Sul dolente tema delle liste d’attesa per la sanità lombarda, giusto ieri Guido Bertolaso, assessore al Welfare di Regione Lombardia, durante la sesta edizione del Milano Life Science Forum, aveva sottolineato il coinvolgimento attivo sia delle strutture pubbliche che di quelle private auspicando un aumento maggiore del numero delle prestazioni erogate. Poi rivolgendosi in particolare ai rappresentanti delle strutture private presenti, aveva detto: “Dobbiamo lavorare insieme e fare ancora di più”.
Oggi però il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo denuncia una situazione per molti versi ancora insostenibile, facendo anche un paragone tra le situazioni di Como e di Varese.
“La provincia di Como è ancora figlia di un dio minore rispetto a Varese: per una prestazione sanitaria specialistica noi comaschi scontiamo tempi incredibilmente più lunghi nelle strutture della nostra provincia rispetto a quelle varesine – dice Orsenigo in una nota – Se prendiamo il tempo medio di attesa per una spirometria, un esame consigliato per chi ha contratto il Covid e quindi uno strumento importante di controllo e prevenzione, i dati di Ats Insubria aggiornati allo scorso ottobre parlano chiaro: 244 giorni di attesa media all’Ospedale Valduce, 239 al poliambulatorio di Via Napoleona, 154 al Sant’Antonio Abate di Cantù, 146 al Fatebenefratelli di Erba”.
Poi il confronto: “Ma se ci spostiamo a Varese la musica cambia: 5 giorni di attesa media al poliambulatorio dell’ospedale di Saronno, 18 giorni a quello di Busto Arsizio, 19 giorni al poliambulatorio dell’ospedale di Gallarate. Altre visite specialistiche all’apparato respiratorio non sono da meno. Così il ricatto sanitario è chiaro: vuoi curarti? O paghi per una visita nel privato, o ti sposti fino alla provincia di Varese (con costi di trasporto annessi e disagi connessi) oppure aspetti”.
“Alcuni cittadini segnalano che i risultati della Spirometria vengono rilasciati solo in forma cartacea e solo successivamente, con ritiro in struttura: quindi altri chilometri, altri pedaggi, altro carburante, altri disagi – conclude Orsenigo – Insomma, siamo davanti a una serie di storture che si trascinano dalla creazione di Ats Insubria: a tutti gli effetti un’Ats ‘mostro’, troppo grande, che, sulla carta, dovrebbe provvedere ai bisogni sanitari di 1,5 milioni su due province. Nella realtà i dati dicono altrimenti. Vorrei sapere dall’assessore al Welfare Bertolaso, che rivendica un miglioramento della situazione delle liste d’attesa, cosa pensa di questa situazione? Cosa direbbe ai cittadini lariani trattati come lombardi di serie B quando chiedono semplicemente di essere curati in tempi certi?”.
5 Commenti
Esperienza diretta… Per un piccolo, ma necessario, intervento chirurgico a Como 5 ANNI!! di attesa con ssn. PRIVATAMENTE,stesso ospedale(6000€…) dai 30 ai 45 GIORNI!.. Non è mafia questa??
Cittadini e pazienti non preoccupatevi. Ci penserà Fermi, assessore regionale con delega al taglio dei nastri, a risolvere la situazione. Lui, convinto sostenitore della demenziale riforma, ci stupirà con effetti speciali
Evidentemente agli asfittici cittadini lariani va benone così… come recitava quel ritornello del primo leghismo?: “lumbard paga e tas”.
Mandiamo sonde su Marte da 50 anni….. e bisogna impazzire per poter fare un esame semplicissimo come una spirometria e come se non bastasse ritirare l’esito!!!
Ma il diritto costituzionale alla salute è garantito così???
Com’è possibile che in altre strutture bastino 5 giorni??
VERGOGNOSO che non si faccia piena luce su queste situazioni che a pensare male…..
era stato promesso che si sarebbe riivista questa strana annessione tra Como e VArese…ma alla fine nulla è cambiato