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Arrivano caldo e anticiclone africano, in Svizzera fissata la temperatura per lo stop ai cantieri

Proprio mentre sull’Italia è attesa la prima ondata di caldo estivo con l’arrivo dell’anticiclone africano che porterà temperature anche fino a 30 gradi, in Svizzera i sindacati dell’edilizia e il padronato cercano una soluzione comune per il problema della canicola, chiedendo una protezione della salute dei lavoratori efficace e facilmente attuabile.

A partire da una temperatura di 33 gradi l’attività dei cantieri dovrebbe essere interrotta, mentre i committenti sono chiamati ad accettare termini di consegna dei lavori più lunghi, senza esigere alcuna penale.

Negli scorsi anni si è assistito a un aumento dei periodi di caldo estremo in estate, affermano in un comunicato congiunto Unia, Syna e Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC). Secondo la SUVA svolgere lavori fisici pesanti in condizioni di caldo estremo e sotto il sole cocente non è solo faticoso, ma comporta anche un aumento del rischio di infortuni, colpi di calore e altri problemi di salute.

“Le parti sociali dell’edilizia condividono la volontà di proteggere la salute dei lavoratori edili: hanno quindi deciso di creare condizioni quadro chiare e facilmente gestibili”, si legge nella nota. Concretamente viene proposto un approccio per gradi: finché è possibile i lavori dovranno proseguire e anche gli operai saranno chiamati ad assumersi la loro responsabilità individuale, utilizzando costantemente i dispositivi di protezione, ma a partire da una determinata temperatura i lavori all’aperto eseguiti in luoghi non costantemente ombreggiati dovranno essere interrotti. Questo avverrebbe “quando MeteoSvizzera prevede in modo oggettivo e localizzato una temperatura di 33 gradi e oltre”.

“In questi casi i committenti edili e le imprese generali devono prorogare di conseguenza i termini di consegna dei lavori e rinunciare a far valere le penali, che costringono le imprese edili a scegliere tra la protezione della salute e il rigoroso rispetto delle scadenze”, affermano Unia, Syna e SSIC.

Obiettivo delle parti sociali è ancorare questi parametri di riferimento all’interno di disposizioni di validità generale. A tal fine hanno invitato rappresentanti di committenti edili, imprese generali, autorità e SUVA a partecipare a una tavola rotonda. Come primo passo, tutte le parti interessate hanno espresso la loro disponibilità a collaborare in vista di una soluzione. Le discussioni proseguiranno nei prossimi mesi. Parallelamente a questi sforzi i sindacati e il padronato intendono anche intervenire a livello politico: “l’obiettivo è migliorare il quadro normativo in materia, affinché il rispetto costante della protezione della salute venga premiato e non penalizzato”.

 

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9 Commenti

  1. Il cambiamento climatico è in atto purtroppo, ogni anno sempre più caldo, sempre più canicola, sulle strade potrebbero lavorare di notte, come fanno in Italia, che di giorno oltre al caldo respirano pure i gas di scarico del traffico assurdo

    1. Sempre detto la Svizzera è avanti in tutti i sensi, sono cresciuta in Svizzera 25 anni ev purtroppo sono venuta in Italia che schifo davvero, non mi sento italiana anzi ho vergogna ad essere .forza rossi cruciati

      1. Devi essere informata meglio!il mio fidanzato lavora ,con una grossa,azienda italiana,e,sono anni che all’arrivo del caldo,fanno orario unico, cosicché,quando nella giornata le temperature sono alte.Lui e i colleghi sono già in camera.SE POI TI VERGOGNI DI ESSERE ITALIANA,DEVI TROVARE IN TE I MOTIVI.

    1. Sono c….te. il caldo c’è sempre stato e adesso anche meno degli ultimi 20 anni ( faccio il muratore da 30).
      Basta guardare le temperature del meteo dei TG di quel periodo. È che adesso devono fare passare la PAURA del caldo. Dov’è finito il buco dell’ ozono ? E il freddo glaciale prospettato per il duemila dalla rivista Time ? Comprate la macchina elettrica, non accendete i camini, salvate l’ economia senza l’ aria condizionata e non andate a Venezia perché non è più Italia ( lo dice la costituzione che potete andare in tutta Italia, si vede che Venezia non ne fa più parte). E ricordatevi anche di andare a votare, soprattutto gli alluvionati. Faenza docet .
      X chi ha ancora due neuroni.

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