Per raccontare chi è Silvia Zani serve molta delicatezza. Perché lei, la tostissima amministratrice del gruppo Facebook 6 di Como se (4 anni di vita, 15 mila membri) è anche quella a cui, mentre parla, si riempiono gli occhi di lacrime perché alla radio sta passando una canzone che le ricorda qualcuno, che si commuove parlando di suo figlio, “la cosa più bella che io abbia fatto nella mia vita”, e del compagno, papà a 19 anni (“mia suocera ha la mia stessa età!”, ride), con cui sta da 20.
Perché LA Zani è così, mille vite racchiuse in una, che a raccontarla non ci si crede. E, invece, è tutto vero. Il collegio dalle suore, il lavoro e una vita tutto sommato normale “ma un’estate sono stata in vacanza in Marocco e mi sono innamorata di una guida locale. Siamo andati a vivere insieme a Marrakech – racconta – e poi un giorno mi ha chiesto di sposarlo. Tende, matrimonio berbero, le sue sorelle che mi dipingevano le mani con l’henné. peccato che non fossero le sorelle ma le sue quattro mogli. Quando l’ho scoperto sono scappata di nascosto con l’aiuto di una guida che conoscevo e che avevo incontrato per caso. Sono tornata in Italia. E poi in Svizzera”.
Come in Svizzera? “Mi sono trasferita per amore ma il mio cuore è a Como”. E il gruppo? “E’ successo una sera di quattro anni fa. Sapevo di gruppi simili in altre città e, per gioco, ne ho aperto uno anche io. In pochissimo tempo questa cosa mi ha travolta e ha travolto anche la mia famiglia. Ora va meglio, ma se avessi avuto un amante, mio marito sarebbe stato meno geloso.
Lui dorme e io sono a letto col tablet. Ma è più di un bel gioco per me”. Ed eccolo un altro pezzo del suo mondo da sfiorare piano, che dà un senso inaspettato a tutto quello che fa.
“Mia sorella è malata. Il gruppo è la finestra da cui guarda Como. L’ho fatto anche per lei, per distrarla. E anche le mie battaglie non nascono tanto per fare polemica. Le panchine, le buche, la ghiaia di Villa Olmo: bisogna provare a spingere una sedia a rotelle per capire”.
Battaglie seguitissime, “spiate” dagli addetti ai lavori: chiunque altro si definirebbe “influencer”, lei no. “Non mi piace apparire, mi piace regalare opportunità agli altri. Per questo vorrei dare più spazio alle associazioni. E poi io le persone le annuso, devo avere il contatto diretto. E l’anno prossimo voglio realizzare anche questo sogno”. Ma come? In un mondo che va sempre più verso l’online, tu torni alla stretta di mano? “Il vero passo avanti, oggi, è tornare indietro. E io voglio il contatto con i membri del gruppo. Inizierò il 6 gennaio con una festa. E poi ho adocchiato l’edicola di Porta Torre. Sogno che 6 di Como diventi un posto fisico in cui andare a segnalare, raccontare o anche solo fare due chiacchiere. Quello potrebbe essere il posto perfetto”.
Per fare tutto ti servirà un’altra vita! “Nella prossima voglio rinascere sasso. Così sto un po’ ferma. O forse no”.
Il pezzo che avete appena letto è pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.
2 Commenti
Ah sì sì bellissimo gruppo di brontoloni gestiti in modo dispotico dalla avventurosa amministratrice. Se non la pensi come la maggioranza vieni sbattuto fuori senza complimenti. Chissà come verranno prese le lamentele dei comaschi nell’edicola. In base all’umore e forse a qualche amicizia nei piani alti. Ennesimo gruppo inutile di brontoloni da web. Pessimo esempio di democrazia.
Attribuirsi il merito della lotta sostenuta dai disabili per Villa Olmo ,è una cosa vergognosa,a tutto c’è un limite,la Polemica è stata sollevata dal consigliere comunale Fulvio Anzaldo e da Valentina Introzzi dell’ANMIC ed esistono video che lo provano,attribuirsi meriti,e vanti sfruttando la disabilità è deplorevole