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Punti di vista

Como, la piazza davanti al lago è un bosco assurdo tra alberi enormi e aiuole senza senso: qualcuno la salvi

Esiste una piazza centralissima di una qualsiasi città italiana o europea con un verde peggiore di piazza Cavour a Como? La domanda è di difficile risposta, ma stando ‘schisci’ si potrebbe ipotizzare come minimo una gara serrata per i primissimi posti tra il salotto sfigato affacciato sul Lario e pochi altri in giro per il Belpaese. E ovviamente, meglio precisarlo, qui chi governa oggi o l’ha fatto fino all’altroieri non c’entra nulla: la giungla cresce silenziosamente – ma forte – da anni, nel disinteresse assoluto per l’aspetto ridicolo che alla fine, nel corso di lustri e lustri, ha assunto la ‘pettinatura’ di un luogo così simbolico.

Ambientalisti e sensibilità green assortite staranno già tirando fuori i fucili ecologici col tappo vegetale, allarmati dalla possibile induzione all’abbattimento di alberi e cespugli. Ma si tranquillizzino tutti, nessuno qui invoca il napalm sui lati selvaggi del quadrilatero di pietra. Molto più pacificamente, si propone un’opinione, previa osservazione, sull’aspetto decisamente assurdo che il contorno di foglie, petali e tronchi offre a una piazza già ampiamente sfortunata di suo, fatta salva naturalmente la vista sul lago.

Il suggerimento per questa riflessione è guardare l’insieme con gli occhi di una persona non avvezza a frequentare ogni giorno piazza Cavour, calandosi per pochi minuti dietro uno sguardo vergine. Cioè quello che invece, del tutto comprensibilmente, ai comaschi residenti, lavoranti o anche solo frequentemente transitati nella zona non può sovvenire. E’ naturale: l’occhio si abitua e ‘digerisce’ tutto, a lungo andare. E finisce persino per trovare gradevoli le brutture, sovente.

Non si può spiegare altrimenti l’accettazione, per fare un primo esempio, dei giganteschi alberi senza un perché che si estendono – in maniera peraltro apparentemente casuale e disordinata – sul lato Metropole Suisse-Intesa Sanpaolo: un grumo di altissime e insensate chiome senza alcun rapporto reale con il resto dello spazio e degne, perché non si può dire che in sé siano brutte, anzi, di un bel bosco fuori città più che del belvedere cittadino.

C’è di peggio comunque: le nuvole verdi che punteggiano entrambi i lati dello spiazzone. Altra cosa senza un vero perché, tipo palloncini verdi abbandonati al suolo dopo la festa delle medie. Accettabili solo perché vagamente malinconici, stop. D’altronde, uno è largo, uno è alto, uno è ovale. E così via, nell’anarchia (però regolarmente pettinata: la manutenzione – ratti residenti a parte – non è contestabile e si vede).

Ci sono poi tocchi davvero surreali, tipo l’aiuola-bunker proprio al fondo della piazza, di fronte all’Hotel Barchetta: una roba squadrata, evocante parallelepipedi immaginari, che potrebbe ospitare le ultime ore di un Reich, al di sotto, più che rappresentare un tocco di gentilezza green.

Tra cespugli, alberelli, mega tronchi chiomati e aiuole senza un perché, si potrebbe continuare all’infinito a stupirsi davanti al verde-nonsense di piazza Cavour, ma sarebbe un inutile accanimento. Meglio sarebbe – per carità, senza fretta, siamo ormai tutti un po’ assuefatti a quel disordine rigoglioso – che prima o poi qualcuno (Edward Mani di Forbice?) mettesse mano a quel guazzabuglio di chiome. Così, giusto per dare almeno un vestitino migliore a una piazza che, si sa, è già tanto, tanto sfortunella di suo.

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30 Commenti

  1. Visti gli scempi fatti negli ultimi 20 anni, dove qualsiasi intervento è stato peggiorativo, prima di intervenire bisogna trovare professionisti altamente qualificati! Un esempio di una azienda che lavora molto bene con testa, gusto e creatività?
    Paghera green philosophi
    Altrimenti megglio lasciar perdere!

  2. L’altro vero problema è che la piazza è comunque limitata su due lati da strade percorse da automobili – certamente il lato vero il BArchetta è in zona ZTL ma di auto e bus ne passano parecchi. questa doppia barriera limita pesantemente la piazza. sarebbe per esempio interessante ripensare gli spazi eliminando i gradini dei marciapiedi così da avere visivamente uno spazio “unico” senza barriere, aprendo la vista verso il lago, mantenendo gli alberi ovviamente ..

  3. Una piazza non può essere solo una landa desolata, dove d’estate si “frigge” al sole – e la nuova passeggiata a lago ne è un esempio – una piazza può contenere alberi e aiuole ben curate e progettate. la presenza di verde e alberi aiuta a ridurre le temperature al suolo e crea ambienti anche esteticamente più interessanti in base alle differenti stagioni. Certamente lo stato attuale andrebbe gestito, pensato e non solo subito, dando un senso agli spazi. Diverso sarebbe se però tali critiche giungessero dagli albergatori…cui magari gli alberi oscurano la vista del lago…

  4. È da 40 anni che ci sono questi alberi vi accorgete solo adesso con Rapinese sindaco?
    Non sapete più cosa dire per contestarlo domani cosa direte?

