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Como, tutti a bagno alla foce inquinata del Cosia. E i turisti sembrano camminare sulle acque

Il fenomeno dei bagni nel lago di Como, davanti alla spiaggetta naturale che si forma alle spalle del Tempio Voltiano, è ormai consolidato.

I turisti, ignorando divieti e persino le transenne collocate qualche settimana fa dal Comune (ora finite chissà dove), continuano a tuffarsi nel Lario che però, in quel punto, è inquinatissimo da sempre per lo sbocco del Cosia. Nonostante i rischi per la pelle e la salute in generale, la tentazione di un tuffo – a dispetto anche dei cartelli che indicano il divieto – è irresistibile, in questi giorni d’estate.

Oggi la piccola saga si arricchisce di un effetto speciale in più, per così dire. L’allungamento della parte emersa, infatti, offre la possibilità di spingersi sempre più in giù, dando quasi la sensazione che i bagnanti camminino sulle acque.

Puro effetto ottico, naturalmente, mentre assolutamente concreta e tangibile è l’ennesima giornata a mollo per decine di persone nello spicchio di lago più inquinato del primo bacino.

Goletta dei Laghi 2023: acque inquinate alle foci del Cosia e dell’Albano a Gravedona. Nei limiti il Breggia a Cernobbio e il Telo ad Argegno

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14 Commenti

  1. Incredibile….. A Como avete una risorsa naturale dalla bellezza infinita ed invece di valorizzarla….. Mettete i divieti di balneazione, c è chi invoca la polizia a guardia dei turisti e delle persone che vogliono solo farsi un bagno….. La polizia deve vigilare contro i delinquenti. Ma allora qual è la soluzione? Semplice creare altri depuratori e spostare gli scarichi più lontano…. E poi ampliare la spiaggia, anzi creare altre spiagge (dove siano possibili, è ovvio) ed ancora creare infrastrutture per la stagione estiva, tipo campi per beach volley, piscine, doccie…… con tutto l’indotto possibile e immaginabile. E che ben vengano turisti e famiglie bisognose di refrigerio e divertimento…. Non cerchiamo solo i problemi ma creiamo soluzioni

  2. Sono convinto che l’inquinamento del Cosia sia generato dalla tintoria in via Pannilani, che è l’unica fabbrica rimasta in quella zona. Una volta stavo passeggiando nel bosco al di sopra di essa ed è arrivata una vampata di fumi, dall’odore molto sgradevole e “chimico”.
    Cosa può essere se no? Le acque non si inquinano da sole…

  3. Direi che a monte vi sia un grande problema da risolvere, quello dell’inquinamento del lago; a proposito mi domando anche come sia ancora oggi sì difficile individuare le principali sorgenti di inquinamento del Cosia!
    Nella contingenza invece potrebbe essere una buona idea installare a riva dei cartelli ritraenti un tipico cumulo di feci, un simbolo che forse risulterebbe maggiormente comprensibile anche a chi giunge dall’estero.
    Scherzo, ma fino a un certo punto.

  4. Non capisco dove stia il problema. I divieti ci sono, li ignori? Pazienza.
    Ci scappa il morto? Un troglodita in meno
    Ti prendi le malattie? Ben ti sta perché o sei analfabeta o sei scemo

      1. Li non é “ogni strada” gentile Lulù (Rapifan), sono i giardini pubblici a lago, frequentati da migliaia di cittadini e turisti ogni giorno, e lo spettacolo che si vede é totalmente indecoroso, andrebbe vietato anche il mettersi in costume da bagno, non solo l’immergersi, una pattuglia di polizia urbana dovrebbe essere presente da tarda mattinata a tardo pomeriggio
        Già ma la RapiBand é più impegnata a contrastare i 10 extracomunitari presenti ai giardini di via Anzani o al ippocastano ……. ovviamente anche lì senza risultati ….. fuffa solo fuffa, il pifferaio continua ad incantare i suoi seguaci (in realtà in diminuzione)

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