Non per tutti il 2019 è cominciato con un sorriso. Nelle prime ore del nuovo anno, infatti, gli abitanti di Cernobbio hanno visto calare la serranda del “L’Onda”, lo storico locale in riva al lago (qui il resoconto con la lettera ai clienti di Elena Santoro).
La proroga della concessione comunale che ha permesso alla famiglia Santoro di usufruire della struttura per gli scorsi 45 anni – si legge in una lettera della gestrice, Elena – è infatti scaduta, costringendo la direzione alla chiusura. A nulla è servita la richiesta da parte della proprietaria di un’ulteriore estensione del mandato di utilizzo.
Quella che solo all’apparenza potrebbe sembrare una banale questione amministrativa (o, al peggio, una storia carica di nostalgia per chi all’Onda ha passato tante serate) ha fatto però presto a trasformarsi in munizionamento politico. A poche ore dalla notizia della chiusura dell’Onda, in un comunicato della lista civica “Noi per Cernobbio” (in lizza alle scorse amministrative e il cui candidato sindaco era l’uscente Paolo Furgoni) si leggono i primi affondi al Primo Cittadino in carica, Matteo Monti, eletto la scorsa primavera con “Cernobbio in Testa”.
“Uno storico punto di riferimento per cittadini e turisti chiude senza che ci siano garanzie sulle tempistiche per la sua riapertura – si legge – Anche se il nuovo bando uscisse domani saremmo comunque fuori tempo massimo”.
Nella nota si percepisce preoccupazione per l’emissione di un bando che potrebbe non trovare un concessionario entro primavera e quindi in tempo per l’apertura della stagione 2019. Responsabile dell’ ”inghippo” sarebbe proprio l’attuale giunta, colpevole, secondo l’opposizione, di aver aspettato inutilmente ad indire il bando.
“La proroga della concessione voluta dall’amministrazione Furgoni mirava a non interrompere l’attività nel corso della stagione 2018, garantire alla nuova amministrazione il tempo per costruire un bando adeguato e consentire la salvaguardia della stagione turistica 2019 – continua infatti il comunicato – Il bando in questione è complesso e come tale ha tempi di conclusione lunghi. Si sono persi 6 mesi di tempo e, anziché usare l’occasione offerta dalla proroga, si è giunti alla scadenza senza che il bando sia uscito. Vedremo l’attività riaperta per l’estate 2019? Il bando consentirà al gestore di effettuare le migliorie e gli adeguamenti necessari?”.
Decisa la replica di chi si sente chiamato alla sbarra. “Il bando poteva essere indetto dalla precedente amministrazione, a ben vedere, che invece ha preferito prorogare – risponde il sindaco di Cernobbio Monti – in ogni caso il 27 di dicembre la giunta ha approvato l’emissione di un nuovo bando entro il 15 di febbraio in modo da permettere la riapertura entro la stagione 2019. Poi le tempistiche dipenderanno da chi prenderà in gestione il locale”.
Al momento i tempi non sono maturi per ipotizzare possibili candidati, ovviamente.
Per quanto riguarda il ruolo dell’amministrazione, la procedura prevede innanzitutto un sopralluogo della struttura in modo da valutarne le condizioni; operazione che Monti assicura verrà condotta a giorni: “La nostra intenzione è permettere di aprire in tempo per la stagione. Ma al momento preferiamo magari tenere la struttura chiusa per un paio di mesi per poi ripartire al meglio dopo l’assegnazione della concessione”.
2 Commenti
Come sempre per un’ obiettiva valutazione occorrerebbe conoscere quanto è accaduto a livello amministrativo ,cosa da non sottovalutare in quanto spesso nei comuni italiani,per colpa di atteggiamenti “non sul pezzo”, molte occasioni vengono
perdute, con i problemi del poi. .Purtroppo non lo sappiamo.!
Avrà il responsabile preposto allertato la nuova giunta sulla necessità di provvedere entro il periodo temporale necessario al corretto iter amministrativo?Perché se così fosse non ci sarebbe responsabilità politica, ma esclusivamente una inefficienza amministrativa.
D’altra parte appare strano come il neo Sindaco, ai tempi della Giunta Furgoni , all’opposizione ,avesse evidenziato la necessità di provvedere alla risoluzione della problematica tramite adozione degli atti necessari per trovare un nuovo concessionario.
Quando un’attività chiude è sempre una perdita per il territorio; spiace a cittadini e avventori però, occorre valutare in modo analitico i fatti prima di farsi prendere dalla foga giacobina.
Noto che il bar / chiosco in questione insiste su sedime comunale pertanto soggetto a scadenza e posto a gara per la successiva assegnazione.
Leggo pure che la società conduttrice dell’attivita, ha di già usufruito di una proroga significativa secondo i termini che il contratto prevedeva.
Il Bar spero possa tornare sfavillante come prima e perchenò con lo stesso gestore: però rispettando le regole.