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Straordinario a Como, ecco il bando ‘Tutti insieme per lo sport’: superare barriere e costruire inclusione (con miti assoluti sul palco)

Un momento di incontro e di testimonianza della faccia più bella dello sport per presentare il bando “Tutti insieme per lo sport“, promosso dalla Fondazione Provinciale della Comunità Comasca, presentato da uno dei giornalisti di punta del quotidiano la Provincia di Como, Paolo Moretti, nonché dal noto scrittore e giornalista, Giuseppe Guin. L’iniziativa vuole sostenere progetti volti a rafforzare la capacità di raccolta di donazioni a favore di iniziative nell’ambito dello sport dilettantistico, puntando a trasformare lo sport in un motore di solidarietà, inclusione e crescita. La giornata ha visto nomi mitologici della pallacanestro e dello sport alternarsi sul palco, tra questi: Carlo ‘Charlie’ Recalcati, Stefano ‘Pino’ Sacripanti e Mara Invernizzi.

Il valore della condivisione

“Portare avanti un’istituzione che ha un valore non sempre capito in modo adeguato è una grande responsabilità – dichiara Francesco Pizzagalli, presidente della Fondazione – nella mia vita ho sempre avuto obiettivi e aspirazioni, ma ciò che conta davvero è farlo insieme. La Fondazione vuole essere questo: un luogo dove condividere percorsi e dare ai ragazzi strumenti che infondano speranza e coraggio di avere un futuro che valga la pena di essere vissuto”.

Lo sport come strumento di inclusione

Niki D’Angelo, delegato Coni per la provincia di Como, sottolinea: “Il Coni è la casa di tutti gli sport, non solo dei grandi campioni. Da anni puntiamo alla socialità, al coinvolgimento delle famiglie e delle scuole. La vera inclusione ci sarà quando non parleremo più di Paralimpiadi, ma solo di Olimpiadi. È il mio sogno, e lavoriamo perché diventi realtà”.

Barbara Minghetti, direttrice della programmazione del Teatro Sociale, aggiunge: “In un momento difficile come questo, stare vicini alla comunità con un bando così è fondamentale. Abbiamo costruito un programma in cui il teatro incontra lo sport e viceversa, con spettacoli e prove all’aperto. Sport e cultura sono due motori essenziali per la crescita delle persone e crediamo che il titolo Fair Play fosse il più adatto”.

Il fair play come stella polare

Edoardo Ceriani, presidente del Panathlon Club di Como, ribadisce l’importanza dei gesti corretti: “Ogni anno premiamo esempi di lealtà che ci emozionano. L’anno scorso abbiamo premiato un canottiere che, dopo aver vinto, ha ammesso di aver tagliato una boa. Oppure una scuola che ha dimostrato grande spirito di squadra. Sono i nostri fari: dimostrano che il fair play è più importante della vittoria”.

Le radici nel territorio

“Ho cominciato a seguire la pallacanestro a sette anni e non ho più smesso – racconta Roberto Allievi, presidente della Pallacanestro Cantù – Il nostro compito è partire dal basso, far crescere i ragazzi nello sport e nell’educazione. Molti non diventano campioni, ma diventano adulti migliori. Oggi però le strutture sportive della provincia sono in condizioni pessime: serve un intervento immediato delle istituzioni”.

Carlo Recalcati, icona della pallacanestro (che ha appena compiuto 80 splendidi anni), sottolinea il ruolo dei modelli: “Gli sportivi hanno una responsabilità enorme. Un ragazzo che ti guarda deve ricevere un buon esempio. Non basta insegnare schemi e tattica: serve cultura, educazione e rispetto. Se tanti giovani abbandonano lo sport è perché non trovano allenatori capaci di coinvolgerli”.

Per Fabrizio della Fiori, ex cestista, lo sport è stata una scelta di vita: “A 16 anni ho detto sì a Cantù e no a Milano, perché c’era il college. Io sono partito dall’oratorio e sono arrivato alle nazionali giovanili. Bisogna dire ai giovani che non devono mollare: lo sport dà possibilità concrete di crescere”.

Stefano “Pino” Sacripanti, stella tra i coach, ricorda gli anni incredibili a Cantù: “Era una vera scuola di vita. Dovevi prendere buoni voti a scuola, altrimenti non giocavi. Sentivamo forte il senso di appartenenza: in tribuna c’erano amici e conoscenti. Cantù è stata speciale perché ha saputo creare una famiglia, e questo ha fatto la differenza”.

Lo sport come risposta alle sfide sociali

Bernardino Casadei, responsabile sviluppo di Fondazione Italia per il dono, evidenzia le difficoltà attuali: “Il disagio giovanile, l’invecchiamento, l’inclusione dei disabili e l’integrazione degli stranieri sono sfide enormi. Lo sport può essere la risposta, perché insegna spirito di squadra, integrazione e incontro. Ma non è scontato: servono società consapevoli che capiscano che il loro valore non sono le coppe, ma i ragazzi che crescono. Serve comunità, serve riscoprire l’identità, servono risorse”.

Sul tema delle donazioni aggiunge: “Raccogliere fondi non è chiedere soldi, ma offrire alle persone la possibilità di fare qualcosa di bello. Per questo il bando è così importante: finanzia le spese per imparare a mobilitare donazioni, creando un circolo virtuoso che può cambiare il territorio”.

Luciano Zanin, presidente Assif, Associazione Italiana Fundraiser, conferma: “La donazione è più forte dell’acquisto: dà molto più di ciò che riceve. Molte società sportive non fanno fundraising perché pensano che non serva, ma sbagliano: il movente non è commerciale, è sentimentale. Questo bando è unico perché offre risorse e formazione: ciò che imparerete resterà per sempre”.

Testimonianze dal territorio

Mara Invernizzi mito del basket presente oggi per Siamo tutti Special People, porta l’esperienza dell’associazione: “Con i fondi di Dai Como abbiamo potuto realizzare un progetto per i ragazzi con disabilità e scrivere un libro che racconta le storie dei ragazzi e dei nostri volontari. Volevamo qualcosa che restasse nel tempo, e ci siamo riusciti”.

Leonardo Risoli, di Pattinatori Como, aggiunge: “Partecipare a Dai Como è stata una sfida che ci ha dato ordine e unione. Lavorare insieme ha portato risultati concreti, anche podi. Ma le strutture sono il nostro tallone d’Achille: serve lavorarci subito“.

Il bando “Tutti insieme per lo sport”

Il bando è già disponibile sul sito della Fondazione. Le associazioni avranno tempo fino al 15 ottobre per presentare progetti fino a 9.000 euro, dei quali 5.000 saranno coperti dalla Fondazione. Oltre al contributo economico, è previsto un pacchetto di strumenti operativi, formazione e supporto giuridico per aiutare le realtà sportive a rafforzare la loro capacità di raccolta fondi. Un’occasione per confermare che lo sport, oltre la competizione, è comunità, educazione e speranza.

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