Nuotano placidamente appena sotto il pelo dell’acqua, affiorando con la bocca dalla superficie.
Un banco di pesci nelle acque del lago, di norma, non darebbe nell’occhio.
Non se grassi e arancioni, però, come le decine di carpe koi che si possono ammirare in questi giorni nuotare sotto sponda, lungo la riva, al riparo delle palancole della paratie, al fianco delle nostrane carpe nere
Probabilmente liberate da un vecchio proprietario nelle acque del primo bacino del lago (tempo fa, ipotizziamo, vista la stazza e il numero degli esemplari) questa specie aliena all’ecosistema del Lario è proverbialmente andata e si è moltiplicata.
Originaria del Giappone, la Carpa Koi, o “carpa broccata”, è una variante domestica del pesce d’acqua dolce ed è usata a scopi ornamentali nel paese del Sol Levante, in stagni e laghetti da giardino.
A guardare la scena dal lungolgao, a dirla tutta, la sensazione è quella di star sulla sponda di un laghetto nipponico. Al netto delle palancole, molto meno poetiche.