    1. Riportiamo una delle prime righe dell’articolo che chiaramente non ha letto o al più ha letto in una seduta assai rapida: “E ovviamente, meglio precisarlo, qui chi governa oggi o l’ha fatto fino all’altroieri non c’entra nulla: la giungla cresce silenziosamente – ma forte – da anni, nel disinteresse assoluto per l’aspetto ridicolo che alla fine, nel corso di lustri e lustri, ha assunto la ‘pettinatura’ di un luogo così simbolico”.

    2. Quando nell’articolo ha letto “chi governa oggi non c’entra assoluta nulla”, cosa stava pensando? Ai regali di Natale?

    3. Se ci sono da 40 anni non significa nulla.
      Basta mettere mano e dare un senso a tutto quel verde alla rinfusa.
      Ci sono degli esperti: ad esempio Ratti.
      La prima cosa fa fare è mettere dei gabinetti: dalla Como Nuoto a Villa Olmo non ne esiste uno.
      La passeggiata a lago è inibita agli handicappati
      Il Sindaco non se ne accorge?
      Al Sindaco interessa solo la ” porcheria ” dello stadio per prendere alcune migliaia di voti per essere rieletto.
      Saluti.

      Carlino Zuccoli

  5. Alberisti ecologisti, stop! La città resta la città, col verde ben progettato e curato, il bosco fuori dalle periferie e pure dal seminato, che serve a “facce magnà”. Non si può avere tutto, poche cose, funzionali ben architettate.

  6. L’impianto è stato sbagliato, e su quello c’è poco da fare.
    Belli invece i grossi alberi che coprono l’orrore che è il Barchetta – e per fortuna non sono stati capitozzati come quasi tutti gli altri in città.
    I grossi allori danno ombra e sono verdi tutto l’anno; splendidi anche gli enormi oleandri.
    Vero che la siepe squadrata, invece, stoni.
    Piazza da migliorare? Certamente, ma c’è più da tenere che da togliere.

  7. Sarà che pecco di ‘Una sensibilità altissima green’ ma in una città che percepisce il verde quasi esclusivamente come qualche aiuola qua e là ultra curata, lunga vita al verde urbano. Ne abbiamo bisogno. Tanto.

    I vantaggi del verde urbano

    – Combatte l’inquinamento atmosferico e acustico.

    – Assorbe l’acqua piovana che altrimenti potrebbe creare allagamenti.

    – Crea un habitat per la fauna locale.

    – Reduce l’Effetto Isola di Calore Urbana

    (Le aree urbane tendono a essere più calde delle aree rurali circostanti a causa della quantità di cemento, asfalto e altri materiali che assorbono il calore. Gli alberi e la vegetazione supplementare forniscono ombra e contribuiscono a raffreddare l’aria, riducendo l’effetto isola di calore urbana.)

    – Migliora la qualità dell’aria e dell’acqua

    (Come già detto, gli spazi verdi aiutano a filtrare gli inquinanti atmosferici, migliorando la qualità dell’aria nelle aree urbane. Inoltre, aiutano ad assorbire e filtrare le acque meteoriche, riducendo il deflusso e migliorando la qualità dell’acqua.)

    – Attenua il cambiamento climatico

    (Gli alberi e la vegetazione aiutano ad assorbire l’anidride carbonica dall’atmosfera, contribuendo a mitigare il cambiamento climatico. Gli spazi verdi contribuiscono anche a ridurre l’uso di energia negli edifici, fornendo ombra e riducendo la necessità di aria condizionata.)

    – Crea benessere per la salute
    (È stato dimostrato che il verde solleva il morale delle persone che lo frequentano, con benefici per la salute fisica e mentale.)

    Cosa vogliamo di più nella vita?

    1. che una piazza sia una piazza, non una mezza giungla per pisciarci.
      È sacrosanto che il verde sia una risorsa da tutelare, ma non può diventare alibi per scempi urbani.

      1. Adesso… che sia disuniforme non è negabile. Io il concetto però lo vedo chiaro: due corrodoi laterali di passaggio, accesso alle strutture, che veicola verso i passaggi pedonali, una parte centrale per sostare e guardare il lago con una “barriera” che impedisca l’attraversamento selvaggio senza togliere la vista. Il lato sinistro della piazza guardando il lago è il problema: non c’è nulla di interessante commercialmente, i palazzi sono brutti. Il verde copre lo scempio creando quella che è una “strada di servizio”.

  8. Io prima di sollecitare una sistemazione delle aiuole e dei relativi alberi di piazza Cavour , aspetterei che prima venissero terminati i lavori ai giardini pubblici! Mi sembra che di opere iniziate ce ne siano anche troppe in città. Ultimamente il termine riordino del verde a Como è quasi sinonimo di taglio esagerato. Inoltre le città hanno bisogno di alberi perché si possano affrontare le prossime estati sempre più calde.

