Un mini ospedale da 90-100 posti letto all’ex ospedale Sant’Anna di via Napoleona per accogliere pazienti Covid fino al termine della panemia, ma strutturale anche in prospettiva e destinato a degenze di bassa intensità. E’ il progetto a cui ormai da mesi sta lavorando in primis l’Asst Lariana e che coinvolge direttamente tutte le forze del territorio: dalla Provincia al Comune di Como, fino a tutti i consiglieri regionali.
Il progetto è stato discusso in una serie di riunioni tra tutte queste componenti istituzionali, con un ultimo confronto anche nei giorni scorsi, ed basato su un corposissimo studio realizzato dal personale medico e amministrativo dell’Asst dal titolo “Uno sguardo oltre al Covid”.
“Si tratta di un documento prezioso e lungimirante – ha confermato l’assessore all’Urbanistica di Palazzo Cernezzi, Marco Butti – Il confronto con Asst, Provincia e tutti i consiglieri regionali è in corso: c’è la volontà condivisa di arrivare a una rivalutazione dell’accordo di programma del 2003 (quello che diede il là al trasloco del Sant’Anna da Camerlata a San Fermo, ndr) e realizzare in pieno la cittadella della salute superando il piano di dismissioni previsto all’epoca e le percentuali di ripartizione del comparto”.
E dunque, con un poliambulatorio che già ha ridato molte funzioni al monoblocco di via Napoleona, ecco il tassello che potrebbe far fare davvero il salto di qualità alla cittadella del futuro: il recupero di un intero edificio a oggi non utilizzato all’interno dell’ex Sant’Anna, per cui era appunto prevista una mai realizzata alienazione, così da farne un miniospedale a tutti gli effetti con un centinaio di posti letto. Una struttura utile per fronteggiare la coda – si spera – della pandemia, ma destinata a rimanere in funzione anche dopo.
“D’altronde – ha sottolineato Butti – la situazione economica, urbanistica e sociosanitaria, rispetto al 2003 quando venne firmato l’accordo di programma per il nuovo ospedale, oggi è completamente cambiata”.
Al netto dei problemi pratici ed economici che inevitabilmente pone il recupero di un intero edificio (in questo senso potrebbero essere molto utili bandi nazionali ed europei), la conferma della prospettiva arriva anche dal direttore generale dell’Asst Lariana, Fabio Banfi.
“Abbiamo semplicemente posato lo sguardo oltre al Covid – afferma Banfi – Il recupero di aree di degenza all’interno del compendio di via Napoleona può favorire una migliore gestione clinica ed organizzativa della transizione epidemiologica in atto e consentire di presidiare in modo appropriato il passaggio dell’emergenza in corso dalla fase pandemica a quella endemica”.
4 Commenti
Sarebbe utile sapere finalmente chi era il proprietario dei terreni su cui è stato costruito il Nuovo Sant’Anna che pare sia costato 100.000.000,00.
Allora si capirebbero molte cose.
Dopo 18 anni ci pensano?
Hanno lasciato andare un ospedale che era sì antiquato ma si poteva sistemare: raggiungibile con treno e bus ma soprattutto hanno fatto costruire consapevolmente un autosilo inutile e che è costato e costa alla collettività..e chi governava allora in alcuni casi è nei cda delle partecipate pubbliche regionali e locali
Giusto usare l’ex S’Anna per la fase Covid; a lungo termine, tenere due ospedali a pochi chilometri (sia pure uno per sub acuti) con i relativi costi di gestione, è la certificazione dell’errore progettuale realizzato a S.Fermo. Che quest’ultimo fosse sottodimensionato è stato evidente fin da subito, e d’altra parte l’area non permetteva di fare di più. La responsabilità politica del governo Formigoni sulla scelta dell’area sbagliata è più che mai evidente.
Il S.Anna dovrebbe forse iniziare a guardare al territorio e coprire la grave carenza di medici specializzati ed infermieri degli ospedali che amministra e pensare alle persone malate bisognose di medici qualificati.Io arriccio sempre il naso quando si parla di opere edili negli ospedali perché è proprio in quei progetti che spesso entrano giri non proprio trasparenti.