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A Como il divieto più beffato del mondo: sul prato di Villa Olmo anche la partita di calcio

A volte sembra quasi che il detto “le regole sono fatte per essere infrante” abbia trovato la sua più perfetta realizzazione sui verdi prati di Villa Olmo a Como. O almeno così è da quando il Comune ha deciso di introdurre i severi divieti relativi alle aiuole vista lago, nel novembre 2023, con la proibizione totale di calpestare il verde. Ebbene, da allora quella norma è stata beffata decine, forse centinaia di volte. E spesso in modo anche creativo.

Tutti ricorderanno, probabilmente, il vero e proprio angolo pranzo con tavolo, sedie e ombrelloni allestito sul parterre la scorsa primavera.

Poi non sono mancati ovviamente i tanti comaschi e turisti che infischiandosene dei divieti hanno steso asciugamani e stuoie per godersi una bella tintarella.

E non era pensabile fare a meno pure della passeggiata sui fili d’erba di un’influencer straniera.

Oggi, mercoledì 3 luglio, ecco l’ultima variazione sul tema: la classica partita di pallone tra ragazzi.

 

Su un prato così verde che forse nemmeno a Wembley, i giovani calciatori si sono sfidati tra passaggi, dribbling e palleggi in totale serenità. Erano più o meno le 16.30 di oggi, quando un lettore li ha immortalati nello “stadio Villa Olmo”. E adesso anche questa immagine va arricchire l’archivio del divieto meno rispettato della città.

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26 Commenti

  1. Non abbiamo spazi, andate a vedere i parchi in europa, e anche quelli sono storici, poi si vuole evitare tavoli e quant’alteo basta stare attenti a queste di cose, senza togliere il diritto a stare sul prato, abbiamo già pochissimi spazi e attività ricreative in una città affollatissima di turisti che non può contenere e con prezzi inacessibili ai residenti, che spesso pagano il biglietto anche solo per parcheggiare l’auto vicino casa

  2. Basterebbe far pagare un biglietto di ingresso, i varchi già esistono,per andare a Cernobbio basta fare il giro più lungo di 500 metri sul marciapiedi dietro alla villa, lungo la strada. In oltre aggiungo…” Calcio, che due palleee! “

  3. Non capisco perché questa questione venga ogni volta sì ingigantita.

    • Ingigantita perché l’infrazione del divieto di calpestio di quegli spazi verdi è in effetti poca cosa rispetto ad altri problemi assai più grandi, in generale e della citta di Como.

    • Ingigantita perché le aree verdi per le attività ricreative sono già presenti in abbondanza sul retro della Villa quindi se si desidera evitare il calpestio dei prati fronte lago è sufficiente delimitare gli stessi con una, inequivocabile, rete molto bassa.

    Invece si pongono cartelli ai quali pochissimi fanno caso e poi, con fare passivo-aggressivo, ci si continua a lamentare, a dividersi in fazioni e a versare fiumi di inchiostro (anche digitale.)

    Apriamo all’uso i prati? Bene.
    Non vogliamo farlo? Bene lo stesso ma attuiamo soluzioni efficaci.
    Così, in entrambi i casi, di smettere di parlare di ciò e passare ad altro.

    1. La cosa buffa è che il divieto scritto in inglese (aka tradotto male) significa che le bicicletta devono essere sollevate completamente da terra senza che le ruote tocchino il suolo per tutto il traghitto.
      A me piace rispettare le regole ma questo divieto mi sembra un tantino eccessivo anche per le persone che adorano l’imperativo OBEY!

  4. Uuuuuh, Che scandalo! Delle persone che tirano due calci in un pallone su un prato (Praticamente l’unico disponibile in tutta Como)

    Vi invito a preoccuparvi/spaventarvi/indignarvi per cose più sostanziose.

    E cogliendo l’occasione vi invito a ragionare con più umanità. Basta con chi vuole ridurre Como a un salotto da passeggio e basta, bisogna prendere esempio da molte altre città e dare spazio ai cittadini (E ovviamente anche ai turisti perché ne siamo pieni), Ovviamente nel rispetto del decoro. Nessuno dice che ci debbano fare le grigliate, ma mettersi a fare la foto a sei ragazzi che giocano con una palla mi sembra l’apice dell’apoteosi del nulla

    Roba da “la provincia”. Forza Como Zero, sei molto meglio di così

    1. Perfettamente d’accordo…
      Invece che regolamentare gli usi fuori luogo e irrispettosi si vieta tutto e si rende una vetrina l’unico luogo di aggregazione rimasto per i cittadini che non sia infestato di spacciatori….

    2. Non sono sei ragazzi che giocano a palla in un pomeriggio: le sono evidentemente sfuggite tutte le puntate precedenti.
      Quel giardino è caduto verticalmente nella snaturazione della sua funzione.
      E se lasciamo fare, diamo un implicito consenso e incoraggiamo anche chi finora si è astenuto.

    3. Bravi ragazzi! I parchi servono a questo: rilassarsi, prendere il sole, divertirsi! Villa Olmo non deve diventare un museo! Provate a girare il mondo e vedrete quanto noi siamo stupidamente rigidi e bacchettoni.

  5. Il fenomeno non dice nulla??????
    Ops dimenticavo è occupato tra rimozioni….chiusure asili…..aumenti mensa
    Fai un giro al parco negretti il campetto è una VERGOGNA, sporco ….pericoloso…
    .

