Eva Cariboni è stata consigliere comunale a Como.
Una storia di rigore dritto e refrattario all’ideologico, la sua.
Pensieri che hanno superato gli schieramenti per un’affermazione politica che rispondesse profondamente all’idea dell’emancipazione dal vincolo di mandato (okok, non si parla di un deputato, non è una definizione tecnica: piuttosto per chiarire, più in generale, il principio).
Entrata in consiglio (luglio 2014) a sostegno l’amministrazione Lucini, dopo le dimissioni di Marco Servettini (Lista Amo la mia città), il 25 maggio del 2016 ha lasciato la maggioranza in seguito a alcuni scambi di opinione non teneri: su tutti la vendita delle azioni Acsm-Agam.
Insomma, persona che, come la si voglia vedere o raccontare, per seguire una linea non negoziabile ha voluto agire in nome di una coerenza, di un’idea. Senza compromesso.
Però, la politica è compromesso, si dirà (con una certa spruzzata di banale).
Già, ma non sempre la politica (e soprattutto non sempre il compromesso) è forma o materializzazione, o sinonimo, di bene.
Non a caso, a sfogliare il profilo Fb di Eva Cariboni, trovi anche un’immagine di Nilde Iotti che sul terreno della costanza etica e morale, in dottrina politica, ha giocato un’intera esistenza.
Comunque sia.
Questa storia ne evoca un’altra? Eh, sì.
Perché giusto di recente, in nome di capisaldi non derogabili un’altra grande signora del Palazzo, Ada Mantovani, asse fortissimo, contrappeso naturale, volto nobile della Lista Rapinese ha lasciato l’amico e compagno politico di una vita per confluire nel gruppo misto, in questo caso il tema della frattura è stato il dormitorio.
Divorzio sofferto, non facile, ancora una ferita aperta. Ambo le parti.
Storico addio, Ada Mantovani lascia Rapinese. “Chiedevo il dormitorio, mi è stato detto no”
Così, in queste ore abbiamo pubblicato un nuovo punto di vista. Mantovani si è espressa ancora, con lucida chiarezza, sui senzatetto, qui:
Ada, discorso per Como: “Non ci occupiamo di estetica e decoro. Ma di persone, di umanità”
Subito dopo, ecco il commento di Eva Cariboni, in fondo al nostro articolo:
Ada Mantovani si è sempre contraddistinta all’interno del Consiglio non solo per l’intelligenza e la pacatezza degli interventi, ma anche e soprattutto per la sua umanità e attenzione verso i più deboli. Questo discorso ne è l’ennesima prova e spero che le sue parole possano davvero convincere il Consiglio ad approvare la mozione.
E poi chissà… Como si meriterebbe un futuro Sindaco con le sue caratteristiche!
Alla faccia dell’endorsement. Ma pure qualcosa di più.
Non che si voglia lo steccato di genere, la delittuosa quota rosa (mai da queste parti), ma di questi tempi persone – donne! – come Barbara Minghetti, Patrizia Lissi, Patrizia Maesani, Ada Mantovani e, appunto, Eva Cariboni stanno insegnando un’autonomia post-ideologica, post-partitica, scevra di interessi personali che, forse-ma-forse-chissà, potrebbe portare qualcosa di nuovo, spacca-abitudini e inedito a questa città.
Vedremo. Sarà molto interessante, nel caso.
Un commento
Io la voterei.