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Como, la rivolta dell’Istituto Comprensivo: “Le nostre scuole, belle e con tanti iscritti. Chiuse con una lettera”

Nei giorni scorsi, il Consiglio dell’Istituto Comprensivo Como Borgovico ha votato all’unanimità un documento pesantemente contrario alla decisione del Comune di chiudere la scuola primaria di via Perti e la scuola dell’infanzia Carluccio di via Volta (qui il documento). Poco prima noi avevamo intervistato per ComoZero settimanale Ilaria Flauto, la vicepreside dello stesso Istituto Comprensivo nonché maestra proprio alla Nazario Sauro.

Tra le otto scuole che dal prossimo anno chiuderanno definitivamente i battenti a causa del nuovo piano di razionalizzazione voluto dal Comune, la storica scuola a due passi da Palazzo Cernezzi e l’asilo Carluccio di via Volta sono probabilmente i nomi che più hanno fatto balzare sulla sedia famiglie e insegnanti. Come mai?
Innanzitutto perché, mentre per le scuole di Prestino e Como Nord, il Comune aveva già anticipato ai dirigenti la probabile chiusura, nel nostro caso è stata un fulmine a ciel sereno. Ci avevano parlato di lavori da fare e ci aspettavamo di sapere quando sarebbero iniziati, e invece ci è arrivata una lettera che ci avvisava della chiusura.

E poi?
E poi perché, se per gli altri istituti (le scuole dell’infanzia di Prestino, di via Varesina e di Salita Cappuccini, Ndr) è stato previsto un accorpamento con altre scuole primarie nelle vicinanze che dispongono di aule libere, per queste due non si è pensato a nulla più che una semplice dispersione di alunni e docenti, con buona pace della continuità didattica.

Per l’asilo Carluccio, però, l’idea del Comune è l’accorpamento con la materna di via Raschi.
Al momento lì però non c’è spazio perché il nido Magnolia è ancora aperto in attesa della decisione del Tar. E se non dovesse chiudere, dove andranno i bambini di via Volta?

A sostegno della sua decisione, il Comune porta i notevoli costi di ristrutturazione degli edifici scolastici a fronte di un considerevole calo degli iscritti. Cosa ne pensa?
Il Comune parla di denatalità, di scarsità di iscritti e di scuole che necessitano di importanti interventi di sistemazione (poco più di 4 milioni di euro per la scuola di via Perti e un milione per l’asilo di via Volta Ndr) senza aver mai presentato alcun preventivo su cui provare a discutere insieme. Sicuramente la scuola di via Perti necessita di interventi importanti, ma non cade a pezzi e non ha alcun problema di sicurezza, altrimenti ci avrebbero già fatti sgomberare. Anzi, è una scuola bellissima sulla quale sono stati recentemente investiti soldi pubblici non solo con i lavori voluti dalla precedente amministrazione, ma soprattutto con i fondi Pnrr grazie ai quali abbiamo realizzato un cablaggio completo, abbiamo fornito tutte le classi di lavagna Lim, abbiamo realizzato una biblioteca multimediale e i laboratori tra cui quello di arte che stiamo ultimando in questi giorni.

E per quanto riguarda il numero di iscritti?
A oggi abbiamo cento alunni divisi in cinque classi e non abbiamo evidenziato un particolare calo di iscrizioni. Sicuramente in passato abbiamo avuto periodi con una doppia sezione, è vero, ma anni di politica della crepa e delle impalcature non sono stati una buona pubblicità per la scuola. In compenso abbiamo sperimentato un metodo didattico innovativo legato alla creatività, abbiamo un gruppo di docenti consolidato che dovrà essere ricollocato in altre scuole con la conseguenza, inevitabile, che qualcuno perderà il posto di lavoro, ci sono bambini disabili e fragili che perderanno i loro punti di riferimento e tutto questo senza che nessuno abbia pensato di parlare prima con noi.

E per quanto riguarda l’asilo Carluccio?
Lì la situazione è ancora più incomprensibile perché la struttura non necessita di chissà quali interventi, le classi sono piene e tutti gli anni abbiamo una lunga lista d’attesa che non riusciamo ad accontentare, quindi non si può certo parlare di denatalità o calo di iscritti. L’idea che chiuda per un progetto politico che nessuno conosce è inaccettabile.

Cosa vi sareste aspettati dall’amministrazione comunale?
Ci saremmo aspettati di essere spostati per fare i lavori necessari, di essere chiamati a parlare di una eventuale chiusura e di essere almeno accorpati ad altre strutture e non dispersi senza alcuna continuità educativa e didattica. I bambini non sono numeri.

Cosa farete ora?
Andremo avanti a far sentire la nostra voce, insieme a quella dei genitori. E, almeno a livello simbolico, dopo quindici anni di stretta collaborazione con il Comune per la Settimana dell’infanzia, quest’anno non ci saremo.

E gli auguri al sindaco a Natale? Per la vostra scuola la classica visita a Palazzo Cernezzi è sempre stata una tradizione.
Vedremo.

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