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Attualità, scuola

Como, il quartiere contro la chiusura della scuola: “I bambini sono vite, non parcheggi”, “Non siamo famiglie di serie B” (Video)

Mattinata di grande partecipazione oggi alla scuola primaria “Fulcieri Paulucci de Calboli” di Ponte Chiasso, in via Brogeda 21, dove centinaia di persone si sono radunate per protestare contro la decisione della giunta Rapinese di chiudere il plesso. Dopo i presìdi in via Sinigaglia e nel cortile del Comune, anche il quartiere di confine ha voluto far sentire la propria voce contro un provvedimento giudicato, dagli organizzatori del presidio, ingiusto e dannoso per la comunità.

A organizzare la manifestazione è stata l’associazione Nova Como, con il sostegno di famiglie, insegnanti, dirigenti scolastici e rappresentanti politici di diversi schieramenti, uniti almeno per un giorno, da un obiettivo comune: difendere la scuola di quartiere.

“La scuola è un presidio di uguaglianza”

Ad aprire gli interventi, la dirigente scolastica Maria Cristelli del plesso, che ricorda il valore costituzionale della scuola come luogo di crescita e inclusione: “Quando c’è un problema, la comunità deve unirsi. La scuola è un presidio, ma dietro questa parola c’è tanto lavoro, tanta attività, tanto fermento. Questi bambini provengono da tante nazionalità diverse, ma sono italiani. E nella nostra Costituzione, all’articolo 3, c’è il principio di uguaglianza: tutti hanno diritto a pari dignità, a luoghi sicuri ed educativi, a pari opportunità”.

La dirigente rivolge poi un appello diretto alle istituzioni: “Ce lo siamo dimenticati? Si sono dimenticati di rimuovere gli ostacoli per garantire pari dignità? Perché non è certo chiudendo una scuola che si rimuovono gli ostacoli”.

E ha concluso con un messaggio di speranza: “L’appartenenza si fa più forte di fronte a un ostacolo. È quella forza che ferma i fiumi e sposta i monti. Voi siete qui: la dimostrazione che Ponte Chiasso è vivo, continuiamo così“.

“Una piccola scuola, ma con un grande cuore”

Profonda emozione anche nelle parole della maestra Laura Sala, che insegna alla De Calboli da ventiquattro anni: “Molti di voi qui oggi erano miei alunni. Li ho visti crescere, diventare genitori, e ora portano qui i loro figli. Questo dimostra che la scuola è un punto di riferimento, una seconda casa per tutti”.

La docente ribadisce che il numero ridotto di alunni non è un limite, ma un valore: “Ci dicono che siamo pochi, ma questo è ciò che rende la nostra scuola speciale. Ogni bambino è ascoltato, valorizzato, accolto. In un ambiente piccolo si cresce meglio, si impara a rispettare e a convivere. Non è uno spreco, è una ricchezza”.

E conclude con un pensiero simbolico: “Ogni giorno qui convivono culture, lingue e nazionalità diverse in perfetta armonia. Non ho mai visto un episodio di discriminazione. È come un tessuto fatto di tanti fili colorati che si intrecciano insieme fino a creare qualcosa di bellissimo. Noi costruiamo ponti, non parcheggi“.

“Non siamo famiglie di serie B”

Molto toccante l’intervento di Rosella Malone, mamma di un alunno della scuola: “Noi non siamo famiglie di serie B. Abbiamo lo stesso diritto di tutti: quello di avere una scuola di quartiere, di far crescere i nostri figli in un luogo sicuro, raggiungibile a piedi, dove si crea comunità. Il silenzio è indifferenza, e l’indifferenza è sconfitta, ma noi non ci arrendiamo”.

E incita i presenti: “Serve partecipazione attiva. Non basta un avvocato, non basta la dirigente, non bastano quattro genitori. Ci vogliono tutte le famiglie, tutte le associazioni, tutti i cittadini. Solo insieme possiamo vincere questa battaglia”.

“La scuola è la vita del quartiere”

A spiegare le ragioni del presidio, il presidente di Nova Como, Vincenzo Falanga: “Non siamo qui solo per dire no alla chiusura di una scuola, ma per dire sì alla vita di quartiere. Chiudere questo plesso significherebbe desertificare Ponte Chiasso, abbandonare un luogo importante della città e renderlo ancora più disagiato”.

