Sta letteralmente facendo il giro d’Italia – e il ciclismo non c’entra nulla – quello che ormai si può chiamare “il caso dei cassonetti gialli” (qui i dettagli).
La vicenda è emersa nei giorni scorsi dopo la denuncia pubblica del gruppo di “Civitas” guidato in Comune a Como da Bruno Magatti. In una lettera inviata al sindaco Mario Landriscina, l’ex assessore della giunta Lucini ha segnalato che “gli attuali gestori della raccolta degli abiti dismessi, attivi sul territorio, hanno ricevuto dall’amministrazione comunale l’intimazione alla rimozione dei cassonetti dedicati”.
Si tratta, per larga parte, dei cassonetti gialli di Humana e Caritas che appunto raccolgono abiti usati da distribuire alle persone bisognose.
“I cittadini dai primi di maggio verranno privati di un servizio apprezzato e molto utilizzato – aveva rincarato Magatti – basti pensare che nel solo 2018 sono stati conferiti a questo servizio oltre 300mila Kg di materiale. E abbiamo motivo di ritenere che all’origine della mancata assegnazione delle due gare che il Comune ha promosso in questi mesi per l’affidamento ci sia la richiesta economica, probabilmente distante da quelli che sono i parametri economici del settore”.
Attualmente i gestori dei 60 cassonetti presenti in città pagano esclusivamente l’occupazione di suolo pubblico, nel nuovo bando viene richiesto anche l’esborso di 400 euro annuali per ogni cassone di raccolta.
Un caso spinoso dunque, che come si diceva sta facendo parlare tutta Italia con numerosi articoli su tv, siti e quotidiani nazionali che hanno rilanciato la vicenda.
La vicenda è apparsa ad esempio in un lungo articolo del quotidiano “La Stampa” che – secondo l’autore dell’articolo – “sembra fare il paio con la tassa sul non profit, considerato alla stregua di un bene di lusso, dal governo giallo-verde”.
Anche TgComo24, galassia Mediaset, si è occupato del caso comasco con un servizio dedicato.
A oggi, peraltro, nonostante il clamore politico-mediatico, dall’amministrazione non è emersa alcuna novità: la linea del “pagate o via i cassonetti” risulta dunque confermata.
Un commento
Vicenda incresciosa che denuncia ancora una volta la becera incapacità di questi Amministratori del Comune di Como