In Asst Lariana, l’ospedale Sant’Anna di Como, da giugno 2024 c’è una nuova possibilità di trattamento per i pazienti che soffrono di dolore acuto e cronico ed è la terapia del freddo. La crioanalgesia, o crioablazione, sfrutta il freddo come principio analgesico.
Questa tecnica da qualche anno si sta affermando come una delle più promettenti nel campo della medicina del dolore, soprattutto per il fatto che non richiede l’assunzione di farmaci (riducendo così il rischio di dipendenza e di effetti collaterali), è minimamente invasiva (con tempi di recupero brevi) e produce effetti duraturi nel tempo.
Racconta infatti un paziente: “Grazie alla crioanalgesia sono tornato a camminare in montagna, sono tornato a lavorare senza dolore, sono tornato a nuotare”.
“Questa terapia consiste nell’applicazione di temperature estremamente basse direttamente sui nervi o sull’area dolorosa per bloccare temporaneamente la trasmissione del segnale di dolore al cervello – spiega Carlo Francesco Biundo, responsabile della struttura di Terapia del Dolore e Partoanalgesia di Asst Lariana – è possibile applicare questa “sfera di ghiaccio” (Ice Ball) con temperatura di circa –80°C attraverso specifiche sonde che vengono raffreddate utilizzando gas ad alta pressione come l’anidride carbonica. La procedura è generalmente eseguita in anestesia locale all’ospedale Sant’Anna e sotto guida ecografica o fluoroscopica per garantire la massima precisione”.
Con questa tecnica può essere trattata gran parte delle neuropatie croniche periferiche, dolori articolari e muscoloscheletrici, oltre a dolori lombari, al Neuroma di Morton e al cosiddetto dolore dell’arto fantasma.
È il medico di medicina generale a valutare in prima battuta il paziente e, se lo riterrà appropriato, a indirizzarlo a un centro specializzato in terapia del dolore. Sarà quindi il paziente, impegnativa alla mano, a prenotare una visita con lo specialista il quale valuterà se prescrivere e somministrare il trattamento dopo una visita approfondita.
“La crioanalgesia rappresenta una vera e propria rivoluzione per i pazienti affetti da dolore cronico – aggiunge il dottor Biundo – Grazie a questa tecnica possiamo offrire loro una qualità di vita significativamente migliorata grazie alla possibilità di tornare a inseguire le proprie passioni”.