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Sanità

Rsa Olgiate Comasco, atto d’accusa per Ats e Regione: “Istituzioni sparite, lasciati senza Dpi. Li compriamo noi”

In linea con una comunicazione sempre dettagliata, l’ultima che arriva dalla Casa di riposo di Olgiate Comasco – dove oltre l’80 per cento delle persone è risultata positiva, ma asintomatica o con sintomi lievi, mentre 7 ospiti e 6 operatori sono risultati debolmente positivi e si sono registrati 7 decessi – fa chiarezza sullo stato della situazione e anche sulla concomitanza che ha determinato le morti.

Nella nota appena diffusa e siglata dai dottori Luciana Luisa Corti e Fabio Giancarlo Bianchi si conferma “che il contagio è largamente diffuso sia tra gli ospiti che tra gli operatori ma, nel contempo, le condizioni generali di salute sono in graduale miglioramento”.

Importante il punto sui decessi: “Quattro hanno riguardato ospiti con plurime e gravi patologie pregresse, per i quali il Covid-19 ha rappresentato l’atto finale; tre sono stati determinati da cause estranee al contagio. Tre Ospiti sono in condizioni critiche ma stabili ed anche in questo caso il Covid si inserisce su un quadro clinico già fortemente compromesso”.

In sostanza, viene ribadito che “attualmente, nessun ospite è a rischio di vita per causa esclusiva del Covid-19; venerdì scorso, infine, è stata registrata la prima negativizzazione al tampone di una paziente precedentemente positiva”.

“Da quattro giorni, la palestra della struttura è stata adibita a dormitorio per gli Operatori che ne hanno fatto richiesta”, sottolinea la nota che ribadisce anche come siano “numerosi i Dipendenti assenti perché attualmente impossibilitati a lavorare, fortunatamente con sintomatologia non particolarmente preoccupante”.

Non manca però un finale duramente polemico.

Dopo “i più sentiti ringraziamenti alla Protezione Civile di Olgiate Comasco, che ci ha fornito i letti per allestire il dormitorio e al Comune, nella persona del Sindaco Simone Moretti, che è costantemente in contatto con la direzione della Struttura per aiutarci a far fronte alle numerose necessità”, i dottori mettono nero su bianco un passaggio durissimo.

“Delle altre Istituzioni non vi è alcuna traccia e addirittura nella giornata di ieri, per difficoltà organizzative, non ci sono stati consegnati i Dispositivi di Protezione Individuale che, a partire dal mese di maggio, vengono distribuiti alle RSA lombarde – è l’accusa della direzione – Fortunatamente, dall’inizio della pandemia ad oggi, abbiamo messo in atto una rigorosa ed incessante politica di acquisto dei Dispositivi e quindi il nostro lavoro non ne risulterà intaccato ma la circostanza è indicativa del fatto che le Istituzioni non siano in grado di sostenerci”.

Facile intuire – visti i ringraziamenti elencati non casualmente con dovizia – che i bersagli siano Ats e Regione.

“Non intendiamo andare oltre in questo tipo di discorsi – precisano poi i dottori – ma riteniamo doveroso e corretto rappresentarvi sin da ora il fatto che la Struttura supererà lo stato di emergenza unicamente grazie all’eccezionale impegno dei propri Operatori. Siamo fisicamente sfiniti dalla fatica ma tutt’altro che domi e più che mai determinati a portare la RSA fuori dallo stato di emergenza”.

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Un commento

  1. Ieri sera è stata trasmessa un’inchiesta di Report sugli approvvigionamenti della Regione alle ATS. La sorpresa è che questa primavera, durante la pandemia con epicentro Bergamo, la maggior parte degli approvvigionamenti di Dispositivi di protezione, di respiratori e del materiale per far fronte al soccorso dei malati è stato inviato alle ATS di Varese/Como e Lecco invece che a quelle di Bergamo e Brescia che ne avevano molto più bisogno. Hanno intervistato parenti delle vittime che lamentavano la mancanza di respiratori come causa di decesso dei propri congiunti.
    Adesso che siamo noi investiti dall’emergenza, si scopre che i nostri operatori delle RSA devono comprare a proprie spese i Dispositivi di protezione? E quelli distribuiti dalla Regione? Li hanno ancora inviati dove non servivano? Mah….

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