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Anche Mauro Guerra (Tremezzina-Anci) firma l’appello a Draghi: “Non possiamo permetterci vuoto di potere ora”

Aumenta di ora in ora il numero di sindaci italiani firmatari della lettera-appello al presidente del Consiglio, Mario Draghi. Come noto la missiva, che invita il premier a non dimettersi nonostante la gravissima crisi di Governo, ha visto tra i primi promotori diversi sindaci dei principali capoluoghi (in fondo all’articolo testo integrale e primi firmatari). Sono poi seguite centinaia di adesioni.

Il documento è stato fortemente contestato dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Mi chiedo se tutti i cittadini rappresentati da Gualtieri, Sala, Nardella o da altri sindaci e presidenti di Regione che si sono espressi in questo senso, condividano l’appello perché un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dall’Italia reale vadano avanti imperterriti, condannando questa Nazione all’immobilismo solo per garantire lo stipendio dei parlamentari e la sinistra al governo. E, indipendentemente da chi li ha votati , mi chiedo se sia corretto che questi sindaci e governatori che rappresentano tutti i cittadini che amministrano, anche quelli che la pensano diversamente, usino le Istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito. La mancanza di regole e di buonsenso nella classe dirigente in Italia comincia a fare paura”

Tra le mille, e più, sigle c’è quella del sindaco di Tremezzina e presidente di Anci Lombardia, Mauro Guerra. Contattato da ComoZero spiega: “Ho firmato ieri l’appello, mi pare chiaro al di là di ogni considerazione che ci troviamo in un passaggio delicato. Nell’interesse dei Comuni e delle attività che svolgono c’è bisogno, almeno fino a fine anno, di un Governo che decida, che segua il Pnnr, che si occupi delle difficoltà reali come l’aumento dei costi delle materie prime e delle energie. L’idea di sciogliere le Camere ora porterebbe, anche correndo, a elezioni tra fine settembre e ottobre quando sappiamo già che si annuncia un autunno molto pesante. Il vuoto di potere nei prossimi mesi è una condizione che il Paese non può permettersi”.

ECCO IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA E I PRIMI FIRMATARI

Con incredulità e preoccupazione assistiamo alla conclamazione della crisi di Governo generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza. Le nostre città, chiamate dopo la pandemia e con la guerra in corso ad uno sforzo inedito per il rilancio economico, la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili e la gestione dell’emergenza sociale, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, serietà.

Il Presidente Mario Draghi ha rappresentato fino ad ora in modo autorevole il nostro Paese nel consesso internazionale e ancora una volta ha dimostrato dignità e statura, politica e istituzionale. Draghi ha scelto con coraggio e rigore di non accontentarsi della fiducia numerica ottenuta in aula ma di esigere la sincera e leale fiducia politica di tutti i partiti che lo hanno sostenuto dall’inizio. 

Noi Sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo. Allo stesso modo chiediamo con forza a tutte le forze politiche presenti in Parlamento che hanno dato vita alla maggioranza di questo ultimo anno e mezzo di pensare al bene comune e di anteporre l’interesse del Paese ai propri problemi interni. Queste forze, nel reciproco rispetto, hanno il dovere di portare in fondo il lavoro iniziato in un momento cruciale per la vita delle famiglie e delle imprese italiane. Se non dovessero farlo si prenderebbero una responsabilità storica davanti all’Italia e all’Europa e davanti alle future generazioni. Ora più che mai abbiamo bisogno di stabilità, certezze e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l’Italia.

Luigi Brugnaro sindaco di Venezia 
Marco Bucci sindaco di Genova 
Antonio Decaro sindaco di Bari – Presidente ANCI 
Michele De Pascale sindaco di Ravenna – Presidente UPI 
Giorgio Gori sindaco di Bergamo 
Roberto Gualtieri sindaco di Roma 
Stefano Lo Russo sindaco di Torino 
Dario Nardella sindaco di Firenze – Coordinatore città metropolitane 
Maurizio Rasero sindaco di Asti 
Matteo Ricci sindaco di Pesaro –  Presidente ALI
Beppe Sala sindaco di Milano

 

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7 Commenti

  1. basta pagliacciate…quando cade il governo si deve andare a votare. Come in tutti paesi democratici. Ah giá…é da un po che lo siamo piu

  2. Stamane ho letto da qualche parte un articolo dell’Architetto Boeri che invitava i professionisti italiani a raccogliere la sfida dei progetti della Next Generation Eu. Parlava, tra l’altro, della costruzione, ricostruzione e ristrutturazione di più di 100 scuole. È evidente il timore dei molti Sindaci italiani (non tutti, il nostro sta giocando con gli elicotteri) di perdere l’opportunità degli investimenti europei. I Sindaci sperano che Draghi rimanga perché sanno bene che chi investe non sarà mai troppo contento di mettere nelle mani di persone incapaci 230miliardi di euro. Quindi, è comprensibile l’agitazione spasmodica di chi leggendo i sondaggi si vede già a Palazzo Chigi ma è altrettanto spasmodicamente agitata la reazione di chi, anche Sindaci di centrodestra leggo, conosce il livello intellettuale e culturale e la credibilità internazionale di chi oggi aspira a Palazzo Chigi. Speriamo nello Stellone di noi italiani. Mai come ora serve.

  3. Mi auguro che Rapinese non firmi, perché il proseguimento del governo Draghi o la sua restaurazione in qualunque forma costituirebbe una vera iattura per gli italiani. Ora è davvero arrivato il momento di votare, anche se il mainstream di questa sedicente democrazia non ci permetterà ancora di farlo.

  4. Il sindaco di Como ha firmato? Oppure non ha nessuna opinione, tanto il problema è lontano da Palazzo Cernezzi.

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