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Solidarietà e Sociale

Un’ora per giocare, una vita per sentirsi inclusi: Abilità in Movimento. “Il sogno di uno sport che accoglie”

Nel cuore di Lipomo nasce una nuova iniziativa che sa di coraggio, inclusione e speranza. Si chiama Abilità in Movimento ed è molto più di un’attività sportiva: è uno spazio sicuro in cui bambini e ragazzi con disabilità o fragilità possono riscoprire il piacere del gioco, dell’incontro, del movimento. Ce lo racconta con voce piena di passione Marcello Cacciotti, dirigente del consiglio direttivo dello Sport Club Brianza e Safe Guarding Officer dell’associazione, da sempre attivo nel sociale. “Questa è un’attività pensata per durare tutto l’anno, da settembre a fine giugno. È un percorso strutturato che parte dal gioco e dal movimento per offrire uno spazio di crescita e libertà”.

Si riparte da zero, ma con entusiasmo

Il primo passo è stato un open day a maggio, che nonostante le poche presenze ha lasciato il segno. “Sono venuti in tre ragazzi, ma l’energia era incredibile, non volevano più andare via. I genitori erano emozionati quanto loro, abbiamo capito subito che eravamo sulla strada giusta”.

Per dare un’ulteriore occasione d’incontro, è in programma un nuovo open day sabato 27 settembre dalle 11:00 alle 12:00 alla palestra di Lipomo, messa gratuitamente a disposizione dal Comune che, insieme al Comune di Tavernerio, ha concesso il patrocinio ufficiale all’iniziativa. “Partiremo quando riusciremo ad avere l’iscrizione minima di 5 o 6 ragazzi e le attività si svolgeranno dalle 10.30 alle 12, il sabato mattina. Ma sappiamo già che se la risposta sarà positiva chiederemo più tempo, perché un’ora vola via”.

Sport per tutti, ma senza pressioni

Abilità in Movimento nasce all’interno di una società storicamente legata al minibasket, ma con una missione che va oltre il risultato. “Nel minibasket riesci a includere anche chi ha disabilità, ma solo fino agli 8-9 anni. Dopo, il livello si alza, tutto diventa agonismo, classifica, punteggi e molti ragazzi rimangono tagliati fuori. A quel punto, o smettono, o non trovano più nulla“.

Il progetto propone invece attività libere, creative, inclusive. “Lavoreremo con giochi presi dal basket, pallavolo, rugby e atletica. Niente partite ufficiali, ma esercizi e momenti strutturati per farli divertire e sfogare”.

Un’esperienza che cambia anche chi accompagna

Marcello parla con passione, ma anche con umiltà, la vera scintilla è scattata l’anno scorso, con un’esperienza che gli è rimasta nel cuore. “Un ragazzo con difficoltà nella gestione della rabbia, ospite di Villa Santa Maria, ci è stato affidato. All’inizio era chiuso, non parlava, non ti guardava, ma con il tempo si è aperto. Io lo andavo a prendere e lo riportavo, in macchina parlava senza sosta. In palestra si metteva alla prova, si allenava, rideva. Con me faceva esercizi a corpo libero a volte crollava dalla fatica, ma non si tirava mai indietro”.

Un’esperienza forte, che ha lasciato un segno. “Vederlo passare da chiusura totale a gioia vera… ecco, quella è stata la conferma che questo progetto serve, che dobbiamo provarci, anche se è difficile”.

Un progetto che educa da entrambe le parti

Tra gli obiettivi c’è anche quello di coinvolgere i ragazzi delle squadre tradizionali. “Vorremmo che anche loro vivessero queste esperienze, che imparassero a relazionarsi con fragilità diverse, a comprendere. È un’attività educativa per tutti, non solo per chi la riceve”.

Accanto a Marcello ci sarà l’allenatore Fortunato Pedrazzani, presidente di Sport Club Brianza, ma anche Gaia e Beatrice, due giovani atlete ed ex giocatrici della squadra femminile della società. “Sono entusiaste. Faranno il corso istruttori tra settembre e ottobre e ci daranno un grande aiuto”.

Gaia e Beatrice

Le sfide da affrontare

Marcello non nasconde le difficoltà. “La vera sfida è farci conoscere. Le associazioni del territorio sono difficili da coinvolgere, hanno tante attività, pochi spazi, e non sempre è facile comunicare un progetto nuovo”.

Anche l’organizzazione richiede attenzione: “L’ideale sarebbe un educatore per ogni partecipante. Un rapporto 1 a 1 che permetta di seguire ognuno dei ragazzi secondo i propri bisogni. Non sarà facile, ma è l’unico modo per garantire inclusione vera”.

Un’attività accessibile, con un piccolo contributo

L’attività sarà gratuita. “Chiederemo solo una piccola quota d’iscrizione, giusto per coprire l’assicurazione dell’Unione Italiana Sport Per tutti (UISP). Ogni ragazzo riceverà come kit di benvenuto una maglietta e uno zainetto. Vogliamo che si sentano parte di un gruppo, che si riconoscano in un’identità comune”.

Abilità in Movimento è molto più di un’iniziativa sportiva è una porta che si apre, dove prima non c’era niente. “Vogliamo offrire qualcosa che oggi non c’è, un posto dove i ragazzi possano correre, ridere, sbagliare, sentirsi vivi. Lo sport è uno strumento potentissimo, ma solo se lo usi per unire, non per escludere”.

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