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Spazio agli antiabortisti nell’unico ospedale pubblico in provincia di Como che garantisce l’aborto: “Ricorso al Tar”

Ancora in primo piano la contestatissima decisione di Asst Lariana che ha concesso uno spazio a un’associazione anti abortista all’interno dell’ospedale di Cantù (qui le cronache). Adesso le proteste si sono concretizzate in un ricorso al Tar, ecco una nota diffusa dalle associazioni protagoniste.

RICORSO AL TAR A RISCHIO LA LIBERTA’ DI SCELTA PER LE DONNE!

Un gruppo di associazioni e sindacati del territorio comasco ha deciso di promuovere un ricorso al TAR a difesa del diritto di accesso all’aborto libero e sicuro.  Infatti per la prima volta in provincia di Como, l’ASST Lariana ha deciso di assegnare uno spazio all’interno di un ospedale pubblico ad un’associazione antiabortista. Si tratta del presidio S. Antonio Abate di Cantù, unico ospedale in tutta la provincia di Como in cui vengono effettuate le interruzioni volontarie di gravidanza. Nel corso del 2025 infatti è stata stipulata una convenzione tra ASST Lariana e il Centro di aiuto alla vita, con cui viene assegnato uno spazio e definita una collaborazione tra Ospedale e associazione.

A seguito di questa decisione, e successivamente alle iniziative pubbliche promosse dalla rete intrecciat3 di contrasto a tale scelta, è stato promosso un ricorso al TAR a difesa del diritto di accesso all’aborto libero e sicuro.  La Cgil di Como, la FP Cgil di Como, Cgil Lombardia, FP CGIL Lombardia, Arcigay Como, Medicina Democratica e ARCI di Como, hanno presentato nelle scorse settimane ricorso contro l’azienda sanitaria comasca.  I ricorrenti dichiarano: “L’assegnazione di uno spazio all’interno di un ospedale pubblico ad un’associazione che annovera tra le proprie finalità statutarie il contrasto ad ogni provvedimento che legittimi pratiche abortive. Riteniamo che la tutela del diritto di scelta delle donne debba restare libero, la presenza di questa associazione all’interno di un ospedale pubblico non è accettabile e mina al diritto stabilito dalla legge 194/78. È inaccettabile che un ospedale pubblico, deputato alla tutela della salute delle donne ivi compresa l’autodeterminazione, permetta attività in contrasto con i propri fini.  Ci domandiamo infatti quali possano essere gli “obiettivi comuni e la collaborazione” citati nella convenzione, tra un’associazione apertamente antiabortista e l’azienda ospedaliera pubblica, tenuta a garantire l’applicazione del diritto di interruzione di gravidanza libera, sicura e consapevole”.

La decisione di ASST Lariana di garantire operatività al Centro aiuto alla vita, all’interno del presidio Ospedaliero di Cantù, rischia di interferire sul diritto di autodeterminazione della donna.

La convenzione permette inoltre lo svolgimento tra il personale del consultorio e il Centro aiuto alla vita di “incontri informativi per condividere il contenuto del materiale informativo da distribuire” presupponendo una collaborazione stretta tra associazione e personale ospedaliero.  Ricordiamo che la struttura pubblica per sua natura deve garantire un servizio “non giudicante” e rispettoso dei vincoli normativi e delle scelte assunte dalla donna.  La delibera ci consegna un quadro sconcertante, in cui il servizio pubblico sembra  abdicare al proprio ruolo di tutele della donna e di applicazione della legge 194/78, non è chiaro quello che potrebbe verificarsi all’interno delle mura ospedaliere, non più spazio sicuro di tutela della donna e di riconoscimento della decisione assunta, bensì luogo di giudizio.

Un simile ricorso era stato promosso lo scorso anno contro l’Ospedale Sant’Anna di Torino che aveva agito in modo simile a quello di ASST Lariana, i ricorrenti auspicano che anche in questo caso, come accaduto in Piemonte, il Tar riconosca l’illegittimità del provvedimento e restituisca uno spazio libero a tutte le donne che vivono a Como e provincia.

ARCIGAY COMO – MEDICINA DEMOCRATICA – ARCI COMO – CGIL COMO – FP CGIL COMO – CGIL LOMBARDIA – FP CGIL LOMBARDIA – con la partecipazione della rete Intrecciat3

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