Premessa dovuta: prima di urlare al no-vax è corretto ricordare che vi sono, oltre le ragioni ideologiche, anche questioni di salute che impediscono ad alcuni di sottoporsi al vaccino anti covid. Comunque, in un caso o nell’altro, al momento non se ne conoscono le ragioni.
Nont tutti tra medici, infermieri e personale delle Rsa lombarde hanno aderito alla campagna vaccinale anti-covid.
E’ quanto ha spiegato in Commissione Sanità oggi l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti. In regione il numero del personale sanitario che non ha aderito negli ospedali è dell’11%.
Per quanto riguarda i non sanitari (pulizie, mense e servizi commerciali all’interno delle Aziende Ospedaliere) si arriva al 17%.
Nelle Rsa gli ospiti hanno aderito al 91% il personale all’82. Secondo gli ultimi dati è stato somministrato il 78% delle dosi di vaccino, Pfizer, ricevute. E, ha detto l’assessore, ci sono scorte per tutti i richiami.
A proposito dei ritardi nelle consegne, Moratti ha chiarito come se non vi saranno modifiche la fase1 della campagna sarà conclusa il 5 marzo. Entro il 25 dello stesso mese sarà completata la copertura per comunità residenziali di persone disabili e psichiatriche, per l’assistenza a domicilio, Ats, medici in libera professione, dentisti e personale sanitario militare che supporterà la fase di vaccinazione di massa: si tratta di 6 milioni di lombardi.
Secondo il calendario la fase partirà il 26 marzo con 700mila ulta 80enni, poi 2milioni di persone tra i 60 e i 79 anni. Quindi i le persone fragili: malati cronici e chiunque sia a rischio per la salute. Altre date non vi sono perché non vi è certezza sui tempi di consegna che, pare, debbano stabilizzarsi da metà febbraio.