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Caro bollette, l’allarme della Diocesi: “Subito risparmi e riorganizzazione. Raddoppio spese insostenibile”

Anche la Chiesa comasca – o meglio, l’intera Diocesi – si prepara all’impatto pesante dei costi per il riscaldamento. Lo segnala il Settimanale della Diocesi, con un lungo articolo firmato dall’economa diocesana, Cinzia Ferrari, e dal pro vicario generale, don Fausto Sangiani. Qui l’articolo nella versione originale e integrale.

I numeri d’altronde sono imponente: l’aumento dei costi per greggio e gas sta colpendo le ben 338 parrocchie sull’intero territorio diocesano, per oltre mille edifici di culto e altri enti collegati.

“Il rialzo del greggio preoccupa perché giunge proprio nel momento di quella lenta ripartenza seguita alla fase pandemica, nella quale già si era fatto fatica a coprire i costi fissi con le entrate ordinarie – scrivono Ferrari e Sangiani – Le parrocchie sono state allertate circa l’impatto che l’aumento dei costi energetici avrà sulla loro economia, perché adottino da subito uno sguardo strategico, a partire dai piccoli accorgimenti (es. come evitare sprechi), fino alla ricerca di modalità nuove nell’organizzazione della pastorale, con la scelta per esempio di alcuni luoghi (che siano il più possibile accoglienti) rispetto ad altri”.

“In tale contesto – si legge ancora nell’articolo – l’aumento dei costi energetici può essere di stimolo per avviare una riflessione a lungo raggio sulla gestione degli immobili di proprietà: meno spazi occupati e più relazioni, più processi. Contestualmente, in collaborazione con le Diocesi della Regione ecclesiastica lombarda, si sta approfondendo e sviluppando l’esperienza del “gruppi di acquisto”, in grado di entrare nel mercato dell’energia con un maggiore potere contrattuale”.

“Solo due dati tra i tanti: nell’anno 2020 la spesa complessiva per gli energetici di tutte le parrocchie della Diocesi è stata pari a oltre 3,5 milioni di euro, con un’incidenza sul totale delle spese ordinarie di circa il 30%, e dal 2020 ad oggi il prezzo della materia prima in mc e kw ha subito già importanti incrementi. Un raddoppio di tale spesa, seppur riferito ai mesi invernali, sarebbe davvero insostenibile”.

“Ne conseguiranno a breve – informa sempre il Settimanale della Diocesi – accanto all’indicazione di contenere i consumi, si stanno mettendo in agenda alcuni incontri con gli “addetti ai lavori”, in primis i parroci e i loro più stretti collaboratori, per condividere queste idee e assicurare loro uno sviluppo futuro”. Qui l’articolo nella versione originale e integrale.

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Un commento

  1. La Chiesa italiana trovi il coraggio di passare al contributo sul culto!
    Basta un piccolo 0,5 o uno 0,8% sul reddito di ogni battezzato e si può abbandonare definitivamente il tanto contestato (e diciamolo un tantino ipocrita…) 8×1000; tra l’altro aumentando, e persino raddoppiando, il contributo economico annuale; con il coinvolgere, come deve unicamente accadere, la totalià dei fedeli di sola confessione cattolica, che pratichino o meno.
    Tutti infatti chiedono servizi religiosi, ma poi, con molto poco senso della giustizia, il sostegno rimane di fatto caricato sulle spalle dei soli praticanti.

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