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Anpi e sinistra comasca: “La parata fascista per Ramelli del 30 aprile a Como è uno scempio: va fermata”

L’Anpi di Como, assieme a molti altri soggetti della sinistra lariana (elenco in fondo), prende posizione sul raduno previsto a Como per ricordare Sergio Ramelli, il giovane attivista del Movimento Sociale ucciso a Milano nel 1975 da estremisti di sinistra.

“Abbiamo avuto notizia che domenica 30 aprile si dovrebbe tenere anche a Como, così come a Milano il 29 aprile, l’ennesima parata organizzata dall’estrema destra per ricordare Sergio Ramelli – si legge nella nota – Strumentalizzando questo tragico episodio in cui ha perso la vita un giovane ragazzo, con tutta probabilità assisteremo ancora una volta ad una parata inquadrata militarmente con il rito fascista del “presente”, l’utilizzo e l’esaltazione di simboli e slogan che si richiamano al fascismo, saluti romani compresi”.

“Non è ammissibile che Como città Messaggera di pace e sede del Monumento alla Resistenza europea debba subire questi oltraggi – prosegue l’Associazione partigiani comasca con le altre associazioni – Commemorare Sergio Ramelli è umanamente legittimo. Ben altra cosa è utilizzare questo triste evento per trasformarlo in parata apologetica del regime fascista, che nulla ha a che fare con la pietà umana”.

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Infine, l’Anpi fa “appello alle Autorità competenti, affinché impediscano un tale scempio a pochi giorni dalla giornata della Liberazione, richiamando al preciso ruolo che loro è assegnato da una Costituzione profondamente e nettamente antifascista: la democrazia deve essere difesa e garantita, prima di tutto e soprattutto da parte delle Istituzioni, applicando le leggi che impediscono il riemergere di movimenti pericolosi e antidemocratici”.

“Ancora una volta rimarchiamo con forza che chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche deve essere perseguito per il reato di apologia di fascismo – chiude la nota – Non lo diciamo solo noi. Lo dice chiaramente e nettamente la Legge 645 del 1952, cosiddetta Legge Scelba e la Legge 205 del 1993, cosiddetta Legge Mancino, che condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia fascista e vieta ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.

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