Valentina Astori is the new Annarita Polacchini? Da oggi, per ruolo – amministratore delegato di Asf – certamente sì. Per traguardi da raggiungere o già raggiunti – almeno a Como – si vedrà tra qualche anno.
Polacchini, in elegante tailleur nero e sandalo glamour, oggi ha salutato l’azienda dopo 8 anni.
L’ingegnere torna alla base, ad Arriva, da dove – si perdoni il gioco di parole – è venuta.
Il segno è stato lasciato: 17 milioni di passeggeri trasportati, azienda con ultimo utile attorno a quota 5 milioni, 500 autisti sovente “domati” (e non solo con le buone), 300 mezzi da gestire e rinnovare, un – civettuolo – regalino finale presentato proprio oggi.
Entrano in servizio (senza cabine di guida particolarmente protette) 17 autobus di ultima generazione, 3 per la linea 4 urbana, gli altri 14 per l’extraurbano, con investimento totale di 3,5 euro ed età media della flotta abbassata a 8,4 anni con il 22% di Euro 6.
Il potere, comunque, Annarita Iron Lady, continuerà a gestirlo in riva al Lario: Comonext, Camera di Commercio, Unindustria. Non proprio briciole, come avevamo già scritto qui.
Però, ora, almeno il volante passa alla biondissima e anch’ella ingegnerissima Valentina Astori. Che, manco a dirlo, arriva da Arriva (società che assieme a Fnm è azionista di Omnibus Partecipazioni che detiene il 49% di Asf).
Non farsi ingannare dal casco di capelli biondissimi, dal notevole diamante all’indice sinistro, dai modi gentilissimi è probabile sia buona cosa.
Tra le prime dichiarazioni, Astori ha parlato così delle richieste di cabine di guida blindate: “Vedremo cosa emergerà dal tavolo istituito con tutte le parti interessate in Prefettura. Ma in altre situazioni, quella non è stata ritenuta la soluzione migliore”. Insomma, non perché è il primo giorno “di guida”, Astori ha lisciato il pelo alle richieste degli autisti e dei sindacati (anche la Cgil chiese una misura simile mentre qui trovate il video sulle nuove cabine poco protetto).
Già direttore tecnico per le autolinee Sgea, il nuovo ad di Asf è poi divenuta responsabile di esercizio per la Sai di Treviglio (Bergamo), mentre nel luglio del 2004, con l’incarico engineering auditor, entra nel gruppo Arriva, dove ha ricoperto diversi ruoli manageriali e dirigenziali nelle aziende del gruppo. Fino a diventare, nel 2015, ad della Sab di Bergamo (dove, similmente a Como, ha ingaggiato e vinto una durissima battaglia con i sindacati dopo la disdetta degli accordi sindacali di secondo livello).
Non basta? Il curriculum si può srotolare ancora: ad di Sadem Torino, Savda Val d’Aosta e vicepresidente di Sab.
Una potenza bionda sulla piramide del trasporto pubblico nord-occidentale, insomma. Con la ciliegina del premio “Merito e Talento” assegnatole nel marzo scorso dall’Associazione lombarda dirigenti aziende industriali.
Insomma, Annarita di Ferro lascia. Ma, a naso, sul Lario è arrivata una Valentina d’acciaio.