Si è appena concluso a Roma il: “Digestive Surgery: surgeons between soul and robot”: il più importante appuntamento italiano del settore.
Ne parliamo con il chirurgo oncologo Alberto Vannelli, direttore della chirurgia al Valduce.
“Ho avuto il grande onore di partecipare in qualità di esperto dei tumori del colon. Il tema di quest’anno: chirurgo tra anima e robot, puntava molto sulla tecnologia e sulla formazione dei giovani chirurghi dopo i problemi causati dalla pandemia. La chirurgia mininvasiva e robotica, sempre più presenti nelle nostre sale operatorie, hanno rivoluzionato la pratica chirurgica e i metodi d’insegnamento. Le nuove terapie immunologiche in ambito oncologico e l’applicazione del protocollo ERAS (Enhanced Recovery After Surgery per ridurre lo stress chirurgico e ottenere un miglior recupero), hanno permesso di migliorare la qualità delle cure prestate.
Questa rivoluzione culturale in un’epoca di continua trasformazione, si sta diffondendo – sia pure con lentezza – in tutti i centri di eccellenza, e la sanità lariana porta alta la bandiera di questo cambiamento. Una rivoluzione che dobbiamo gestire in maniera consapevole e razionale, incoraggiando l’approccio multidisciplinare del paziente e incrementando la qualità delle cure prestate. La tecnologia ha sicuramente garantito la cura del malato, ma dobbiamo dimenticarci che per rendere possibile questo risultato è necessario investire su formazione e aggiornamento professionale per recuperare il ritardo accumulato in oltre un anno di pandemia, nella formazione dei giovani chirurghi. Nel nostro ospedale fortunatamente non abbiamo mai smesso veramente di operare e questo ha garantito agli specializzandi (il Valduce vanta una prestigiosa collaborazione con la Scuola di Specializzazione di Chirurgia di Milano), il percorso di formazione previsto dall’Università. Una sfida non facile, ma come ricorda Sant’Ignazio di Antiochia: si educa molto con quello che si dice, ancor più con quel che si fa, molto più con quel che si è”.