degli sport da combattimento.

Con rammarico constato la scelta strategica di dare un chiaro taglio alla concessione di contributi ordinari per l’attività sportiva. Mi piacerebbe un parere in merito.

In particolare mi lascia perplessa la scelta dei requisiti dei potenziali soggetti richiedenti, le tempistiche, le modalità di valutazione e infine gli obiettivi che si intendono raggiungere con tale provvedimento. Entrando nel merito:

Il requisito richiesto ai potenziali beneficiari (“associazioni/enti privati, dotati di personalità giuridica”)

Limitando l’accesso al beneficio ai soli Enti Riconosciuti preclude il bando alla maggioranza delle compagini associative, notoriamente le più piccole, meno strutturate, generalmente con un numero esiguo di tesserati e associati; di fatto le più bisognose di un fattivo supporto.

Benché negli ultimi anni si sia snellito l’iter per il riconoscimento giuridico, il processo che deve intraprendere una ASD (Associazioni Sportive Dilettantistiche) iscritta al RASD (Registro nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche) e al Registro CONI (Registro Nazionale delle Associazioni e Società Sportive dilettantistiche) per ottenerlo richiede sforzi economici e manageriali che non lo rendono immediato. Considerazioni analoghe credo valgano anche per gli ETS (Enti Terzo Settore) iscritti al RUNTS (Registro Nazionale Terzo Settore) che possono avere altri inquadramenti (ad esempio APS, Associazioni di Promozione Sociale, ODV, Organizzazioni di Volontariato, ecc).

In pratica così operando si andrebbe volutamente a restringere grandemente la platea dei potenziali beneficiari: solo SSD (Società Sportive Dilettantistiche) e ASD riconosciute, ovvero la minoranza dei soggetti operanti sul territorio; di fatto estromettendo tutte quelle di piccole dimensioni che però, sommate, operano con un numero ragguardevole di cittadini.

Le tempistiche
Qualora il requisito della personalità giuridica non bastasse, a restringere ulteriormente la lista dei candidati concorrerebbero le tempistiche: la richiesta di contributo sarebbe da presentarsi “almeno 30 giorni prima della data prevista per l’attività”. In pratica si dovrebbe avere un progetto preconfezionato da presentare a novembre e svolgere a dicembre. E comunque, anche si avesse tale progetto, “(la richiesta) è subordinata alla disponibilità di fondi a bilancio”.

Le modalità di valutazione
“la somma massima da destinare a contributo…non potrà in ogni caso essere superiore al 75% della differenza tra uscite ed entrate stimate. Nessun contributo sarà destinato laddove siano previste entrate superiori alle uscite”

Potrei capire (non condividere ma capire) tale punto qualora di trattasse di un evento straordinario, ad esempio l’organizzazione di un evento sportivo. Di fatto l’impostazione ricalca quella dei bandi regionali per i contributi per gli eventi sportivi: viene riconosciuta una percentuale sul disavanzo. In pratica il punto di pareggio lo si ottiene conteggiando anche il contributo assegnabile (che non è detto si ottenga).

Non condivido tale ragionamento perché dalle associazioni si richiede sempre più di ragionare come una azienda e poi non si premia l’evento che riesce a essere autosufficiente ma, al contrario, si premia chi ragiona all’opposto. Non condivido appieno ma capisco se si trattasse di attività straordinaria. Per dei contributi per l’attività ordinaria ritengo sia sbagliato nei termini.

Sbagliato o no, tale impostazione fa sì che, anche qualora un Ente Riconosciuto riesca a svolgere un progetto valido (che però deve andare in deficit per ottenere il 75%) di fatto ottenga poco (sicuramente meno rispetto ai bandi degli anni scorsi).

Gli obiettivi
Mi viene a questo punto da chiedermi se davvero si voglia “favorire la partecipazione attiva di soggetti giuridici che operano nelle…aree di intervento” di cui all’art.3 del Regolamento o ci si auspichi di non elargire contributi (o darne pochi a pochi soggetti) senza esplicitamente dire di non voler concedere contributi. Se così fosse sarebbe un provvedimento iniquo.

Sperando di aver mal interpretato quanto proposto dall’Amministrazione, mi rimetto all’autorevole volere del CC che ha approvato il Regolamento con Deliberazione n. 85 del 06/10/2025.

Porgo il mio sentito ringraziamento a Lei e all’Assemblea radunata in data odierna per aver condiviso il pensiero.

Con immutata stima, Laura di Adamo.

 

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