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Bellagio, polenta e tradizioni di famiglia. Ma Chalet Gabriele studia la rivoluzione: “A cena anche il pesce”

In attesa della riapertura serale, non solo sul lago ma anche tra i boschi delle montagne lariane ci sono piccoli gioielli di tradizione culinaria che si sono preparati in queste settimane per cercare di ripartire al meglio.

Partendo da Bellagio e salendo verso il monte San Primo, sono tanti i rifugi che attirano soprattutto nel weekend sempre più turisti e residenti in cerca di un piatto caldo con cui rifocillarsi dopo una passeggiata o una sciata.

Tra questi lo storico Chalet Gabriele: polentoteca che sorge in località Piano Rancio, un locale caratteristico in sasso e legno le cui vetrate offrono una vista del lago che lascia senza fiato.

Inaugurato nel 1957 da Gabriele Galli e Mariuccia Sala (per tutti Nuccia), dapprima bar e poi piano piano sviluppatosi come ristorante, da oltre 35 anni è gestito dal figlio Carlo che ha saputo portare avanti con orgoglio e duro lavoro la tradizione culinaria e l’ospitalità tipica del luogo. “Ci sono praticamente nato e me ne occupo da tantissimi anni – spiega – avrei potuto scegliere di andare in pensione quest’anno (Carlo ha appena compiuto 62 anni, Ndr) ma per ora non ci penso”.

La polenta è il piatto forte del locale, accompagnata da altri tipici del territorio e che mostrano il forte legame con la tradizione. Ingredienti genuini, ricette semplici amatissime dai clienti che affollano il locale tutto l’anno. Il tutto gestito dalla famiglia di Carlo, con in prima linea la moglie Pinuccia, e uno staff di circa 25 persone.

“In questo momento, di solito, abbiamo tantissime persone a pranzo e cena – aggiunge – purtroppo fino a lunedì 1 febbraio non potevamo accoglierle nemmeno a mezzogiorno, eppure ricevevo ogni giorno telefonate da clienti che chiedevano se potevano prenotare un tavolo. In Zona Arancione ci siamo arrangiati con l’asporto, di gente ce n’era ma sicuramente non è stata la stessa cosa. Non mi posso lamentare anche perché siamo in un posto bellissimo ma effettivamente non è un bel momento per il nostro settore. E i governanti non ci aiutano”.

Foto scattata pre-Covid

Dunque, prima che la Lombardia venisse classificata come Zona Gialla il locale è rimasto chiuso e poteva solo proporre il menù d’asporto. Ma, come ci anticipa Carlo, lo staff non ha smesso di sperimentare in vista della riapertura. Pensando anche a qualche novità.

“Abbiamo fatto vari esperimenti in cucina – rivela – quando potremo riaprire anche a cena, proporremo un paio di serate a tema alla settimana con piatti nuovi. Manterremo il nostro menù storico ma introdurremo, per queste cene, qualcosa di innovativo. Penso alla cazoeula o a qualcosa a base di pesce”.

Il che, per una classica polentoteca, è sicuramente innovativo. “Non potevamo stare con le mani in mano – conclude Carlo – il momento di chiusura ci ha permesso di sfruttare il tempo a disposizione, e di solito non ne abbiamo molto, per creare nuovi piatti. Manterremo sempre i nostri classici e i prezzi non varieranno, ma aggiungeremo qualche chicca per un paio di sere alla settimana”.

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