  9. Non capisco cosa non vada nei bellissimi alberi di piazza Cavour: sono uno spettacolo. E’ ancora la sistemazione migliore dopo il riempimento del vecchio porto nel 1870:
    piazza-bosco. Io ne pianterei altri

    1. Gli alberi di per sè non li reputo un problema, ma le aiuole disegnate così di fatto limitano l’accesso alla piazza stessa.
      Sono sempre più affollati i “corridoi” laterali, rispetto allo spiazzo centrale.

      1. Infatti. I filari di alberi e panchine, se vogliamo con aiuole sottili, ai lati della piazza ci stanno.
        Ma il resto, se è una piazza, deve essere una piazza, assolvere la sua funzione estetica e pratica (che sia per festeggiamenti, ricorrenze, arrivi di competizioni, comizi, installazioni natalizie, fiere, eccetera).
        Si vuole farne altro? ok, fuori le idee, ma non una mezza giungla.
        La difesa del verde è doverosa, ma senza fanatismi.

    2. Probabilmente casa tua è una villetta con attorno 200 metri di terreno, ben incasinato e con alberi d’alto fusto sul confine, a togliere la luce a te e rompere le scatole ai vicini. Se vuoi vivere così nessumo te lo impedisce, ma lascia che Como possa sceglire fra un giardino o un bosco, senza le tue pulsioni arboricole.

  10. Piazza e molo antistante andrebbero progettati da qualcuno non razionalista con il senso del bello e l’amore per i colori.
    Poi non ci lamentiamo se invece delle barche di lusso ci troviamo dei ruderi sul molo e tra poco i camper in piazza

  11. 05.03.2024 “Sono state sradicate le palme e i banani di fronte al Duomo (di Milano).
    Gli operai hanno dato il via ai lavori che trasformeranno l’aiuola davanti alla cattedrale in un’oasi di montagna con canfore e fiori alpini”.
    Questo per dire che anche altri commettono grossolani errori tipo “AFRICANIZZAZIONE” in oggetto, per poi ritornare sui propri passi e.. passare ad altro.
    Piazza Cavour a Como è il risultato di un progetto mai fatto e di una manutenzione ordinaria del verde: le piante crescono! Da ripensare?

  12. Vero, bisognerebbe puntare a coprire i palazzi del Barchetta e della banca e lasciare il resto con piantumazione regolare, ordinata e composta da poche e precise essenze (per garantire il dovuto verde e la dovuta ombra).

  13. E’ una cosa talmente brutta che hanno pensato di rifare i giardini del tempio voltiano. Ah, già. Li una volta sistemato possono piazzarci una intera spianata di tavolini (con il tocco di classe della mini biblioteca)

  14. Verde o più verde è comunque la piazza più brutta di Como Anni fa c’erano progetti per rifarla :uno era di Eli Riva altro di Bruno Munari forse anche un terzo ma non ricordo

    E.V.

    1. Grazie di ricordare il pensiero di mio padre. Se Eli Riva vedesse oggi la piazza che tanto amava, morirebbe di dolore. Meglio davvero se ne sia andato prima di vedere questo scempio

  15. Caso al posto del verde mi preoccuperei delle pantegane. Le ho viste personalmente pure dieci anni fa alla fiera del libro e per i mercatini di Natale non compro mai cibo se non già confezionato. Piazza Cavour è uno spazio rubato al lago che non ha trovato ancora una sua connotazione. IL verde a Como è ben curato, almeno nelle zone centrali. Vi invito a fare un servizio fotografico sulla bellissima aula all’inizio della passeggiata Gelpi, una soffice nuvola di fiori su cui tuffarsi!

  16. Sono gli equivoci nati anni e anni fa da una visione limitata, miope.
    Non potendo o non essendo capaci di fare “grandi” cose, e non potendo/volendo limitarsi a sistemare il vecchio, si è caduti in trappoloni.

    Un mio vecchio amico, esperto di arte e che aveva girato il mondo, un giorno mi disse: “ma questa è una piazza o un giardino? Che senso ha?”

    Se vogliamo, è la stessa trappola in cui si è caduti nel front di Villa Olmo: è un giardino o un parco?

    Sono mezze cose che denunciano irresolutezza, indecisioni, voglia di fare ma non fino in fondo. Anche perché ci si accorge che “prima” fosse meglio.

    E si pagano caro, sia dal punto di vista estetico sia da quello funzionale.

  17. Mah! Posto che il problema di piazza Cavour è proprio l’esistenza della piazza laddove c’era – e avrebbe dovuto continuare a esserci – l’acqua, la bruttura più brutta del “salotto sfigato” di Como è l’hotel Barchetta, un vero pugno architettonico nell’occhio. Almeno la sede di Banca Intesa – orrida all’origine – è stata rifatta passabilmente. E inguardabile, è invivibile, è pure la spianata centrale.

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