Qualcosa è cambiato. Siamo in un quadro diagnostico e terapeutico mutato rispetto alla prima ondata Covid.
Nel senso che accadono cose nuove e diverse sul fronte dell’epidemia e di come viene individuata. Ne è specchio il Pronto Soccorso dell’ospedale Valduce di Como dove succede spesso che i positivi al virus vengano individuati ma solo perché si sono presentati al triage per problemi e sintomi di tutt’altra natura.
Lo racconta Mario Guidotti, primario di Neurologia e Direttore del dipartimento medico nella struttura di via Dante.
Cosa succede?
Siamo in una situazione diversa rispetto ai mesi scorsi. Troviamo positivi che si presentano in Pronto Soccorso per problemi di varia natura ma non per sintomi Covid. Poi, e capita tutti i giorni, succede che molti di loro risultino positivi. Questo è un problema.
Come lo gestite?
Premetto che non siamo in ginocchio e la Terapia Intensiva lavora bene ma, capiamoci, un sospetto Covid va sottoposto al tampone e isolato in attesa dell’esito. Poi in caso di positività viene ricoverato nel reparto dedicato al Coronavirus. Reparto che ormai sta diventando multidisciplinare proprio perché, come dicevo, i pazienti si presentano per altre patologie. Sono i malati che non ti aspetti.
Covid – 190 contagi in provincia di Como, 2.419 in Lombardia
Quindi in questo momento non arrivano gli acuti come in marzo e aprile.
Non arrivano le polmoniti gravi di allora che in ogni caso sarebbero dirottate negli Hub di Milano o, nel caso dei semintensivi, all’ospedale Sant’Anna.
Insomma, si conferma un dato evidente da tempo. Gli asintomatici sono molti.
Sì, il virus è molto diffuso tra la popolazione. Noi incontriamo solo i pazienti in arrivo ma chissà quanti sono i positivi sani fuori. E’ la caratteristica di questa seconda ondata.
Il fatto che i pazienti siano asintomatici e che gli asintomatici siano, plausibilmente, una vasta percentuale dei covid-positivi può indurre a pensare che tutto sommato stiamo bene dal punto di vista epidemiologico. E’ così?
Induce a pensare che ci sia maggiore equilibrio tra immunità e virus ma anche perché è più bassa l’età media. Da un punto di vista epidemiologico vedremo un’ulteriore diffusione del contagio. Dunque, contagio alto ma malattia meno grave. Anche perché la curiamo meglio, e a casa, prima che si aggravi.
E dunque, che fare sul fronte epidemiologico?
O ci mettiamo in auto-lockdown o finiamo in un lockdown generalizzato (proposta lanciata anche dai medici di base a livello nazionale oggi, Ndr).
Tema sollevato in queste ore. Soluzione drastica.
L’ideale sarebbe fermare per due o tre settimane alcuni settori. Per raffreddare il sistema, in alternativa finiamo come la Francia o altri Paesi.
Insomma, un reset.
Serve scegliere di fare qualche sacrificio volontariamente o i sacrifici arriveranno nei fatti.
Crisanti ha ipotizzato un lockdown, necessario appunto per un reset del sistema sanitario e della situazione epidemica, a Natale.
Arrivarci, Natale è lontanissimo.
3 Commenti
Condivido pienamente!
Condivido qnt scritto da Patrizia
Se non si fanno tamponi come fanno gli asintomatici a sapere di esserlo? E involontariamente contagiano gli altri…ovvio
Se gli asintomatici contagiano a loro insaputa bisognerebbe che tutti si sottoponessero al tampone. Forse è proprio questo il motivo per cui il virus non sparisce