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Sanità

Dimesso l’ultimo paziente Covid dalla terapia intensiva dell’ospedale Sant’Anna

A distanza di 83 giorni la Terapia Intensiva dell’ospedale Sant’Anna è tornata a non avere più pazienti Covid ricoverati. Era il 3 dicembre, infatti, quando il presidio di San Fermo accolse il primo paziente della quarta ondata pandemica. Dopo 83 giorni e 47 pazienti Covid gestiti in questa ultima fase, nelle scorse ore la Terapia Intensiva ha dimesso l’ultimo ricoverato.

“Abbiamo ancora sette persone che hanno bisogno di un supporto ventilatorio attraverso i caschi – spiega il dottor Andrea Lombardo primario all’ospedale Sant’Anna dell’unità di Anestesia-Rianimazione 2 – Si tratta però di pazienti che non necessitano dell’assistenza della terapia intensiva. Le loro condizioni, inoltre, non sono particolarmente preoccupanti”.

La Terapia Intensiva del Sant’Anna ha gestito complessivamente 370 pazienti Covid nelle diverse ondate che si sono susseguite tra il 2020 ed oggi, e nel momento di maggior picco pandemico aveva attivato 32 posti letto, accogliendo anche pazienti provenienti da altre province. Lo stesso Elisoccorso era stato, ed è tuttora configurato per il trasporto a lungo raggio di malati positivi.

Nel 2019, l’ultimo anno prima della pandemia, la Terapia Intensiva del presidio di San Fermo gestiva circa 500 ricoveri. Sempre nel 2019 è stata avviata e sviluppata l’attività di prelievo d’organi a cuore fermo mediante la procedura Ecmo (Ossigenazione extracorporea a membrana) che si affianca all’osservazione di morte encefalica e prelievo multiorgano a cuor battente. Con il Coordinamento Locale prelievi d’organo – che ha visto l’arrivo di nuovo personale dedicato – sono in fase di implementazione ulteriori procedure di organ procurement.

L’impiego dell’Ecmo ha trovato, tra l’altro, applicazione anche in ambito intensivo nel supporto cardio-respiratorio di pazienti particolarmente complessi. All’interno del reparto sono garantite tutte le metodiche di supporto d’organo artificiale come le tecniche emodepurative dialitiche, l’aferesi plasmatica per il trattamento di patologie acute in ambito neurologico ed ematologico, l’emoperfusione e la decapneizzazione extracorporea, oltre alle più moderne tecniche diagnostiche in campo neurologico (ecocolordoppler transcranico, monitoraggio dell’ossigenazione tissutale cerebrale, pupillometria quantitativa) e con metodiche point of care al letto del paziente (dosaggio biomarcatori, viscoelastometria del coagulo).

“Dal punto di vista tecnologico, in questi ultimi anni, sono stati fatti importanti investimenti – sottolinea il dottor Lombardo – investimenti che hanno riguardato anche l’aspetto formativo del personale, medico ed infermieristico”. Dal 2021 la Terapia Intensiva del Sant’Anna è inserita nella Rete regionale delle terapie intensive ed è nell’organismo di coordinamento.

In ambito anestesiologico vengono garantite le attività di tutte le branche specialistiche, ad eccezione della cardiochirurgia. Il personale contribuisce allo sviluppo delle più moderne tecniche chirurgiche anche attraverso lo sviluppo di percorsi clinico-assistenziali interdisciplinari (è il caso ad esempio del protocollo chirurgico Eras in fase di definizione e la strutturazione della chirurgia in ambito pediatrico).

Sono garantite tutte le tecniche anestesiologiche, compresa l’analgesia durante il travaglio di parto, e la terapia del dolore. Viene garantito il decorso post-operatorio protetto nei casi di chirurgia maggiore o di pazienti particolarmente complessi (chirurgia testa-collo, neurochirurgia, chirurgia toraco-addominale maggiore, traumatologia). Dall’unità diretta dal dottor Lombardo dipende anche il soccorso territoriale 118, la centrale operativa Soreu dei Laghi (che presidia le province di Como, Varese e Lecco), l’elisoccorso medico (servizio garantito h.24 in quanto la sede di Como è una delle due sedi regionali che è abilitata per il volo notturno) e l’automedica.

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