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Camera di Commercio, Confesercenti: noi, traditi così. Minatta (Cna): “C’è rabbia”

La straordinaria morbidezza con cui oggi, su La Provincia, i presidenti di Confartigianato Marco Galimberti e di Confcommercio, Giovanni Ciceri, parlano dell’accordo tripartito con Unindustria che porterà la triade ad avere il completo controllo della prossima Camera di Commercio comasco-lecchese, non sembra persuadere più di tanto i “piccoli” esclusi dalla cabina di comando. E se persino tra i potenziali esclusi dallo scacchiere di nomine e incarichi (dal consiglio camerale alla giunta fino, ovviamente, alla presidenza) qualche voce sembra assecondare il nuovo patto (in particolare quella di Marco Mazzone della Cdo), dalle parti di Cna e Confesercenti – cioè tra gli antichi alleati di Unindustria, ora lasciati fuori – i malumori si sprecano.

Ribaltone Camera di Commercio: patto Unindustria-Confcommercio-Confartigianato. Sbranati i “piccoli”

Dopo le considerazioni generali di ieri, oggi è ancora il presidente di Cna Como, Armando Minatta, ad affondare i colpi. “Sono amareggiato e deluso, per non dire arrabbiato – afferma Minatta – La Camera di Commercio è la casa dell’economia, la casa di tutti. E invece dall’accordo Unindustria-Confartigianato-Confcommercio sembra trasparire nettamente una volontà di dominio dell’ente. Ma è bene che si ricordi che le migliaia di imprese di Cna non possono stare a guardare, aspettando qualche contentino postumo. Nessuno è “più impresa” di altri, la logica che doveva portare al rinnovo della Camera era proprio quello del lavoro congiunto per il bene di tutti. Non sta andando così, la rabbia c’è”.

Ma se Minatta è vulcanico, affilato come un coltello – e non per la stazza – è il direttore di Confesercenti, Angelo Basilico. Il quale, ieri, nel commentare la vicenda ha puntato il dito soprattutto sul ruolo di Unindustria come fulcro del patto tripartito “ad excludendum”.

Gola profonda Cna: “Voltafaccia Unindustria segno di debolezza. E sete di potere”

“Manca un passaggio iniziale – ha scritto Basilico – Fu proprio Confindustra a riunire tutti i direttori delle associazioni di categoria la scorsa estate e a chiedere un accordo generale. Non solo: prima di Natale Confindustria convocò proprio gli alleati della precedente cordata (CNA, CDO, Confesrecenti) che portò alla presidenza di Ambrogio Taborelli, chiedendo loro un “auto da fè” (atto di fede, ndr) per l’elezione del nuovo Consiglio della Camera di Commercio di Como Lecco. Cosa è successo?”.

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