Nel precedente articolo avevamo dato conto delle testimonianze dell’ex Gioielleria Cappelletti di Cantù e dell’ex Bar Meroni di Camerlata a Como – entrambi chiusi tra autunno e inverno – in relazione alle difficoltà che diverse attività storiche incontrano in questi anni di grande cambiamento per il commercio. Ma qualche amministrazione pubblica sta mettendo in campo misure e interventi per scongiurare la cosiddetta desertificazione commerciale di città e paesi.
Nel caso specifico, si tratta del Comune comasco di Cabiate .A spiegare cosa si vuole fare, nell’ambito del convegno di Confcommercio di giovedì scorso, è il sindaco Maria Pia Tagliabue.
“Il nostro è un bellissimo territorio che ha risentito, come altri, di questo fenomeno. Molti negozi hanno chiuso ma bisogna cercare alternative per mantenere viva la comunità. Ecco allora che, in accordo con Confcommercio, abbiamo studiato delle agevolazione da applicare al settore, a partire da un contributo una tantum di 5mila euro per incentivare l’avviamento di nuove attività (esclusi bar, pizzerie e kebab), che si dovranno impegnare a rimanere aperti almeno 3 anni”, dice il sindaco.
Inoltre è prevista per gli immobili di proprietà l’esenzione dall’Imu e per chi è in affitto viene riconosciuto, a titolo di contributo, il valore dell’Imu. Stabilita inoltre l’esenzione dal pagamento della tassa per le insegne pubblicitarie. “Infine per chi ha già un’attività esistente viene riconosciuta un’agevolazione del 10% per il rinnovo dei locali fino a un massimo di mille euro”, spiega il sindaco di Cabiate.