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Appartamenti, terrazze, agricoltura urbana, serre e orti pensili: rinasce l’ex Tintostamperia Valmulini

Agricoltura urbana, food forest, fitodepurazione, giardini, orti pensili, serre.

Ma anche spazi di coworking, laboratori, spazi espositivi e commerciali, un parco giochi e appartamenti immersi nel verde al posto di un’area industriale dismessa, l’ex Tintostamperia Valmulini.

No, non è più solo uno dei sogni che vi avevamo raccontato qualche mese fa, ma un progetto vero e concreto che, se riuscirà a realizzarsi, è destinato non solo a cambiare il volto di un quartiere ma anche a raccontare che così si fa, che è possibile riportare in vita un luogo impossibile (un’ex tintostamperia tra la Napoleona e i cavalcavia della ferrovia? Non scherziamo) e che, soprattutto, è possibile farlo in un modo che è quanto di più lontano dal concetto di “condominio/dormitorio” ci si possa immaginare.

Un “simbolo della città di Como, emblema di un nuovo modo di abitare tra città, tecnologia e natura”, sono le parole usate nel corso della presentazione del progetto per descrivere quello che sarà il futuro di questo luogo.

Una scommessa già vinta con il recupero del vicino Pastificio Castelli passato da ingombrante rudere abbandonato a cuore pulsante del quartiere delle Caserme che ora tenta il bis alzando la posta in gioco e puntando su quest’area enorme (circa 4.000 mq) in cui il tempo sembra essersi fermato tra macchinari, tessuti, vasi di colore, scaffali pieni di rocchetti e scatoloni che nascondono centinaia di scampoli, cravatte, abiti e foulard.

E poi, dietro le porte chiuse, spazi enormi completamente vuoti che raccontano di quando questo posto era pieno di voci e operai al lavoro e, dietro una porta, locali stracolmi di stoffe, vecchi pc, un motorino che non si sa come sia potuto arrivare lì al terzo piano, e perché. E poi sedie e scatole gettate alla rinfusa a nascondere i materassi, le coperte e gli abiti di chi, qui dentro, ha trovato qualcosa di simile a una casa.

“Dopo il Pastificio, la valorizzazione della Tintostamperia Valmulini rappresenta un ulteriore passo avanti nella valorizzazione di un quartiere che, con la fine della funzione produttiva di questi luoghi, si era spento – sono state le parole del coordinatore del progetto e direttore del Consorzio Bruno Rampoldi – un percorso che vorremmo, in futuro, concludere anche con il recupero della vicina Tintostamperia Napoleona”.

“In questo luogo, solo apparentemente ai margini della città, vorremmo sviluppare un nuovo modo di abitare, un mix di destinazioni che possano rispondere alle nuove esigenze di vita e lavoro divenute ancora più evidenti durante questa pandemia”, hanno spiegato due dei progettisti, Michele Roda (Piramide Engineering) e Marco Navarra (Studio Nowa, qui sotto).

 

Il corpo principale, vincolato, verrà recuperato mantenendo intatto il suo aspetto originario e creando al suo interno circa 15 appartamenti di diverse metrature mentre l’edificio attiguo verrà ricostruito e ospiterà altri 20 appartamenti con terrazze a gradoni”.

Ma chi pensa a una pura speculazione edilizia si sbaglia di grosso: “La vera scommessa è il progetto di agricoltura urbana che prevede oltre 2300 mq tra terreno, serra e coperture a orto oltre a giardini privati, zone di compostaggio e un impianto di fitodepurazione per il recupero delle acque scure a scopo di irrigazione”.

Dieci milioni di euro di investimento e circa tre anni tra approvazione del progetto e realizzazione ma, nell’attesa, l’ex Tintostamperia non perde tempo: “Stiamo definendo un calendario di appuntamenti per cominciare fin da subito a vivere questo luogo – svela Rampoldi (foto qui sopra) – alcuni ex studenti dell’Accademia di Brera stanno già lavorando all’allestimento di una mostra e stiamo pensando, già dal mese di luglio e fino al prossimo autunno, a concerti, spettacoli teatrali, una mostra di fotografia e probabilmente anche a un mercatino di tutti i materiali che sono ancora conservati qui il cui ricavato andrà in beneficenza”.

 

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