Mirko Grisoni, presidente del Consiglio d’Istituto dell’IC Como Nord, spiega: “Diciamo con forza no alla chiusura di questa scuola. Qui abbiamo da poco inaugurato una biblioteca moderna, parte di un circuito nazionale, che serve non solo ai bambini ma anche alle famiglie. Questo è un luogo vivo, un punto di incontro, un presidio che non deve morire”.

La vicepresidente di Nova Como, Teresa Minniti, aggiunge: “In un quartiere periferico come questo, la presenza dello Stato e dei servizi pubblici è essenziale. Questa scuola ha colmato un grande vuoto, creando un luogo di incontro e cultura grazie anche alla nuova biblioteca. Oggi portiamo qui i bambini per insegnare loro che la scuola è un diritto, non un privilegio”.

“Un silenzio assordante”

Dal fronte politico, il Partito Democratico prende posizione con forza. Francesco Finizio, referente scuole del Pd, dichiara: “Siamo qui per dire no a un’altra decisione scellerata dell’attuale amministrazione. Questa scuola è un presidio educativo e sociale fondamentale. Ponte Chiasso è il primo accesso verso l’Europa: chiudere la scuola significa spegnere il cuore del quartiere”.

Critica poi l’atteggiamento della giunta: “Stupisce il silenzio della vicesindaca e assessora alle politiche educative, (ndr. Nicoletta Roperto) che è anche abitante del quartiere. Un silenzio assordante, che sembra voler assecondare le scelte del sindaco Rapinese”.

Al suo fianco, la consigliera comunale Eleonora Galli (Pd) sottolinea: “Chiudere questa scuola significa dire ai cittadini che non ci importa. In Consiglio Comunale ormai non c’è spazio per il dialogo, ma oggi, qui fuori, c’è una comunità che parla, che discute e che si oppone. Questo è il vero spirito democratico”.

“Serve ascolto, non imposizione”

Presente anche Davide Gervasoni, segretario cittadino di Forza Italia: “Siamo qui perché crediamo che questa decisione sia sbagliata, non solo nel merito ma anche nel metodo. È assurdo chiudere una scuola senza un confronto con chi la vive ogni giorno. Le scelte sull’istruzione devono essere partecipate, discusse, condivise”.

E aggiunge: “Non si può decidere da un giorno all’altro, serve pianificazione, serve dialogo. Chiudere così una scuola significa mancare di rispetto alle famiglie e agli insegnanti“.

“Non ghettizziamo il quartiere”

Anche la Lega partecipa alla mattinata, presente con un banchetto in piazzale Anna Frank dove sono state raccolte firme per protestare contro la riorganizzazione delle scuole voluta dalla giunta Rapinese. Elena Negretti, consigliera comunale, spiega: “La raccolta firme continua e oggi siamo qui per dire basta a una riorganizzazione che non tiene conto delle famiglie. Chiudere le scuole in una zona come questa è un errore gravissimo: rischiamo di ghettizzare ulteriormente Ponte Chiasso. Invece dobbiamo riportarlo a vivere”.

“Riqualificare sì, chiudere no”

Per Fratelli d’Italia è intervenuto il presidente provinciale Stefano Molinari: “Siamo qui per dire al sindaco che il suo progetto di chiusura indiscriminata non va bene, deve cambiare paradigma. Un quartiere come Ponte Chiasso, già fragile, ha bisogno della scuola come presidio di legalità, educazione e speranza. Se si vuole riqualificare, ben venga ma la scuola deve restare aperta”.

Tra striscioni colorati, cartelli e applausi, la manifestazione si è conclusa con un messaggio corale e inequivocabile: la scuola de Calboli non è solo un edificio, ma il cuore pulsante di Ponte Chiasso. Un cuore che la sua comunità non ha alcuna intenzione di lasciare spegnere. A chiudere la mattinata, un momento di grande emozione: i bambini della scuola intonano una canzone dedicata alla loro scuola e al quartiere. Di seguito il video della loro esibizione.

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