  6. Faccio notare 2 cose:
    Paragonare Villa Olmo a Villa Melzi e Villa Carlotta è alquanto eccessivo e comunque in quei luoghi (privati) si paga x entrare….
    Ricordare ‘i bei tempi passati’ quando le aiuole erano ‘recintate’ è assurdo in quanto all’epoca c’era anche un custode (vigile urbano tra l’altro) che aveva l’alloggio in una delle palazzine e provvedeva a far rispettare divieti vari e
    alla chiusura/apertura dei cancelli, molto più efficace di qualsiasi cartello o recinzione…..

    1. Mi scusi ma non comprendo. La tipologia di un luogo non dipende dal fatto che sia privato, pubblico, gratis o a pagamento. La invito a organizzare la partitella di pallone a Villa Ciani a Lugano o in Piazza Duomo…
      Il vigile-custode a Villa Olmo non c’è più da decenni. Eppure, finché le aiuole con pochi accorgimenti sono state percepite come tali, non ci sono mai stati problemi.

  7. IL prato senza bordura di fiori o metallo è un invito ad essere calpestata ed utilizzata per giocare o sdraiarsi. I tempi sono cambiati, gli spazi per i turisti sempre meno, quindi direi di togliere il divieto di calpestio! Da vietare solo l’uso di barbecue. La facciata neoclassica di Villa Olmo non perderà bellezza ma potrebbe impreziosirsi delle grazie delle turiste sdraiate al sole sui suoi prati! Consiglio l’utilizzo di un’erba naturale resistente

    1. O…o….o potrebbe impreziorsirsi delle grazie dei giovani giocatori di calcio muscolosi (preferibilmente a torso nudo) che si muovono con grazia come degli Adoni dei giorni nodtri mentre inseguono atleticamente il pallone da calcio.

      Che ne pensa? Un bel vedere, no?

      Suggerito puramente nello spirito della par condicio. Naturalmente.

        1. Mettete qualsiasi genere che vuole. L’importante è esistere attraverso lo sguardo del desiderio del prossimo/a/ə/*, giusto? Le donne….scusate…le ragazze lo sanno da un po’ di tempo che non esiste un complimento più grande di essere considerata “Una figa della madonna!!” Soprattutto dagli uomini un po’ in là con l’età. 🤩

  8. È surreale.
    Quando ero ragazzo le aiuole di Villa Olmo erano contornate da una reticella verde ondulata, alta 30 cm, e poco più all’interno erano contornate da filari di fiori a volte gialli, a volte rossi, a volte bianchi. Negli angoli più visibili di ogni aiuola era piantato un cartellino basso, direi un 20 x 30 cm, con la scritta vietato entrare nelle aiuole.

    Non ci entrava nessuno, perché queste piccole misure, nel loro complesso, non lasciavano adito a dubbi, e non concedevano alibi: nessuno avrebbe potuto dire “non me ne sono accorto”.

    Oggi, come stiamo sperimentando, non basta un divieto annegato tra gli altri sulla cancellata di ingresso: la gente gioca sul sostanziale equivoco “parco o giardino?” e in pratica fa quello che vuole, nella certezza di non essere colto in flagrante (flagrante di che?)

    Quindi, siamo ad un bivio, cari comaschi: o si accetta tutto (ormai manca solo il barbecue) e lasciamo che il giardino del nostro gioiello neoclassico vada a farsi friggere, o ripristiniamo le aiuole come sono state per decenni e ho indicato prima.

    Mi rivolgo direttamente al sindaco, che nella campagna elettorale aveva difeso con determinazione e giustamente Villa Olmo dagli “affitti” dei ricconi orientali, sostenendo che i turisti, trovando il giardino di Villa Olmo chiuso, non sarebbero più tornati a Como per la delusione. Ebbene, come dovrebbero reagire invece, aspettandosi un giardino come Villa Melzi, come Villa Carlotta, come le altre ville di pregio e trovando invece un mix tra un lido e un campetto da calcio? Per di più con i camper davanti alla cancellata con tanto di cene sui tavolini (anche lì, perché non si mette un cartello?)?

    Le soluzioni sono semplici. Se non le applichiamo è perché – tutto sommato – non interessa più nemmeno a noi il decoro della città.

    1. Ma bastaaaaa!!!

      È un parco!!! È una villa pubblica!!!!
      Si faccia un giro per le principali capitali europee a guardare che uso ne fanno i cittadini ed i turisti, a cominciare da Parigi!!

      Nei limiti del rispetto di regole base, usare un prato come luogo di aggregazione sociale , l’ultimo rimasto per noi cittadini che non sia infestato da spacciatori, è un diritto che va preservato. Dando questa possibilità saranno i cittadini stessi a denunciare comportamenti fuori luogo e a voler preservare…

      Così invece vietiamo tutto e tutti ci perdono… anche il prato è la villa.

      La città va vissuta nel rispetto, è totalmente illusorio pensare che sia una vetrina!!!

      1. “ma basta” lo dica a suo fratello.
        A 20 metri di distanza dal giardino, sul retro, c’è il parco, dove da decenni ci si può sdraiare e ci sono persino sedie in legno da posizionare a piacere.

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