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E’ turbo-turismo sul lago di Como, da commercianti e residenti il sogno: “Stagione di 12 mesi”

Il turisti, come le attività locali bramavano da molto tempo, hanno pacificamente invaso i borghi del lago nelle ultime settimane. I benefici sono stati numerosi: incassi record per bar e ristoranti, mezzi della Navigazione affollatissimi e vie ripopolate dopo anni di pandemia. Inevitabile, però, che si ponga anche il tema della gestione che il turismo porta con sé, questione che ormai fa parte del dibattito pubblico.

Oltre ai problemi legati a code chilometriche di auto in transito o a caccia di un posteggio, da quest’anno, stando alle voci dei sindaci e alcuni residenti, si affaccia anche il tema degli afflussi di pedoni e comitive che, soprattutto nei weekend, impattano decisamente sui vari lungolago o nelle viuzze storiche e più caratteristiche dei borghi affacciati sul Lario.

Ormai celebre il caso di Varenna, quando, durante il ponte di Pasqua, sono stati registrati picchi d’affluenza di 8 mila visitatori al giorno, in un Comune che di suo conta poco meno di 750 abitanti. Una situazione che ha portato l’Amministrazione comunale dello storico borgo della sponda lecchese a valutare, tra le proposte sul tavolo, anche l’adozione del numero chiuso per gli ingressi ai turisti.

Su questo tema l’opinione pubblica è fortemente divisa e non è facile mettere tutti d’accordo benché il punto di partenza sia accettato da tutti: gli afflussi di visitatori sono decisamente aumentati rispetto agli scorsi anni. “La fine della pandemia, il bel tempo e la riapertura della Statale Regina hanno favorito questi numeri – sottolinea Anila, titolare del negozio di abbigliamento Venusiana di Menaggio – siamo contenti che i visitatori siano tornati, ma la situazione sta diventando ingestibile. Bisognerebbe destagionalizzare il turismo, cercando di spalmare gli afflussi nell’arco di più mesi. Questo andrebbe fatto soprattutto con le agenzie e i grandi gruppi”.

Su questa linea anche il pensiero di Tullio, pensionato, che ha lavorato per decenni negli alberghi del lago: “Certamente gli hotel preferirebbero avere l’80% delle camere piene tutto l’anno, piuttosto che averne il 100% occupate solo ad agosto – spiega – la situazione però è la solita di sempre. Ci sono tantissimi turisti in primavera e in estate ma pochissimi durante il resto dell’anno. Il numero chiuso può essere una soluzione funzionale per un paese piccolo come Varenna. Menaggio è troppo grande per una scelta così drastica”.

Emerge poi inevitabilmente il tema del traffico: “La situazione è sotto gli occhi di tutti. Credo inoltre che la Variante della Tremezzina sarà un beneficio solo per pochi Comuni. Anzi, temo che non migliorerà in alcun modo la viabilità a Menaggio, rischia solo di peggiorarla”, commenta.

Il dibattito è molto aperto anche a Lenno in Tremezzina: “Per il momento non vedo grossi disagi – dice Enea del negozio di giocattoli e souvenir Wonderland – Non c’è questa grande differenza rispetto agli altri anni. Si è verificato un picco di affluenza nel weekend di Pasqua, ma in altre zone del lago, sicuramente non qui. Non capisco perché ci si debba lamentare, stiamo finalmente lavorando dopo anni non semplici”.

La situazione è molto complessa e le opinioni cambiano radicalmente da persona a persona sul tema. Quel che è certo però è che, se gli afflussi aumentassero ancora nei prossimi anni, le amministrazioni locali dovranno trovare delle soluzioni per tamponare, per quanto possibile, tutti i disagi.

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7 Commenti

  1. Concordo con la metafora del commento precedente “dysneland”, aggiungo solo che i disagi arrecati a chi frequenta il lago per lavoro non sono pochi: evitare orde di ciclisti non troppo rispettosi del codice della strada, pedoni che sbucano da ogni anfratto, incuranti della strada, pullman turistici che scaricano comitive a ridosso delle curve e per finire, automobili parcheggiate sui marciapiedi! Si chiude il lago e lo si rende un lunapark? Con buona pace dei cittadini e di chi frequenta il lago per lavoro, ma non nel settore turistico.

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